41

71 2 0
                                    

Le Havre, January 22 nd 2005

Caro Edward,

ho pensato a lungo a come dirtelo, ho trascorso notti insonni consumata dal dolore, cercando le parole giuste, soppesando attentamente ogni frase, ogni singolo vocabolo, provando allo specchio persino il tono della mia voce, l'espressione del mio viso, ma ogni mio tentativo è stato inutile: non c'è un modo giusto per dirtelo, né un tono che si adatti alla situazione, e l'espressione mesta del mio viso avrebbe peggiorato solo le cose, rendendo tutto più difficile.

Non ce l'avrei fatta a reggere il tuo sguardo, e temo troppo il tuo giudizio per parlarti di persona.

Mi sono decisa così a scrivere, forse la verità è che preferisco vigliaccamente nascondermi dietro un foglio di carta. Scriverti è stato un po' come fare un salto indietro di vent'anni, quando le mie lettere avevano ben altra destinazione, quando il mio cuore attendeva pazientemente il tuo ritorno. In quei giorni era il tuo grammofono a tenermi compagnia, le mie giornate le trascorrevo sotto il portico di casa ascoltando la nostra canzone e aspettando il tuo ritorno.

L'insicurezza e la paura partoriscono i pensieri più terribili nella mente di una giovane donna sola e spesso pensavo che avresti potuto avere di meglio, se solo ti fossi guardato intorno. Avrei voluto fermarti, impedirti di partire, ma non potevo negarti la possibilità di diventare l'uomo che oggi mi appare fiero e dignitoso: avresti finito con l'odiarmi, magari non subito, ma col tempo sarei stata solo la donna che ti aveva impedito di realizzarti come uomo e come persona, ed il tuo amore si sarebbe così trasformato a poco a poco in frustrazione, ed io in una pesante zavorra, che ti avrebbe impedito di salire in alto e fare grandi cose. Ho preferito così tacere la mia insicurezza, il timore di perderti tra le braccia della prima sconosciuta su cui, in un momento di solitudine, avresti posato gli occhi, disposta ad interporre tra noi un intero oceano di distanza, convinta che il nostro amore fosse ben più profondo.

La vita qualche volta sembra divertirsi nel fare strani scherzi, a prendere parte alla scrittura del libro del nostro destino, e senz'accorgerci ci facciamo trascinare dagli eventi, inermi, come foglie secche in autunno lungo la corrente del fiume. All'inizio ho provato a risalire, andare controcorrente, sperando di ritrovare te alla fonte, ma non c'eri. Mi sono dovuta rassegnare e seguire il gelido corso d'acqua, un'altra foglia senza vita che si muove pur essendo morta dentro, un pezzo di legno, un burattino animato dai fili tesi di un capo burattinaio, di un saltimbanco che muovendolo ride per strada in cerca di denaro, mentre il burattino danza col suo sguardo inanimato sulle note di una triste canzone che fuoriesce da un organetto ambulante.

È così che ricordo la mia infanzia, impigliata nella tela di mio padre, che vedeva in me solo la figlia da dare in moglie ad un buon partito. Che importanza potevano avere i miei sentimenti in quel gioco di alta società?!

Ho capito cosa significa amare senza riserve solo quando giungesti nel giardino del mio cuore, accendendo i miei sentimenti; un amore puro, incondizionato, che mi ha fatta sentire viva: sono venuta al mondo per la seconda volta solo quando ti ho incontrato, e sono morta lì, quella notte sul molo, quando ci siamo lasciati. Sapphire Johnson quella notte è morta, ed un'altra donna ha preso il suo posto, una donna sorridente, ma triste, volitiva, ma insicura, libera, ma prigioniera di se stessa.

Per un uomo una notte d'amore può essere semplicemente un dolce ricordo della donna amata, la conquista di una notte o un sogno erotico, ma quando per una donna quel ricordo, quella conquista, la fantasia erotica cambia, ecco che il sogno si trasforma in una scelta: di vita o di morte, pollice in su o pollice verso, per decretare il vincitore di un combattimento gladiatorio di due istinti primordiali. Quell'ultima notte che ci siamo amati io scelsi la vita, ignorando che le conseguenze di quella scelta avrebbero segnato il mio cammino per il resto dei miei giorni. Fu così che ebbe inizio il mio esilio, la mia prigionia in un paese straniero che non accettavo e mal sopportavo.

Travolti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora