CAPITOLO 43

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BENJI
Il giorno fatidico arrivó,troppo in fretta forse,quella mattina sembrava che ogni oggetto,persona o animale ci guardasse,come se sapesse ciò che stava per accadere,ero sicuro che la vittoria sarebbe stata la nostra,ero sicuro che sarebbe stato il giorno in cui Andrea e Laura avrebbero smesso di importunarci.
A tarda notte chiamai Federico per informarlo della decisione presa,il ragazzo era d'accordo con noi,ma allo stesso tempo impaurito.
"E se tutto non andasse secondo i piani?"disse a bassa voce spaventato.
"Impossibile,ci abbiamo meditato giorno e notte su questo piano io e James,andrà tutto bene,fidati Fede"il moro emise un *mh*sconcertato.
Sospirai,massi,cosa mai poteva andare storto?
Ero disteso nel comodo letto matrimoniale,diedi un occhiata all'orologio e mi accorsi che mancava un'ora all'incontro.
Il cuore batteva forte,dopo aver discusso con Federico al telefono parlai con Sophia.
Lei come sempre era preoccupata,spaventata.
L'abbracciai e la cullai fra le mie braccia,fino a che non si addormentò.
Mi alzai dal letto con le gambe che sembravano di pietra,assomigliavo ad un soldato che stava per entrare in guerra e mettere allo scoperto le sue carte.
"Dove vai Ben?"chiese la ragazza ancora assonnata.
"Dormi piccola che è presto"risposi accennandole un sorriso.
Lei sbadiglió e si giró dall'altro lato.
Non ero intenzionato a portarla con me,volevo farla rimanere al sicuro.
Andai in bagno e mi preparai.
Mi guardai allo specchio e sorrisi,dovevo mostrarmi forte,quello sarebbe stato il giorno della mia vittoria,della nostra vittoria.
Senza fare rumore uscii dal piccolo bagno e mi imbattei nella mia ragazza.
"Cosa ci fai sveglia eh?"domandai dandole un bacio sulla fronte.
"Vengo anche io"rispose sicura.
"No Sofi,troppo pericoloso"
"fammi venire con te ti prego"
"No,ci andró solo io"
"Verrà anche James?"
"Si,tranquilla?"sorrisi stringendola a me.
"Sarei più tranquilla se tu mi permettessi di venire con te,staró a debita distanza da te e loro"
"Non se ne parla"risposi scuotendo il capo.
Lei si staccó dal mio abbraccio rivolgendo lo sguardo verso il pavimento in mattonelle tendente al colore bianco-rosa.
"Tieni"disse poi porgendomi un braccialetto con un quadrifoglio attaccato.
"Ma è il tuo preferito e poi è il tuo"dissi prendendolo in mano.
Sapevo benissimo quanto fosse affezionata a quel braccialetto.
"Ora non più,ora è tuo"esclamó agganciandolo al mio polso.
"Guarda che non vado in guerra"esordii accarezzandole la guancia.
"Lo so,ma fa niente"rispose lei lasciando un breve bacio sulle mie labbra.
Non so il perchè ma quel momento mi spedì il cervello a ciò che avevo studiato in epica quando andavo a scuola;l'incontro di Ettore e Andromaca.
Il grande guerriero Troiano Ettore,doveva andare in guerra contro i Greci,così,prima di imbattersi in quello scontro andó dalla sua amata e le mostró il suo amore.
Lei piangente gli disse di non andare in guerra,ma lui doveva andare per onore.
Mi avviai verso la porta e mi voltai per l'ultima volta verso la mia amata e le rivolsi un sorriso rassicurante.
"Ti amo Sophia"dissi.
"Ti amo Benjamin"rispose.
Detto ciò uscii di casa,era fatta,non potevo più tornare indietro. L'appuntamento con James era davanti casa sua,mi aveva scritto la sua via su un fogliettino che io ripiegai e misi nella tasca interna della mia giacca.
Mi avviai verso casa sua e quando arrivai a destinazione mi accorsi della splendida casa che possedeva.
"Ciao papà"disse una sottile voce di bambina.
"Ciao Emma"rispose un uomo.
