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L' "evento" preannunciato da Annabelle Miller era ormai giunto. La notizia aveva fatto il giro del paese, tutti i notiziari ne parlavano come "Il Gran Galà della Beneficenza".

«È un volgare party di Capodanno. Non era questo che credevo» disse Sapphire un po' arrabbiata, nella Myfair Suite del Dorchester.

«Scherzi? Era esattamente quello che volevo io...» diceva Annabelle Miller mentre rimirava la sua immagine allo specchio come Narciso, dandosi gli ultimi colpi di rossetto. «Piuttosto sei pronta per la tua arringa?» domandò la donna senza voltarsi.

«La mia cosa?»

«Non crederai che sul cartello ci sia il tuo nome solo per fare da tappezzeria?». Si voltò. I grandi occhi verdi di Annabelle Miller fissarono la esile figura di Sapphire Johnson.

«Andiamo Sapphire, non fare quella faccia. Si tratta solo di un piccolo discorso che convinca i nostri ospiti ad aprire i portafogli. Da te avrà tutt'altra credibilità... e poi, io già presento la serata!».

«Tu presenti?» Sapphire era stranita. Non aveva mai visto Annabelle così coinvolta, c'era qualcosa nello sguardo della donna che non la convinceva. Non era il tipo di persona che si lascia coinvolgere tanto da spendere una fortuna per organizzare una serata benefica, ma per il momento non le interessava sapere altro.

«D'accordo, non posso certo tirarmi indietro proprio adesso, ma niente aspettative: avresti dovuto avvertirmi prima!» l'ammonì l'amica.

«Sarà perfetto» disse Annabelle abbracciandola.

Se Annabelle le avesse dato il tempo di rifletterci, probabilmente Sapphire Johnson non l'avrebbe mai fatto, non per timidezza, ma per discrezione. Non le piaceva esporsi in pubblico, l'esuberante amica fu costretta così a coglierla di sorpresa, sicura che non si sarebbe tirata indietro, dinanzi all'imminenza dei fatti.

«Andiamo» sussurrò sorridente Annabelle, dirigendosi verso la Sala Congressi del Dorchester.

Tutto era perfetto. La grande sala congressi era un tripudio di fiori. Fluttuanti, come un arcipelago nell'oceano, i grandi tavoli, in damasco bianco, presentavano una composizione di calle e candele che avrebbero tenuto compagnia gli ospiti per tutta la serata. I camerieri, indaffarati come formiche operaie, trasportavano alcol e antipasti, nell'attesa che la serata avesse inizio. Caviale e champagne scorrevano a fiumi. "È tutto come volevo che fosse" pensò Annabelle Miller, sicura che dopo quella serata avrebbe riscosso un notevole successo personale. Già immaginava i titoli dei giornali: "La Regina di una Grande Serata", "L'eleganza ha un nome..." ad interrompere questo delirio di onnipotenza fu Sapphire: «Quanta gente. Credevo fossero tutti a festeggiare chissà dove il capodanno».

«Nessuno vuole apparire troppo superficiale di fronte ad una catastrofe, ma non temere, domattina partiranno nuovamente tutti, riprenderanno le loro vacanze e le loro vite esattamente dove le hanno lasciate, si laveranno la coscienza con qualche soldo e si chiederanno come mai non avevano pensato ad organizzare loro stessi una serata del genere» disse Annabelle scrutando la sala attraverso la fessura di una tenda. "Sei perfetta" si disse incoraggiandosi, dopo aver visto la sua immagine attraverso il riflesso di una finestra.

Prese il microfono che era poggiato su di un tavolo e varcò la sala con passo deciso: «Signore e Signori» esordì la donna, fasciata nel suo abito rosso. «Quello che questa sera ci unisce è un grande dolore, una tragedia che nessuno di noi poteva immaginare. È già terribile dormire la notte sapendo che là fuori c'è gente che soffre, ma è addirittura soffocante sapere di un tale disastro e non poter fare nulla per porvi rimedio» Annebelle aveva gli occhi lucidi, sembrava credere davvero in ciò che diceva. "Sono ai miei piedi" pensò, sentendosi la regina del mondo. «Ho chiesto a tutti voi di accorrere qui, in soccorso di una situazione insostenibile, e nonostante il poco preavviso siete venuti...» nella sala c'era un gran silenzio «...qualcuno a dire il vero mi ha domandato se era possibile rimandare la serata perché era in vacanza...» nella sala si udirono le risa. "È fatta" pensò. «...ma noi invece, a dispetto dei vacanzieri, siamo qui per migliorare il mondo» gridò. Un applauso provenne dalla folla estasiata. «Questa sera tuttavia, siamo qui per festeggiare anche il nuovo anno, e quale modo migliore di iniziare un anno nuovo se non aiutando il prossimo, aiutando a far sì che queste persone possano avere un anno migliore?» ancora applausi. «Quindi divertitevi, ma soprattutto... svuotate i vostri portafogli!». Annabelle era soddisfatta, appagata, si sentiva finalmente una di loro, e non una reietta. «È con grande piacere che adesso cedo la parola ad una mia carissima amica» Annabelle cercava adesso la ciliegina sulla torta, la chicca, che l'avrebbe consacrata donna di classe, era il momento di giocare il "jolly Valois", la sua carta verde per avere il permesso di soggiorno nei ranghi della nobiltà londinese.

Travolti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora