CAPITOLO 17

2.5K 206 7
                                    

BENJI

Laura era da un po che non si stava facendo sentire e non sapevo se essere felice o spaventato da ciò.
Mi chiusi in camera,intenzionato a fare i compiti,quando bussarono alla porta.
*Ben?*era la Sofi.
*entra amore*risposi.
*che fai di bello?*chiese lei avvicinandosi a me.
*uh niente,stavo provando a fare i compiti ma non ho voglia*dissi sbuffando appoggiandomi poi alla sedia.
*nemmeno io ho voglia* esclamó la ragazza andandosi a stendere sul mio letto. Da quando non ero più in stanza con lei la camera era triste.
Mi avvicinai alla ragazza,guardandola dolcemente.
*che c'è?*sorrise.
*niente,è solo che sei bellissima*
*no,non è vero. Io sono solo una ragazza come tante*
Mi sdraiai su di lei,facendo attenzione a non soffocarla con il mio peso.
*ma non per me*le baciai le labbra e lei sorrise. Adoravo quando sorrideva per causa mia.
*sai Ben,anche io lo voglio*
*cosa?*chiesi incuriosito.
*questo*disse toccandomi il piercing sotto il labbro destro.
*fattelo.*risposi.
*ma ti ha fatto male?*chiese lei passandomi un dito sulle labbra.
*no. Non senti niente. Perchè non te lo fai?*
*non saprei,i miei forse sarebbero contrari*
*beh,non gliel'hai chiesto. Provaci almeno*.
*dopo ci provo*disse punzecchiandomi le guance.
*ci andiamo insieme*risposi mordendole un dito.
*ahia Benji,mi hai fatto male*
*povera,ora piange*risi a quella scena e a ciò che avevo detto.
*vaffanculo stronzo*disse lei dandomi uno schiaffo sul braccio per poi ridere.
*com'è che mi hai chiamato?*mi alzai,mettendomi seduto sulle sue gambe,tenendole strette le braccia.
*no Ben,mi fai male*cominició a piagnucolare,ma io stavo scherzando,non oserei mai farle del male.
*se ti rimangi ciò che hai detto ti lascio andare*
*cos'è un ricatto?*disse lei cercando di dimenarsi.
*uhm...forse*feci finta di pensarci su. Erano quei momenti di gioco tra me e lei che rendevano speciale la nostra relazione.
*non cederò ai tuoi ricatti Mascolo*
Amavo quando mi chiamava per cognome,per il mio vero cognome.
*uhh adesso mi chiami anche per cognome,che cattiva ragazza che sei. No,no,no,non ci siamo proprio*
*ma fammi il favore va la*disse lei provocando in me una risata.
*cavati Benjamin*.
Non volendo farla alzare cominciai a farle il solletico.
*nooo,Ben cazzo,sai quanto mi da fastidio il solletico*rideva,dio se rideva. La sua risata era uno scoppio di gioia.
Le feci il solletico fino a quando non disse:
*okei,okei,ritiro tutto ciò che ho detto*
*ecco,così mi piaci*.
*ah si?*disse lei con voce da maestrina.
*beh...*risposi avvicinandomi al suo orecchio per poi continuarle a dire con voce suadente:
*mi piaci anche vestita di niente*quella frase provocó in lei una serie di brividi.
*okei Benji,vado a fare i compiti che è meglio*mi alzai,seguito poi da lei.
*ti ricordo che sei stata tu a stenderti sul letto*sorrisi maliziosamente.
*che scemo che sei*disse sorridendo uscendo dalla camera.
Mi sedetti alla sedia e aprii il libro di diritto,davanti a me c'erano tanti esercizi,ma il mio cervello era come in panne. Era una bella giornata,perchè restare chiusi in camera?
Presi il telefono e chiamai Fede,dandogli appuntamento in centro,dove si trovava la ghirlandina,che da quanto mi aveva raccontato la Sofi era una chiesa altissima,tutta bianca e molto bella.
Mi aveva promesso che un giorno mi ci avrebbe portato e io le promisi che l'avrei portata al mare,di sera magari,a guardare le stelle.
Uscii dalla stanza e andai a bussare alla porta della Sophia.
*Sofi?*dissi bussando.
*si?*rispose lei.
*posso?*
*certo,vieni,la porta è aperta*.
Entrai,notando che stava facendo i compiti.
*dove vai?*chiese lei mordicchiando la matita.
*esco con Fede*
*ah,capito*
*mi raccomando*dissi accarezzandole i capelli.
*a cosa?*
*a tutto*risposi alzando le spalle.
*okei*la baciai.
*io vado,ci vediamo dopo*
*va bene,ciao budino*
*ciao topa*.
Chiusi la porta e mi avviai per le scale.
*io esco*dissi alzando il tono della voce per farmi sentire da Isabella e Francesco.
*dove vai?*chiese Francesco.
*esco con Fede,sarò di ritorno fra un paio d'ore*
*mi raccomando*
*okei ciao*
*ciao*dissero all'unisono.
Mi incamminai per le strade calde di Modena,era una grande città ed era facile perdersi.
Le vie erano piene di gente,chi si sventolava con un pezzo di carta o un ventaglio per farsi aria,chi si riparava nei bar con il clima,chi beveva acqua ghiacciata,chi mangiava gelato;quella città era così popolosa.
Arrivai alla ghirlandina e aspettai Fede.
Nell'attesa mi feci una foto con la Ghirlandina bianca e possente come sfondo che inviai alla mia ragazza
*-il tuo ragazzo è arrivato a destinazione,ci vediamo dopo baby-*
Le mandai anche quella frase e sorrisi,pensando a come ero fortunato.
*Benjamin*sentii gridare.
*Rossi*urlai di conseguenza.
Ci salutammo come si fa tra ragazzi.
*allora?dove andiamo?*chiese il moro.
*sai a scuola quando ti avevo detto che la frase che aveva pronunciato Andrea era collegata a una lunga storia?* dissi.
*ehm...si,mi ricordo*
*bene,mi sa che è arrivato il momento di raccontarti alcune cose di me*

