Sapphire udiva delle voci confuse, ma tra esse distinse perfettamente quella di Annabelle Miller, che la destò da quel sonno beato e, affetta da una momentanea amnesia, aprì gli occhi. Davanti a lei s'andava definendosi la figura di Annabelle Miller.
«Cosa è successo?» chiese Sapphire Johnson, scorgendo intorno a sé un alone di perplessità. Si guardò intorno per capire dove fosse: «Ma dove mi trovo?» proseguì.
«Sei nell'infermeria dell'ospedale. Ricordi cosa è successo?» le domandò la Miller. «Eri al telefono quando ti sei sentita male».
«Philippe!» gridò la donna saltando dal letto-branda. «Devo partire immediatamente, devo andare a Londra».
«Calmati Sapphire. Era Philippe a telefono?»
«No, tu non capisci. Philippe è morto! È stato ammazzato»
«Ne sei proprio sicura?» domandò Annabelle, rammentando di quella sera quando Sapphire varcò l'uscio della sua casa asserendo nervosamente di essere stata lei ad aver ucciso Philippe Valois.
«Mi ha chiamato Nicolas, da Londra».
Erano trascorsi diversi giorni dalla morte di Philippe Valois. Il suo corpo era stato ritrovato riverso per terra in un primordiale stato di decomposizione. C'era voluto un po' affinché nell'albergo si avvertisse la sua assenza e l'aver sospeso i servizi in camera non aveva certo facilitato le cose. Tuttavia i clienti del piano cominciavano a lamentare un tanfo di provenienza oscura. L'inserviente, dopo aver bussato diverse volte alla porta della camera dell'uomo, accertandosi che non ci fosse, entrò alla ricerca dell'origine di quel miasma. La stanza era in disordine, le luci accese nel bagno, ed il climatizzatore in funzione, il letto disfatto e la tv accesa. Addentratasi nella stanza, la donna trovò il corpo del Conte Valois a terra supino, sulla moquette dell'appartamento, accanto una bottiglia di liquore, con un'espressione sul suo volto di chi ha veduto la morte non soltanto con gli occhi. Un buco in fronte, un lago di sangue. Le urla della donna che ne aveva rinvenuto il corpo terrorizzarono i corridoi dell'albergo.
«La Signora Johnson-Valois, per favore»
«Sapphire Johnson -Valois?» replicò l'infermiera.
"Sapphire ... Sapphire ... Sapphire": Reiko aveva già sentito quel nome che adesso le risuonava tanto familiare in testa, era lo stesso che pronunciava ininterrottamente Edward durante il delirio. Forse non era sposato, ma avrebbe fatto bene a dirglielo?
«Credo di sì»
«È in infermeria»
Entrata nell'astanteria, Reiko trovò Sapphire, pallida in viso conversare con Annabelle.
«Come va?» domandò avvicinandosi.
«Va molto meglio adesso»
«Non credo voi due vi conosciate: Annabelle, lei è la persona di cui ti ho parlato per quell'affare della compra-vendita»
Annabelle Miller non poté far tacere l'affarista che era in lei, e con la diplomazia di un politico in piena campagna elettorale, strinse la mano a Reiko con tutto l'affetto e la cordialità di cui era capace.
«È stato solo un malessere passeggero, dovuto allo stress, ad un shock, ma nulla di cui preoccuparsi». La diagnosi del medico che aveva appena visitato la donna era senza dubbio rassicurante.
«Tuttavia» proseguì l'uomo «Le ho prescritto delle analisi da fare quando rientrerà a Londra, Signora Valois. Meglio essere previdenti».
«La ringrazio, dottore».
«Dovere».
Sapphire si rivestì in fretta e pregò Annabelle e Reiko di accompagnarla in albergo a fare i bagagli e poi all'aeroporto.
«Vuoi che venga con te?» chiese Annabelle a malincuore.
«No. È più giusto che tu resti qui. Ti telefonerò appena sarò a Londra». Sapphire era stranamente risoluta e piena di vita, come un guerriero, allo strenuo delle forze, che sa di dover combattere la sua battaglia più importante e feroce.
Con passo deciso si diresse verso l'aeroporto, armandosi di una rivista, un caffè lungo ed una mascherina per dormire, avvolta in uno stretto tailleur nero che ne esaltava l'esile silhouette. Prima di salire sul ponte d'imbarco, aprì il pieghevole del suo nokia e compose un numero: «Nicolas, sono io. Chiama Mathieu Moreau, dovrebbe essere ancora in città, dagli il mio numero e fammi richiamare». Con cipiglio manageriale proseguì: «Chiama un notiziario nazionale ed organizzami una conferenza stampa con riprese in esclusiva per il network che contatterai».
Sapphire era insolitamente tenace, convinta che la miglior difesa dalla stampa fosse l'attacco. Avrebbe organizzato lo spettacolo che loro si aspettavano di vedere, dopodiché si sarebbe ritirata in silenzio a Le Havre. Spense il cellulare, richiuse il pieghevole, lo infilò in borsa e salì a bordo.
"Permesso, mi scusi" la donna cercava di destreggiarsi tra i tanti passeggeri che sistemavano bagagli e sedili. Sedette, posto in corridoio. Non appena il boeing decollò la capo hostess diede le istruzioni necessarie in caso di nausea o di pericolo. "La nostra compagnia vi augura un piacevole viaggio" concluse chiudendo l'interfono.
Una volta in volo, su di uno schermo scorrevano le immagini di un b-movie senz'audio. Sapphire iniziò a sfogliare la rivista che aveva acquistato: un pesante blocco di carta patinata occupato per lo più da pubblicità di profumi e creme antirughe. Tuttavia la sfogliò fingendo di essere interessata, non aveva voglia di parlare con il solito passeggero chiacchierone che vuole raccontare la sua vita ed il motivo del suo viaggio. Non era in vena di fare conversazione.
Respirava ancora piano e ad intervalli irregolari inspirava forte per darsi la carica. Il viaggio fu sostanzialmente tranquillo e silenzioso, in lontananza si sentivano le voci di due amiche che chiacchieravano sorridenti, mentre il ronzio dello sciame di cuffie in sala si faceva più forte durante le scene d'azione del film in proiezione. Trascorse il resto del viaggio dormendo, fino a quando fu destata dalla voce della capo hostess.
"Signore e signori, tra pochi minuti atterreremo ..." annunciò la voce. "siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza. Grazie per aver preferito la nostra compagnia".
Sapphire tolse la mascherina e la poggiò sulla rivista. Allacciò la cintura e si segnò con la croce. Il viaggio non era affatto finito e si preannunciava ancora lungo e turbolento.
dy"0u
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Travolti dal destino
General FictionSapphire e Edward si erano amati, ma il loro era un amore interrotto. Una sera qualsiasi si incontrano per caso ad un party di beneficenza, sconosciuti ormai nella notte, ritrovando però quell'antica fiamma e passione che li aveva sorpresi vent'anni...