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Quando Sapphire aprì gli occhi quasi non ricordava che giorno fosse: la serata al Dorchester era stata particolarmente lunga e stressante, e le aveva lasciato un gran mal di testa. Si guardò intorno, le ci volle qualche istante per ricordare dov'era. Sentiva Annabelle Miller sbraitare al telefono con qualcuno "Ma cosa...?" si alzò dal letto ed aprì la porta della sua camera, la voce dell'amica divenne più forte: «Stronzi!» poi un rumore improvviso, e la conversazione finì.

«Tutto bene?» disse avvicinandosi.

«Sapphire! Già sveglia?»

«Ti ho sentita urlare...»

«Lascia perdere» rispose esausta l'amica sprofondando nel suo divano.

Sapphire guardò il cordless dell'amica fracassato a terra: «Buon Anno!» disse, cercando di strapparle un sorriso. Annabelle sbuffò, non riusciva a mascherare la delusione, come un bambino la mattina di Natale che non trova ciò che voleva sotto l'albero.

«Ha telefonato Philippe».

Sapphire non presagiva niente di buono. Philippe era un uomo scaltro, con un istinto molto acuto, aveva rifiutato offerte vantaggiose solo perché una sensazione gli diceva di farlo, ed il tempo gli aveva sempre dato ragione. Probabilmente l'altra sera aveva avvertito qualcosa di molto forte.

«Lo chiamo subito». Si diresse in camera sua e in fretta compose il numero del cellulare dell'uomo.

Pochi squilli dopo, Philippe Valois rispose al telefono. Fu breve, coinciso, aveva toccato i punti chiave ed i problemi che l'avevano turbato, proprio come avrebbe fatto in una importante riunione d'affari.

«Divorzio?» domandò stupita Sapphire Johnson. Non credeva che quell'incontro con Edward Anderson fosse stato così fatale per entrambe. In lei aveva svegliato vecchi ricordi che forse non erano mai andati via, ma cosa aveva suscitato in lui quell'uomo in pochi minuti?

"Che abbia scoperto qualcosa?" si chiedeva la donna perplessa. Aveva custodito il suo segreto gelosamente per vent'anni, senza mai farne parola con nessuno. Talvolta custodirlo le era sembrato impossibile, eppure ce l'aveva fatta. Vent'anni senza mai poterne parlare con qualcuno, vent'anni di solitudine, prigioniera di se stessa e di un inconfessabile segreto.

«Parto, ritorno in Francia» disse l'uomo sintetico.

«Philippe aspetta mi devi delle risposte».

«Credo che le risposte che cerchi tu le abbia già» stava per riagganciare.

«Aspetta Philippe!» gridò la donna.

«Cosa c'è ancora? Ci siamo detti tutto».

«Aspetta. Incontriamoci al 4 Holland Street tra mezz'ora».

«Ho l'aereo».

«Non ci vorrà molto».

«E va bene» disse l'uomo spazientito.ҦG-


Travolti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora