15

99 3 0
                                    

Quando Edward Anderson giunse a Sumatra avvertì una forte sensazione claustrofobica, si sentiva mancare l'aria nei polmoni, il sole improvvisamente l'abbagliò, come luce bianca appena fuori da un tunnel. Sentiva lo sciabordio delle onde e l'odore salino del mare. In acqua c'erano ancora migliaia di oggetti, case distrutte, gente morta ovunque. "Poveri diavoli" pensò Edward, nascondendo lo sguardo angosciato sotto la falda del suo cappello e dando una boccata al suo sigaro.

«Señor, no puede fumar» disse un uomo di origine spagnola.

«E va bene, va bene! L'ho spento!» rispose irritato Anderson, gettando a terra il mezzo cubano, poi, con un forte sapore di già visto, s'apprestò a salire sulla corriera, ricordando quando attonito vi saliva vent'anni or sono per la prima volta.

"Ci sono cose che non cambiano mai" pensò, guardando fuori dal finestrino della vecchia ed affollata corriera. Il paesaggio gli scorreva veloce davanti agli occhi, nulla in vent'anni era cambiato, il tempo in quelle terre sembrava fermarsi o, quanto meno, scorrere con maggior lentezza rispetto al resto del mondo.

«Se l'affare andrà in porto avremo i giacimenti di petrolio di Sumatra»

«È fantastico!» disse un giovane e troppo ingenuo Edward Anderson a Jack Turner.

«Ma che ne sarà di questa gente?» domandò candidamente, indicando delle abitazioni.

«Edward, Edward, Edward. Quando imparerai a fregartene del prossimo. Fotti il mondo, prima che il mondo cominci a fotterti». Ne erano passati di anni da quel fatale incontro a Manhattan. Da allora aveva imparato a mentire con calcolata freddezza, fingendo di essere così l'acquirente di passaggio interessato al contratto di turno. In tal modo Jack Turner non solo manteneva su di sé l'attenzione degli azionisti, ma poteva permettersi di alzare la posta in gioco. In poco tempo aveva preso il posto del vecchio socio di Turner, dimostrando una innata abilità per quel genere di lavoro.

"Non credo sia un buon affare Signor Turner" disse un giorno Edward ad una riunione, in presenza di decine di potenziali acquirenti "Se lor signori vogliono acquistare, sono felice di cedere a qualcun altro il mio posto".

Era stanco di far da burattino, stanco di "fottere il mondo". Nonostante quel lavoro fosse "piovuto dal cielo" e gli avesse permesso di vivere agiatamente, Edward non voleva passare la vita a fingere di essere qualcun altro per arricchire Jack Turner, essere un grigio pupazzetto parlante da riporre quando la commedia fosse finita.

L'affare del petrolio era forse il contratto più vantaggioso che Jack Turner potesse siglare, l'apice di una lunga e difficile scalata al potere.

«Sei forse impazzito?!?» gridò con veemenza Jack Turner strattonando Anderson."Ti ho raccattato dalla strada. Se non fosse per me a quest'ora saresti sotto un ponte, lurido topo di fogna!" diceva Turner, sfogando la sua rabbia per il contratto andato a monte. "Vile traditore, non vali un centesimo, avrei dovuto lasciarti per strada", diceva continuando a strattonarlo con maggior violenza. Fu in quel momento che Edward pensò di voler vivere la sua vita da protagonista, di riprendere il controllo della sua esistenza. Animati scambi di insulti, una colluttazione, poi un violento colpo alla tempia. Sangue. Le vesti di Edward Anderson erano macchiate dal sangue di Jack Turner, che cadde a terra, ferito alla tempia con una ventiquattrore. Edward ne udì il pesante rimbombo. Lo sguardo esanime di Turner lo fissò impietrito. Il sangue gli bagnava i capelli, scendendo veloce proprio in mezzo agli occhi. S'inginocchiò lentamente, poi, come la sua ventiquattrore, cadde a terra. Morto. Edward si ritrovò solo in quella camera d'albergo. "Devo chiamare la polizia. Spiegherò tutto. Capiranno." pensò. Alzò il ricevitore del telefono: il centralino dell'albergo attendeva istruzioni, non sapeva se quella era la cosa giusta da fare. La sua mente era una girandola di timori, paure, ansie. Ancora riecheggiavano gli insulti di Jack Turner: "sei una nullità!", "avrei dovuto lasciarti per strada, dove ti ho raccattato!".

Travolti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora