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Una volta arrivati davanti all'ospedale, scendemmo dall'auto. Aiutai il ragazzo a sorreggersi in piedi.
Era allo stremo delle forze.
"Non ti preoccupare, ci siamo quasi, solo un piccolissimo sforzo e poi starai meglio" dissi mentre entravamo all'interno della struttura.
"Ehi" sussurrò nel mio orecchio.
"Grazie" mi baciò sulla guancia.
Mi sentivo uno schifo, lui si trovava in quelle condizioni a causa mia, il minimo che potevo fare era stargli accanto.
Andammo dritti da un infermiera che si trovava al banco delle informazioni.
"Mi scusi" dissi attirando l'attenzione della donna.
"Mi dica car..." si portó una mano sulla bocca e sgranó gli occhi quando vide le condizioni di Dylan.
"Santo cielo" sussuró.
Mi morsi l'interno della guancia cosí forte che sentii il sapore metallico del sangue scendere giú nella gola.
"Venite, seguitemi" disse alzandosi. Subito prese una sedia a rotelle sulla quale face sedere il ragazzo.
Successivamente ci scortò in una stanza dove lo fece sdraiare sul lettino.
"Tesoro" si rivolse a me con aria comprensiva.
"Siediti su quella poltroncina, hai bisogno di qualcosa? Un té caldo? Un po' d'acqua?" chiese mentre mi sedevo sulla poltroncina in stoffa che si trovava accanto ad una finestra da dove gli ultimi raggi di solo si intravedevano all'orizzonte.
"No grazie, sto bene cosí" risposi accennando un sorriso.
"Vado subito a chiamare un dottore, nel frattempo aiuta il tuo amico a togliersi la giacca, cosí poi potrà cominciare subito la visita" detto ciò, l'anziana donna uscí dalla stanza accostando un po' la porta.
"Dylan?" lo chiamai
"Mh" rispose lui debolmente.
I suoi bellissimi occhi erano chiusi e la sua espressione era dolorante.
Mi diressi verso di lui e gli presi la mano.
Il ragazzo cercò di stringerla, ma per quanti ci provasse..la sua stretta non sembrava neanche una stretta, ma quello era il gesto più dolce del mondo.
"Ehi ehi, non ti preoccupare..ora starai bene" dissi quando sentii il suo corpo irrigidirsi mentre gli sfilavo la giacca.
Pochi istanti dopo, un uomo sui quarant'anni, con un camice bianco ed una cartellina nera in mano, varcò la soglia della stanza.
"Salve ragazzi" disse mentre si avvicinava al letto.
"Salve" risposi.
"Oh qui abbiamo un serio problema" indicò Dylan che aveva ancora gli occhi chiusi.
Feci di si con la testa mentre un groppo mi saliva in gola.
Cominciai a parlare con il dottore dell'accaduto, senza entrare troppo nei particolari. Mi chiese il nome ed il cognome del ragazzo, che successivamente scrisse con la sua penna nera sulla cartellina.
Cominciò a visitare Dylan, il cuore mi batteva forte.
Dopo una serie d'esami a Dylan fu somministrato dell'antidolorifico mentre il medico  metteva dei punti sulla sua fronte. Delle infermiere gli fasciarono il braccio che sfortunatamente continuava ancora a sanguinare, gli vennero puliti accuratamente tutti i tagli ed i graffi sulle braccia ed infine gli fu applicata una pomata sotto al labbro che si era gonfiato a causa di un livido.
"Bene, Dylan,  adesso é solo una questione di tempo e le tue ferite guariranno" affermò il dottore che si trovava ai piedi del letto.
"Grazie dottore" disse guardandolo mentre accennava un sorriso grato all'uomo.
"Adesso ti faremo una lastra per accertarci che non hai nulla di rotto"
"Grazie infinite, davvero" dissi alzandomi dalla poltrona.
"Figurati" mi rivolse un sorriso amichevole e fece per uscire dalla stanza, quando ad un tratto, tornò sui suoi passi, si voltò e disse "Signorina, il suo braccio sanguina!"

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