Imparai poco dopo che l'uomo in questione era il mio titolare di dove lavoravo:James Burberry.
James si voltó nella mia direzione e mi sorrise,io ovviamente ricambiai il sorriso.
"Ciao Benjamin"disse salutandomi con la mano.
"Ciao James"risposi a mia volta.
"Vieni,avvicinati un attimo"obbedii a quella proposta e mi avviai verso di lui.
"Emma lui è Benjamin"esclamó rivolgendosi alla bambina.
"Ciao"rispose lei imbarazzata.
"Ciao Emma"dissi dolcemente.
Era una bella bambina,rossiccia di capelli,occhi verdi,un paio di lentiggini sotto gli occhietti vispi,una magliettina fucsia di quel cartone che io ritenevo stupido:Masha e Orso,un pantalone,le pantofole a forma di coniglio e il ciuccio stretto in mano.
"Salutami la mamma,ora vado"disse James arruffando i capelli della sua bambina.
"Va bene,ciao papà"rispose lei dandogli un bacio sulla guancia.
"Ciao pulcino"rispose lui.
La bambina mi rivolse un sorriso che ricambiai volentieri e chiuse la porta.
"Che bella"commentai.
"Gia,è la mia gioia"canzonó lui raggiante.
Camminammo fino alla sua macchina grigia,che ne riconobbi subito la marca:Mokka,una delle mie preferite.
"Agitato?"chiese sedendosi nel sedile guidatore.
"Non direi"risposi allacciandomi la cintura.
"Andrà tutto bene"
"Lo spero"sospirai e rivolsi lo sguardo fuori dal finestrino,non era nemmeno cominciata la giornata e volevo già che finisse.
[...]
"Scendiamo?"chiese l'uomo seduto affianco a me.
Inghiottii la saliva e lo guardai.
"Non sei obbligato a fare ciò,se vuoi possiamo mandare a monte tutto,però...secondo me è meglio affrontare tutto ora".
Si,aveva ragione,dovevo affrontare in quel momento Andrea e Laura,se rimandavo a più avanti quell'incontro chissà cosa sarebbe successo nel frattempo.
"Togliamoci questo benedetto sente e andiamo a dare una bella lezione a quei due"dissi aprendo lo sportello della macchina.
James mi seguii a ruota.
Nel posto scelto da noi non c'era nessuno,i due non erano ancora arrivati,tutt'intorno si estendevano alcune piccole serie di montagnette di pneumatici ormai in pessime condizioni.
"Vedi qualcuno Benji?"chiese l'uomo scrutando all'orizzonte.
"No"risposi.
Ma ad un tratto due figure si fecero spazio in quel territorio e feci cenno a James di allontanarsi.
In quello scontro solo uno poteva uscire vincitore,ed ero io.
SOPHIA
Di lasciare Benjamin da solo non mi andava,certo,c'era James con lui,avevano ideato un piano per porre fine a tutto,ma non ero tranquilla se me restavo a casa facendo finta di niente.
Mi vestii in fretta e uscii di casa,se non sbaglio Benjamin mi aveva detto dove si doveva tenere l'incontro,solo che in quel momento non mi veniva in mente.
Cercai con tutte le forze di ricordarmi il nome ma niente.
Non sapevo se erano già arrivati,se stavano già discutendo o se avevano finito tutto quanto facendoli andare in galera e ora sia lui che James erano a bersi una tazza di caffè.
Feci mente locale per un attimo,quando finalmente il nome del posto mi balzó in testa.
"Ma certo la vecchia discarica"dissi ad alta voce facendo girare in mia direzione alcuni passanti.
Accelerai il passo,rendendomi conto però,che non avevo la minima idea di dove si trovasse.
Entrai così in un negozio di alimentari a chiedere.
"Scusi,la vecchia discarica?"chiesi ad una donna intenta a sistemare dei cereali su uno scaffale.
"Tesoro perchè ti interessa sapere dove è?"chiese lei masticando nel frattempo un chewing-gum.
"Beh...ecco...io...lo voglio sapere e basta"risposi.
