Guardai la volante dei due agenti sparire dietro l'angolo della tranquilla via, mi voltai verso Dylan con sguardo interrogativo.
"Cosa?" chiese lui cadendo dalle nubi.
"Cosa hai in programma di cosí tanto misterioso?" domandai alzando un sopracciglio.
"Oh..lo scoprirai pres-" non fece in tempo a finire la frase che subito divenni pallida alla vista di Matthew. Dylan si voltó e vide il fratello venire verso di noi con passo deciso, dietro di lui c'erano altri sei ragazzi che non ci staccavano gli occhi di dosso.
D'istinto afferrai la mano di Dylan per scortarlo verso di me.
Mi ancorai saldamente a lui e gli strinsi la mano, il ragazzo per tutta risposta si voltó verso di me e mi rivolse un sorriso di conforto che in realtà nascondeva del terrore.
Matthew afferró il fratello per le spalle ed in una frazione di secondo lo scaraventó a terra.
Sbarrai gli occhi inorridita dalla scena e feci per raggiungere Dylan, ormai dolorante, ma due forti braccia anticiparono la mia mossa tenendomi ferma.
Mi divincolai come una furia quando vidi Matthew seduto a cavalcioni sul fratello mentre era intento a riempirlo di pugni.
La rabbia mi assalí e cercai con tutte le forze di liberarmi dalla presa.
Cominciai a gridare con quanto fiato avessi nei polmoni.
Matthew, disturbato dalle mie urla si avvicinó verso di me e urló "Lo vedi come lo hai ridotto? É solo colpa tua se adesso lo odio. Diglielo Aria, deglielo!"
"Dirgli cosa" urlai con le lacrime che mi rigavano il volto.
Matthew afferró il mio viso e lo avvicinó al suo, mi diede un bacio pieno di rabbia e rancore, poi si staccó e lentamente disse "Che mi ami"
"Io non ti amo, non dopo che hai ridotto cosí tuo fratello!" sbottai io sputando per terra per far si che capisse che quel bacio mi stava dando alla nausea.
Come avevo potuto amare una persona del genere?
Improvvisamente mi ricordai di tutte quelle volte in cui si era comportato in modo assurdo, come quella volta al parco..quando avevamo comprato un gustoso gelato al chiosco e lui era stato mezz'ora a sbraitare ed a lamentarsi con il gelataio perché il suo gelato non era 'abbastanza grande'. O di quella volta che eravamo andati insieme in un campeggio e lui aveva quasi fatto a botte con il nostro vicino di tenda perché la sua coperta aveva 'invaso' il nostro spazio. Stavo ricollegando tutto adesso, credevo scherzasse ogni volta, ma non era affatto cosí.
"Steven!" urló Matthew riportandomi alla realtà.
"Si?" rispose il ragazzo al quale apparteneva il nome di Steven.
"Facciamo vedere a questo grazioso uccellino cosa possiamo combinare a quello stronzo "
"Quello stronzo" intervenni io facendomi coraggio "É tuo fratello porca puttana! Non puoi conciarlo cosí, devi fartene una ragione e affrontare la realtà.."
Per tutta risposta il ragazzo, inferocito, lanció un occhiata complice a Steven che si fiondó su Dylan, completamente a pezzi.
Il ragazzo immobilizó duramemte le braccia del moribondo mentre gli altri quattro si riunivano intorno al corpo inerme di Dylan come se richiamati da qualcosa.
Due di loro gli inchiodarono le gambe a terra mentre Matthew non si faceva scrupoli a pestare il fratello con calci e pugni.
Urali ed urlai ancora..ma non serviva a nulla.
"Non toccatelo, Matthew ti prego smettila! State fermi non toccatelo" il ragazzo che mi teneva ferma, strinse di piú la presa.
Cominciai a gemere per il dolore.
Al suono delle mie urla Dylan cominció a reagire.
Provó a liberare le braccia con tutte le forze che gli restavano, ma ad ogni tentativo sembrava perdere sempre di piú un filo di vita.
A quella vista toccai il fondo.
Mi dimenai ancora di piú senza dar conto al dolore provocato dal ragazzo.
Presi tutta la rabbia che avevo e la trasformai in una sonora gomitata sul naso dello strano tipo.
Corsi verso la mischia e cercai di strattonare Matthew senza alcun risultato.
Picchiai forte sulla sua schiena, fin quando non si giró dandomi un pugno sul naso "Stanne fuori stronza!" urló.
In quel preciso istante Dylan riuscí a liberarsi e cominció a pestare i ragazzi intorno a lui per far si che lasciassero le sue gambe.
Si sollevó in piedi, e solo allora realizzai la gravità della sua situazione.
Aveva il volto ricoperto di sangue ed i suoi vestiti erano strappati in molti punti, le braccia riportavano numerosi segni e lividi.
Rimasi scioccata a quella vista, com'era possibile ridurre cosí una persona, soprattutto un fratello?
Le lacrime scesero copiose dal mio volto, ormai erano senza controllo.
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150 KM.
RomanceUn amore scoperto kilometro dopo kilometro, stazione dopo stazione che porterà questi due ragazzi a rotrovarsi difronte a molti ostacoli. L'unica cosa che concede loro il privilegio di "andare avanti" é il fatto che dopo tutte le loro peripezie, sia...