26.

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Controvoglia uscimmo dal letto.
Ritornai nella mia camera senza aggiungere altro e cominciai a darmi una sistemata prima di riprendere il viaggio.
Sentii qualcuno bussare alla porta mentre mi stavo infilando dei jeans color indaco e un maglioncino blu,così andai verso la porta e l'aprii.
Mi si paró davanti Dylan con un sorriso a dir poco forzato e le mani intente a torturarsi l'un l'altra "Emh..sono riuscito a chiamare i soccorsi,qui prende abbastanza bene..tra poco potrai essere a casa."
Fece per andarsene ma lo fermai "Aspetta! E tu ora cosa farai?" chiesi prendendogli le mani e mettendole tra le mie.
"Ho descritto i problemi dell'auto ai soccorsi..hanno detto che ormai é andata,quindi mi riaccompagneranno a casa e tu procederai per la tua strada." disse evitando il mio sguardo.
Avevo gli occhi gonfi di lacrime "Quindi..io-"
Mi bloccai quando sentii le sue labbra posarsi sulle mie.
"É stato bello." disse prima di andarsene.
Mi lasció così,nel bel mezzo di un corridoio.
Lo guardai andar via senza che io potessi fare nulla.
Sentivo le gambe molli,incapaci di muovesi.
M'imposi di fare qualcosa..qualsiasi cosa.
Feci appello a tutto il coraggio che riuscii a trovare in me e gli corsi dietro.
"Aspetta...ti prego aspetta" dissi completamente in lacrime,completamente confusa.
Lo raggiunsi e mi tuffai nelle sue braccia,che fin dal primo giorno mi avevano offerto un piccolo posto da chiamare casa.
"Nella vita ho perso molte persone" singhiozzai
"A cominciare dalla mia famiglia,la mia vera famiglia.
E beh..non voglio perdere anche te..non andartene ti prego. Scappiamo via,ovunque tu voglia,come hai detto tu: solo io e te."
A quel punto mi strinsi ancora più forte a lui e mi lasciai andare in un pianto sconsolato.
Non volevo perderlo..non lui.

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