"Ma non è un buon posto per un bel visino come il tuo,li ci vanno solo i cattivi ragazzi,la cattiva gente,non ci vuoi di certo andare veramente no?"esclamó guardandomi da sopra gli occhiali.
"Dove si trova esattamente?"chiesi a bassa voce speranzosa in una risposta.
La donna sbuffó,ma lei non sapeva quanto era importante per me sapere dove si trovasse la vecchia discarica.
"Quando esci da qui imbocca la St.German street e vai dritto fino a che non ti ritrovi davanti ad un incrocio,svolti a destra,prosegui fino a che non ti ritrovi un grande cartello con scritto:la vecchia discarica,3 metri. Poi giri a sinistra e sei arrivata" la descrizione della donna era buona,ma io come ci arrivavo fino a li?
"Okei grazie mille"dissi uscendo dal negozio.
Dovevo arrivare a tutti i costi alla vecchia discarica,ma come?
Poi mi venne un idea,un paio di giorni fa ero andata con Benji in garage e mi ero accorta di una piccola moto.
"Oh quella? Era di un mio amico,se l'era comprata con i suoi risparmi senza dire nulla ai suoi,contrari ovviamente,poi non so perchè un bel giorno l'ha piazzata qui e non se l'è più ripresa"disse quel pomeriggio.
Corsi a gran velocità verso casa,presi le chiavi del garage e lo aprii.
Ed eccola li,la motocross verde e bianca,con tanto di casco.
Mi avvicinai e notai che era ancora in buone condizioni,però la benzina mancava,avevo bisogno disperatamente di benzina.
Se avessi corso fino al distributore di benzina più vicino ci avrei impiegato troppo tempo,ma,girando lo sguardo verso delle mensole,avvistai una tanica.
"Bingo"esclamai soddisfatta.
Che coincidenze oh,mi serviva un passaggio per arrivare alla vecchia discarica in fretta ed ecco la motocross,mi serviva la benzina ed eccola adagiata su una mensola di legno.
Più fortuna di così.
Presi la tanica di benzina e versai il liquido nel buchetto nero posto sotto al manubrio.
In vita mia avevo guidato una volta sola una motocross,ma ero sicura che sarei riuscita a guidarla anche una seconda volta.
Accesi la moto e il rombo forte del motore si diffuse nell'aria.
"Perfetto"dissi portandola fuori dal garage.
Mi infilai il casco verde e bianco,abbassai la visiera e mi misi in sella della "bestia",io e i miei amici chiamavamo così tutte le motocross.
In meno di cinque minuti cavalcavo le strade dritta alla mia meta,il vento mi si scagliava contro,facendomi volare la maglia e i capelli.
Quella sensazione mi riportó all'estate di due anni fa,quando Tommaso,il mio compagno di classe,mi fece guidare la sua motocross in uno spiazzale vicino ad un supermercato,io ero così piccola in sella a quella moto,d'altronde avevo solo quattordici anni.
Mi avvicinavo sempre di più alla meta,seguii tutte le indicazioni fornitemi dalla donna.
Ed eccomi li,alla vecchia discarica.
Riconobbi subito la macchina di James parcheggiata perfettamente su quell'asfalto composto per lo più da sabbia.
Parcheggiai anche io la moto,mi levai il casco,appendendolo al lato del volante e cercai con lo sguardo i due.
Camminai in una direzione non precisa,guardandomi attorno.
"Lei è mia"sentii la voce di Benjamin,in quel preciso istante pero,sembrava diversa,graffiante,arrabbiata.
"Cazzo dici? Lei appartiene a me"la voce inconfondibile di Andrea.
"Fatti una vita Andrea,lei non ti appartiene più e questo lo dovresti sapere".
Corsi in direzione delle loro voci,quando li vidi.
Fermi in mezzo allo spiazzo,uno di fronte all'altro,si puntavano come due cani pronti a combattere.
C'era anche Laura,seduta su una pila di gomme d'auto,sembrava divertita da tutto quello che stava succedendo,non trovavo James però.
"Bugiardo,lei mi appartiene ancora"ringhió Andrea.
"Come fai a dire una cosa del genere?sei pazzo"urló Benjamin.
