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Sapphire percorse in fretta Holland Street, cercò di mantenere un passo deciso, sicuro, nel caso Philippe la stesse ancora osservando in lontananza. Non si voltò, lo considerava un gesto di debolezza. Si sentiva usata, tradita e faticava a trattenere le lacrime, ma, non appena svoltò l'angolo, pianse.

Si affrettò ad attraversare la strada, quando un'auto scura stava per travolgerla. Una brusca frenata, lo stridio dei freni, il fragore della gomma sull'asfalto. La donna fu paralizzata dalla paura e cadde in terra spaventata. "Sta bene?" disse un uomo scendendo dalla Jaguar. "Non l'avevo vista. È saltata fuori all'improvv...". L'uomo si fermò. Aveva riconosciuto la donna che stava quasi per investire.

«Mrs Valois!» esclamò sorpreso.

La donna alzò lo sguardo. I suoi occhi madidi lo fissarono. Provò ad asciugare quelle lacrime miste al mascara, che le annerivano il viso, con le mani. Era profondamente imbarazzata, non avrebbe voluto essere vista in quelle condizioni.

"Prenda questo" disse l'uomo con tono rassicurante, porgendole un fazzoletto.

«Grazie» sussurrò la donna, mantenendo gli occhi bassi.

Dietro la Jaguar si formò una lunga colonna di auto che clacsonavano insofferenti. L'uomo aiutò la donna a rialzarsi: «Togliamoci dalla strada» disse sorridente. Accostò l'automobile al marciapiede e si avvicinò a Sapphire.

«Tutto bene?».

Sapphire annuì sforzandosi di sorridere, non riusciva ancora a parlare, ma andava meglio.

«Si ricorda di me? Ci siamo conosciuti al Dorchester, sono...»

«Mathieu Moreau» disse la donna, felice di vedere un volto conosciuto. «Mi ricordo di lei Signor Moreau».

«Vuole che l'accompagni a casa?». La donna scosse la testa.

«Farò due passi» disse, poi timidamente aggiunse: «Farebbe due passi con me?». L'uomo le sorrise.

Si ritrovarono a passeggiare per le vie di Londra. Sapphire avvertì di nuovo quella forte alchimia che aveva provato la prima volta alla festa. Non sapeva cosa fosse di quell'uomo a travolgerla, forse i modi, l'eleganza nel parlare, la cultura, ma avvertiva una sintonia molto forte.

Mathieu Moreau era il primo di quattro figli. Discendente di una nobile stirpe di avvocati e magistrati, nonché membro di uno dei più importanti studi legali di Parigi.

I due si ritrovarono seduti ad un Caffè, l'uno di fronte all'altra. Era la prima volta che Sapphire si sentiva così bene e libera da quando era ritornata a Londra. Le sembrava di aver visto un lato della città che non conosceva e per qualche istante di essere soltanto Sapphire Johnson, senza formalità, né obblighi, né rituali sociali per guadagnarsi la benevolenza degli altri. Sentiva di poter dire tutto a quell'uomo, benché lo conoscesse appena.

«...e così gli ho chiuso la porta in faccia e sono uscita» concluse.

«Cosa pensi di fare?» le domandò Mathieu Moreau tenendole la mano.

«Non lo so» gli rispose la donna, sottraendosi timidamente alla presa. Arrossì.

«Vorrei scappare via, staccare la spina. È tutto così difficile» asserì Sapphire massaggiandosi il viso. Si sentiva stanca nell'anima. Per anni aveva lottato valorosamente per nascondere il suo segreto, e mantenere unita la sua famiglia, e adesso aveva scoperto che quel segreto era solo un elefante rosa in soggiorno che Philippe Valois fingeva di non vedere e che in realtà quell'esibita unione familiare era in realtà soltanto un'illusione cui, fingendo, avevano finito col credere davvero.

«Forse dovresti farlo» suggerì entusiasta l'uomo.

«Cosa?».

«Staccare per un po'. Andare via, lontano».

«Forse hai ragione. Ma non saprei proprio dove andare... forse dovrei...». Guardò l'orologio, il tempo era volato. «Oh, mio Dio! È tardissimo». Scattò dalla sedia come una furia. Come una Cenerentola a mezzanotte, raccolse in fretta le sue cose, poi disse: «Devo proprio andare».

«Aspetta!» disse Moreau.

"Forse faccio ancora in tempo" pensò. Attraversò in fretta la strada e fermò un taxi, si voltò verso l'uomo e prima di entrare nell'auto gridò: «È stato un piacere!».

Comunicò all'autista la destinazione e scomparve tra i colori grigi della città.

Improvvisamente la nebbia delle sue paure e insicurezze si dissolse, tutto per la prima volta fu chiaro. Seduta lì sul sedile posteriore di quel taxi, vedeva finalmente le cose con chiarezza e sapeva perfettamente cosa avrebbe dovuto fare per evitare il peggio, ma avrebbe dovuto trovare in se stessa la forza e il coraggio per risolvere quella situazione.

Aveva freddo, si strinse forte nella mantella bianca, anche le sue mani erano fredde, come lo era stata la sua vita fino a quel momento. Ma adesso era più decisa che mai a cambiare strada.

«Svolti a destra» disse all'autista con voce decisa.

Sapphire guardava le vie di Londra trasformarsi attraverso il finestrino dell'auto. Cambiavano i colori, le strutture, persino i profumi, a mano a mano che l'auto avanzava.

«Si fermi qui per favore» gli ordinò. Indossò i grandi occhialoni scuri, si strinse nella mantella e sistemò i guanti e infine controllò il contenuto della sua borsa.

«Ecco prenda. Tenga il resto.».

«Grazie, Signorina!» esclamò l'autista entusiasta per la cospicua mancia.

Scese dall'auto e si avviò verso il portone di un palazzo. Ritornò indietro e bussò al finestrino dell'auto: «Mi aspetterebbe qualche minuto?».

«Certo. Quanto vuole.».

Camminava piano. Non era sicura di ciò che stava per fare, ma in qualche modo avrebbe dovuto fermare l'inerzia della sua vita e diventarne nuovamente padrona.

Sin dalla nascita aveva sempre vissuto in uno stato di sudditanza: prima con suo padre, le scuole migliori, le lezioni di piano, la disciplina ferrea, poi con suo marito. Tra i due c'era stata una sola parentesi di felicità per la donna: Edward Anderson, l'uomo che l'aveva fatta sentire libera e, per la prima volta, amata.

Quando fu dentro comprese che non poteva tornare indietro. La vita in fondo è un gioco d'azzardo, e la sua roulette stava già girando da un pezzo, era giunto il momento di fare una grossa puntata.

Si sistemò ancora una volta l'abito ed entrò a testa alta, adesso dovevagiocare duro: "chi non rischia, non vince".    


Travolti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora