38.

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"Cosa?" domandai aggrottando la fronte.
"Il suo braccio" ripeté il dottore indicandolo.
Spostai lo sguardo sul mio braccio sinistro ed a malincuore scoprii di avere una ferita che purtroppo continuava a sanguinare di tanto in tanto.
"Vanga qui" m'indicò un altro letto accanto a quello di Dylan.
Mi sedetti dove il dottore mi aveva indicato poco prima e lasciai che mi medicasse.
Dylan si voltò verso di me rivolgendomi un dolce sorriso che esprimeva più di mille parole.
Successivamente ricambiai amorevolmente il sorriso al ragazzo che in quel momento stava per richiudere gli occhi.
Pochi istanti dopo il dottore annunciò fiero del suo lavoro "Ecco fatto, ora dovrebbe andare meglio" il mio avambraccio era fasciato con una garza bianca e chiusa con un piccolo gancio.
L'uomo uscì dalla stanza portando con se tutti gli oggetti usati precedentemente per la medicazione.
Restammo soli.
Nella stanza si udiva solo il dolce suono del respiro di Dylan che procedeva con intervalli regolari.
Mi accostai al suo letto e gli diedi un piccolo bacio sulla fronte.
Trascorsero svariati minuti prima che degli infermieri portarono Dylan a fare le lastre.
Cosí mi ritrovai da sola.
Mi sdraiai sul letto ed appoggiai la testa sul cuscino ed improvvisamente caddi in un sonno profondo e silenzioso.

"Aria?"
"No no, vattene." urlai nel sonno.
"Va via!" cominciai a piangere, il mio respiro si fece più intenso e riuscii a svegliarmi solo quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla e squotermi leggermente.
"Aria?" ripeté ancora la voce.
"Ehi tutto bene?" era Dylan.
Si trovava accanto a me e la sua espressione era preoccupata.
"Mh..si" rispisi, ma subito dopo scoppiai in lacrime smentendo la risposta appena data.
"Ehi piccola" sussurò dolcemente lui mentre mi abbracciava.
"Non ti preoccupare..va tutto bene, ci sono io" disse dandomi un bacio fra i capelli.
"C'era Matt." affermai con lo sguardo perso mentre sentivo il suo petto vicino alla mia testa.
"E...e anche tu, a terra." un singhizzo mi fece tremare.
"Hai risognato l'incidente di ieri?" chiese cercando di consolarmi.
Feci di sì con la testa mentre lo stringevo ancora di più a me.
"Piccola, é tutto finito ora. Io sto bene, la lastra é andata a buon fine. Tutti i dolori che avevo non erano altro che delle lesioni, avrò qualche livido..ma per fortuna non ho nulla di rotto. Domani mi toglieranno i punti dalla fronte e poi potremmo andare via."
"E dove andremo?" chiesi alzando lo sguardo per cercare il suo.
"Aria, non lo so. Troveremo un posto, te lo prometto" mi strinse saldamente tra le sue braccia e lasciai che il suo battito mi cullasse e mi calmasse.
Guardai fuori dalla finestra, l'alba procedeva lentamente, la città cominciava a svegliarsi e le mie paure cominciavano pian piano a sgretolarsi.

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