Andrea sembrava che dovesse perdere la calma da un momento all'altro.
"Andrea vattene o sarà peggio per te,prenditi Laura e vattene"lo intimó Benjamin.
Ma Andrea se ne infischiava di quello che il ragazzo gli stava dicendo.
"Sophia"sentii dire da dietro le mie spalle.
Mi girai spaventata,ma fortunatamente era solo James.
"James,mio Dio,mi hai spaventata"dissi mettendomi una mano sul cuore.
"Scusa non volevo"ci acquattammo silenziosamente dietro alcune pile di gomme e seguimmo lo svolgimento di quella vicenda.
"Stai cominciando a darmi fastidio Crawford"disse Andrea.
"Anche tu a me,sai,ti credevo più furbo"lo canzonó Benjamin.
Sul volto di Andrea nacque un sorriso poco rassicurante,e di fatto prese fuori una piccola pistola,puntandola contro Benjamin pronto per far fuoco.
Spaventata corsi fuori dal mio nascondiglio,con James che mi gridava di fermarmi e lo sguardo impaurito di Benjamin su di me.
Piangendo mi buttai su Benjamin,pronta a fare da scudo per lui,Andrea premette il grilletto ma Benjamin mi spinse via violentemente,facendomi cadere per terra.
Il suono dello sparo riecheggiava ancora nell'aria e la canna della pistola fumava ancora.
Inerte mi alzai da terra,arrancando verso il corpo disteso a terra in una pozza di sangue.
Benjamin era li,per terra,nel suo sangue,la testa rivolta dall'altra parte e gli occhi chiusi.
Non volevo credere a quell'immagine,mi misi in ginocchio di fianco a lui,tremando,piangendo.
"B-Benji"dissi a fatica tra le lacrime.
Gli misi una mano sotto la testa e girai il suo volto verso di me.
"Ehi principessa"rispose a fatica sorridendo a malapena,gli occhi socchiusi,l'azzurro dei suoi occhi non brillava più.
"Non lasciarmi ti prego"dissi singhiozzando.
"Sii sempre forte piccola,sii una guerriera"le parole si diradavano sempre di più.
"Benji,non lasciarmi,non te ne andare ti prego,ho bisogno di te".
"Ti...amo...principessa".
Le mie preghiere,le mie richieste erano inutili,se ne era andato,mi aveva lasciato.
Piansi,urlai,sporca interamente del suo sangue,lo avvicinai a me stringendolo.
Lo baciai lentamente per l'ultima volta.
"Ti amo anche io stonex".
Mi alzai da terra,insudiciata del suo sangue e di sabbia.
La polizia era arrivata e stava portando via Andrea e Laura.
L'ambulanza anch'essa era arrivata a sirene spianate.
James si avvicinó a me cercando di abbracciarmi ma mi scansai.
Tutto scorreva davanti a me troppo velocemente,come se il tempo fosse stato accelerato da qualcuno.
In pochi attimi rimasi sola,con James che non smetteva di tenermi sotto controllo nemmeno per un secondo forse per paura di una mia possibile pazzia.
Si fece sera e ritornai a casa,stanca,vuota...sola.
Ora non c'era più nessuno a casa con cui condividere le giornate insieme,con cui fare cazzate dalla mattina alla sera,qualcuno con cui riempire d'amore quella casetta,ora tutto era freddo,morto,grigio.
Sembrava che anche la casa soffrisse per la perdita di Benjamin.
Mi accasciai per terra,incapace di stare in piedi,piansi fino a consumare le lacrime,strillai fino a farmi bruciare la gola,battei i pugni sul pavimento freddo e ripetevo il nome di Benjamin.
Mi disse che tutto sarebbe andato per il verso giusto,che sarebbero stato loro i vincitori di quella battaglia,ma purtroppo non fu così.
Avevano perso,la battaglia non era stata vinta da loro,ne erano usciti perdenti.
Tra le lacrime e i singhiozzi mi addormentai sul freddo pavimento.
La sua morte segnava la fine di tutto,non potevano più avere il lieto fine tanto esiderato,non più.
LA STORIA NON È FINITA!!!!

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora