Corsi verso Dylan e lo strinsi forte tra le mie braccia, come per impedire a quei ragazzi di fargli un altro danno.
"Andate via!" ordinai con voce dura mentre tenevo la testa appoggiata al petto di Dylan.
Sentivo il suo respiro debole ed i suoi battiti piú lenti.
I ragazzi e Matthew non furono d'accordo con quello che precedenentemente gli avevo ordinato di fare.
I suoi occhi si puntarono suoi miei e in pochi secondi mi ritrovai il suo volto proprio difronte al mio.
Sciolsi l'abbraccio con Dylan e incatenai un contatto visivo ancora piú forte con Matthew.
Strinsi i denti e dissi "Va via"
"Non azzardarti a dirmi cosa devo fare" sbottó lui.
"Devi andartene, adesso!" risposi cercando di sembrare forte.
"Altrimenti?" mi stuzzicó lui facendomi un mezzo sorriso.
"Non hai altre opzioni. Vattene e non farti piú vedere"
A questo punto Matthew chiuse gli occhi e piegó la testa all'indietro lanciando un'agghiacciante risata nell'aria.
"Pensi ch'io stia scherzando?" serrai i pugni per trattenermi dal colpirlo in pieno volto.
"No, certo che no" disse smettendo di ridere mentre riportava lo sguardo su di me.
"É solo che sei cosí ridicola quando provi a fare la dura" sorrise e mi portó una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi scostai disgustata dal suo tocco.
"Non toccarmi" risposi.
"Oh si. Ora dici cosí, ma, un tempo come ti piaceva quando ti toccavo eh?" sorrise maliziosamente dandomi un pizzicotto sulla guancia.
Gli altri cominciarono a ridere ed a dare pacche sulle spelle Matthew.
"Adesso basta!" sentii il suono piú bello del mondo che riuscí a far smettere di parlare quei coglioni.
"Uo uo, ecco chi ritorna dal mondo dei morti" rise Matthew.
Gli occhi di Dylan si scurirono e anche lui serró i pugni mentre si avvicinava al fratello. Non potevamo sfiorare neanche con un dito Matthew, altrimenti lui ed i suoi amici ci avrebbero pestati.
"Matt, vattene. Adesso." disse scandendo bene le parole.
"Va bene, me ne vado. Ma sappi che non finisce qui." disse con un sorrisetto beffardo mentre lui ed i suoi amici se ne andarono.
Le braccia di Dylan si avvolsero intorno al mio corpo tremante dalla paura, la sua presa non era salda come sempre.
"Cosa faremo adesso?" domamdai "Non lo so, non possiamo contare sull'aiuto di mia madre. Non posso dirle quello che mi ha fatto, altrimenti lo riporteranno via..come cinque anni fa. Non posso perderlo di nuovo." rispose con voce rauca.
"Ma Dylan!" protestai "Guarda come ti ha ridotto! Pero poco non ti facevi ammazzare" una lacrima rigó il mio volto al ricordo di Dylan accasciato a terra senza neanche piú la forza per ribellarsi.
"Lo so Aria. Ma mia madre era entrata in depressione quando hanno portato via Matthew a causa della sua instabilità menatale o come cazzo la chiamavano quei quattro coglioni. Dopo la sua permanenza in quella struttura con persone con il suo stesso problema, Matthew é peggiorato. Non posso fare questo alla mia famiglia, non di nuovo."
Detto ció sciolse il nostro abbraccio e si portó le mani sul viso e cominció a respirare profondamente.
"Mi dispiace" sussurrai mentre lo riabbracciavo.
Passavo le mani lungo la sua schiena e lo consolavo surssurandogli parole dolci.
Dopo qualche minuto si convinse del fatto che saremmo dovuti andare in un'ospedale per fare dei controlli, siccome il suo naso aveva cominciato a sanguinare piú del dovuto ed i dolori, provocati dalle ferite, stavano diventando insostenibili per il ragazzo.
Ci recammo dall'altra parte della strada mentre controllavo attentamente la via.
"Prendiamo la mia macchina" affermó.
Annuii in silenzio mentre lo guardavo sfilare le chiavi della sua auto dal borsone, precedentemente preso a casa sua, in cui dentro aveva accuratamente messo alcuni dei suoi vestiti ed altre cose che ci sarebbero potute servire.
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150 KM.
RomanceUn amore scoperto kilometro dopo kilometro, stazione dopo stazione che porterà questi due ragazzi a rotrovarsi difronte a molti ostacoli. L'unica cosa che concede loro il privilegio di "andare avanti" é il fatto che dopo tutte le loro peripezie, sia...