SOPHIA

*cos'è che hai fatto?*urló Nicole.
*si ma non urlare,che se no mi stoni*dissi.
Avevo raccontato dell'accaduto successo quella mattina con Andrea alla Nicole e la risposta che avevo avuto fu una bella risata,dopo dei vari: davvero hai fatto ciò? E lui? E Benji?
*comunque se l'è meritato*
*già,hai ragione. Non sai che soddisfazione*dissi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
*ma quante persone c'erano?*
*non molte,ma poco importa. L'avrei preso pure a schiaffi,ma sai,non sono così rincoglionita da abbassarmi ai suoi livelli*risposi.
*ma io ciò che non mi spiego è il suo comportamento stamattina,c'è insomma,prima che cominciasse la scuola è venuto da te implorandoti perdono*disse la ragazza con tono sconcertato.
*nemmeno io me lo spiego*sospirai.
*quanto avrei voluto esserci anche io. Così avrei messo il mio carico*rispose con energia.
*hahahah gia*
*e Benji?*
*niente,Benji mi guardava con Fede,Elia e Jacky e alla prima ora ci siamo incontrati alle macchinette*
*ohhh*
*e abbiamo parlato di ciò che era successo e di altre robe*
*ovvero?*
*no,niente,lascia stare*esclamai torturando un filo della mia maglietta.
*Sofi ti arrabbi se ti dico che sei strana?*
*non sono strana*
*sarà,ora vado,che tra un po vado a bucarmi*
*TU VAI A FARE CHE?*urlai così forte che forse mi sentirono anche a Milano.
*ah,e poi sarei io quella che non dovrebbe urlare. Comunque mi vado a bucare l'orecchio,tu che avevi capito?*
*un altra cosa*
*ho capito cosa*
Mi misi una mano in fronte,rendendomi conto di quanto fossi stata ridicola a pensare ciò.
*mi vado a fare l'elvix*
*O MIO DIO ANCHE IO LO VOGLIO*scattai in piedi sul letto,desiderosa tanto di quel buco.
*ma te non ce l'avevi?*
*no*
*beh cara mia,se lo vuoi datti una mossa*.
Chiusi il telefono e mi precipitai di sotto in cucina.
*mamma,papà,dobbiamo parlare*
*Sophia tesoro,che è successo*
*voglio bucarmi*
*Sophia Eloise Crawford,che parole sono queste?*sbraitó mio padre.
*no no,ma che hai capito?*parlavo io che poco prima pensavo che la mia migliore amica fosse una drogata,ma vabbe,dettagli.
*nel senso che voglio farmi l'elvix*continuai poi.
*l'elvix?*mio padre pronunció quella parola quasi schifato.
*si l'elvix*sorrisi.
*e che cos'è?*chiese mia madre.
*è un buchetto qui,nella cartilagine,la Nichi se lo va a fare oggi*dissi entusiasta.
*secondo me tu guardi troppa tv*
*mamma*dissi quasi disperata.
*caro*lo rimproveró mia madre.
*Sophia*aggiunse lui guardandomi.
*ci manca Benjamin e abbiamo finito con i nomi*dissi.
*andiamo,è solo un piccolo buchetto*continuai nella speranza di dissuaderli dai loro pensieri.
*no no e poi no*
*dai papà,andiamo*dissi sbuffando.
*e se ti fa infezione?*chiese mia madre.
*ma mica vado da un macellaio*
*io non ti porto all'ospedale per un canchero di orecchino*mio padre,il solito.
*ma facciamo le corna*dissi mimando con le dita il segno delle corna.
*ascolta,sei piccola ancora e...*cominció mio padre che poi fermai cominciando a parlare io.
*e allora a che età dovrei farmeli?sentiamo*misi le braccia al petto.
*tutta sta arroganza qua?*mi sgridó mio padre.
*non sono arrogante,sto solo esprimendo le mie idee,siamo in democrazia papà,siamo in Italia,non siamo in Inghilterra dove c'è la regina*
*vai ad esprimere le tue idee in camera tua allora. E non scendere finché non avrai ragionato su ciò che hai appena detto*urló mio padre,puntando un dito contro le scale che portavano alle camere.
*ODIO LA MIA VITA,ODIO L'ADOLESCENZA,ODIO I GRANDI,ODIO TUTTI* detto ciò uscii di corsa dalla cucina,sentii mia madre pronunciare il mio nome,ma non mi voltai,non volevo dargli altre soddisfazioni.
Andai in camera mia e mi buttai sul letto. Piangevo,piangevo come una bimba. Piangevo disperatamente.
Piangevo come se la vita che stavo vivendo non fosse adatta per me.
Piangevo per la relazione segreta che avevo con Benjamin,mio "fratello" agli occhi altrui,piangevo per le sofferenze causate da Andrea,piangevo per ogni cosa.
In quel momento avrei voluto fuggire,con Benji forse,al mare magari e non tornare,restare soli,soli nell'infinito.

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora