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Sapphire sentì il sangue raggelarsi nelle sue vene, nell'udire il racconto di Edward, come se si fosse fermato di colpo congestionando la circolazione. Il battito accelerato le martellava il petto, mentre sentiva il corpo velarsi d'un gelido sudore e il freddo accapponarle la pelle. Il suo sogno d'amore finiva con un omicidio, in un bagno di sangue vermiglio; sposare Edward, o solo immaginare una vita insieme equivaleva a macchiarsi dello stesso sangue di Tucker. La donna se ne restò zitta, in silenzio, seduta sul letto, ascoltando attonita ogni macabro particolare di quella inconfessabile confessione e ad ogni parola, ad ogni dettaglio che dipingeva l'oscuro quadro di quell'efferato delitto, Sapphire sentiva il fantasma di Tucker, evocato come in una seduta spiritica, deriderla, maledire il loro amore, prendersi la sua rivincita, vendicando la sua stessa morte. Quanto era cambiato Edward in quegli anni! Solo in quel momento la donna sentì lo scorrere del tempo.

Quando tutto resta uguale a se stesso sembra che il tempo si sia fermato, "non è cambiato nulla" diciamo nostalgici ritrovando intatti i nostri ricordi, ma quando le cose cambiano, è allora che ci accorgiamo che il tempo è passato: nel riflesso di uno specchio che non ci appartiene più, in un abito vecchio messo per un evento ormai lontano, in un corpo che cambia tradendo i nostri anni. Se il loro amore era rimasto immutato, loro invece erano fatalmente cambiati.

Sapphire aveva trovato una risposta all'improvvisa fortuna di Edward, mentre le lacrime scendevano lungo il suo volto impallidito. "Ecco spiegato tutto" sussurrò dondolando su se stessa come impazzita.

«Ho dovuto farlo» disse Edward inginocchiandosi verso la donna. Le strinse la mano.

«No, non toccarmi, non voglio» disse Sapphire, sottraendosi alla presa come quel giorno sul molo.

«Sapphire, guardami, sono sempre io»

«No, non sei la persona che credevo di conoscere»

Edward le accarezzò i capelli. "Vattene!" diceva Sapphire in lacrime, ma non riusciva realmente a respingerlo. "Vattene! Tu non capisci!" proseguì.

«L'ho fatto per te, per noi...»

«Per noi due? L'hai fatto per noi due?» l'immagine di Edward tremava, come una candela al vento, tra le lacrime di Sapphire che le bagnavano gli occhi. «Tu hai ammazzato un uomo! E dici di averlo fatto per noi due?!» scattò in piedi, si guardava intorno nervosa alla ricerca di qualcosa, rovistò in giro sconvolta, poi prese un vestito poggiato sulla poltrona e lo indossò velocemente. Si era sentita nuda in presenza di quell'uomo divenuto un estraneo.

«Tu hai ammazzato un uomo per i suoi soldi ...»

Edward scosse il capo, temeva che Sapphire avrebbe travisato la storia, ed era successo: «Tu non capisci - disse - non l'ho ammazzato per i suoi soldi. È stata una lite ...».

«Una lite che ti ha reso molto ricco!»

«Quando vidi la valigetta con i titoli a portatore e i conti cifrati l'avevo già ucciso, Sapphire» gridò l'uomo, nel vano tentativo di difendersi. «Tuo padre ...»

«Lascia fuori mio padre» interruppe la donna.

Ma Edward riprese: «Tuo padre non avrebbe mai acconsentito al nostro matrimonio. Sapphire Johnson, discendente di un nobile casato, che sposava un umile garzone...»

«L'avrei fatto»

«No. No, Sapphire, non lo avresti fatto»

«L'avrei fatto, invece...»

«E allora perché, dannazione, hai lasciato che io partissi?!» le gridò contro l'uomo.

Sapphire scoppio in lacrime:«Dicevi che la tua famiglia... ed io non potevo... non potevo fermarti...».

«Non potevi o non volevi, Sapphire?»

«Era il tuo sogno, volevi cambiare il tuo destino ...»

«...e l'ho fatto pensando solo a te»

«Non era questo che volevo»

«Quando sono partito ho pensato solo a te. Sì è vero, la mia partenza era dovuta alla mia famiglia, ma dopo...»

«Non coprire la nostra storia di bugie, non rovinare l'unico ricordo bello che mi ha accompagnato in tutti questi anni» l'interruppe la donna.

«Sono partito per diventare una persona migliore, importante, per te»

«Eri già importante per me!» la voce di Sapphire risuonò forte in tutta la camera. «Lo eri già, e non te ne sei mai accorto. Sei partito per i soldi! Non ti bastava quello che avevamo noi due e quello che avremmo potuto costruire insieme...».

Sapphire si sentiva male. Una forte nausea la stordì, avvertendo un forte senso di vuoto, come se fosse la stanza ora a dondolarle intorno, facendole mancare la terra sotto i piedi in un senso di vertigine. Era pallida in volto e molto debole, le labbra si fecero violacee, sedette di peso sulla poltrona nell'angolo. Il respiro affannato.

«Cos'hai Sapphire?»

Non riusciva a parlare, ma fece tuttavia cenno di allontanarsi, e con appena un filo di voce disse: «Stammi lontano, non ti avvicinare»

«Bene. A questo punto mi sarà meno difficile dirti che parto. Ritorno a Londra, ho già rinviato troppo, e non mi sembra che ora ci siano le premesse per farlo ancora»

Un'amara risata comparve sul volto di Sapphire, che deridendolo disse: «Tipico di te. Quando siamo felici, scappi!» benché la donna avesse voluto avere più aria nei polmoni per gridargli tutta la sua rabbia, la voce era ancora sottotono: «Hai sempre un altro luogo dove andare: Londra, l'America, Sumatra, c'è sempre un altro posto dove vorresti o dovresti essere».

La pelle lucida, velata di un madido sudore, la voce vibrante, quasi rotta dal pianto, tradiva lo sforzo della donna anche solo di parlare. «Avresti potuto chiedere un lavoro a mio padre, ci avrebbe aiutati» proseguì Sapphire Johnson, coprendosi la bocca con la mano, ancora nauseata.

«E vivere per il resto della vita della sua elemosina?! Se tuo padre avesse voluto darmi un lavoro, quando mi raccolse dall'officina, un vero lavoro, non mi avrebbe certo fatto fare il suo galoppino, pronto a riparare ogni guasto di quella fottutissima casa!»

La donna pensò che in fondo Edward forse aveva ragione:l'austero Signor Johnson non avrebbe mai permesso che la sua unica figliasposasse un disgraziato, "uno senza spina dorsale" le diceva sempre. Se avessevoluto coronare il suo sogno d'amore, forse sarebbe dovuta fuggire quella nottesul molo, e trovare il coraggio di ribellarsi al volere dell'anziano genitore. Ilfilm della sua vita scorreva veloce sullo schermo della sua mente, unasovrapposizione confusa di immagini che le fece mancare il respiro e mentreEdward, con gli occhi gonfi di lacrime, ed un forte dolore nel petto, le dicevaaddio, chiudendo per sempre la porta alle sue spalle, Sapphire sentì la vistaannebbiarsi e, senza forze, svenne. e,f,d=uT


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