Entrammo nella sua auto sportiva verniciata di nero.
I sedili fatti in pelle sintetica presero la forma del mio corpo non appena mi sedetti al posto di guida, siccome insistetti sul fatto di poter guidare, visto che il ragazzo non ne era in condizioni.
Misi in moto l'auto e partimmo verso l'ospedale.
Seguivo attentamente le indicazioni sul navigatore.
Se fosse andato tutto bene, saremmo arrivati in ospedale tra un oretta circa.
Il silenzo si adagió di nuovo tra di noi, la mia mente vagava ancora nelle parole pronunciate prima da Dylan.
Cosa intendeva quando aveva detto "Non posso fare questo alla mia famiglia, non di nuovo"? Cosa aveva fatto di cosí tanti brutto?
Continuai ad interrogarmi mentalmente per almento una ventina di minuti, fin quando non decisi di rompere il silenzio chiendogli appunto dell'argomento che tanto assillava la mia mente.
"Cosa é accaduto quando hanno portato via Matt? Intendo..perché l'hanno portato via?" chiesi portando per un istante lo sguardo sul ragazzo che teneva gli occhi incollati al finestrino.
Inizialmente sbuffó, poi cominció a parlare.
"Era una notte d'estate. Stavo tranquillamente dormendo quando sentii un bruciore intenso al braccio.
Mi svegliai e trovai Matthew accanto al mio letto, con in mano un coltello." Sussultai a quelle parole, ma lasciai che Dylan continuó con il suo discorso.
"Aveva deciso di tagliarmi il braccio siccome avevo preso in prestito il suo orologio. Litigai con lui, cercai di farlo ragionare, di fargli capire che il suo orologio si trovava in camera sua, che l'avevo usato solo per quella sera per una cena. Lui lanció il coltello e come infuriato cominció ad urlarmi contro frasi incomprensibili. I nostri genitori si svegliarono e non appena ebbero capito la situazione, presero subito dei provvedimenti. Lo mandarona da uno psicologo. Gli fu diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo su tutto ció che é suo, sui suoi spazi e su tutto ció che lo riguarda. Se qualcuno si avvicina a qualcosa o a qualcuno che gli appartiene lui perde il senno. Per questo degli assistenti sociali lo hanno portato in un centro di sanità mentale, per fargli avere le giuste cure e per aiutarlo a controllarsi. Ma..ma non é stato cosí. Matthew da lí é peggiorato. Non so come faccio ad essere ancora vivo, non so proprio spiegarmelo." Sgranai gli occhi, tutto mi era molto piú chiaro.
Un improvvisa paura mi attraversó la spina dorsale quando dissi "Ora sei in pericolo peró, io sono qualcuno che gli appartiene e tu sei qualcuno che si é appropriato di ció che (lui reputa) suo! "
Dylan annuí lentamente mentre guardava un punto indefinito dell'orizzonte difronte a noi.
"Che faremo adesso?" domandai stringendo le mani al volante.
"Dobbiamo andarcene da qui. Dobbiamo allontanarci il piú possibile..non bastano solo 150 kilometri.
Andremo ancora piú lontani."
Mi morsi fortemente il labbro. Avevo paura si, ma l'unica cosa che davvero m'importava era stare con lui.
![](https://img.wattpad.com/cover/51024741-288-k42228.jpg)
STAI LEGGENDO
150 KM.
RomanceUn amore scoperto kilometro dopo kilometro, stazione dopo stazione che porterà questi due ragazzi a rotrovarsi difronte a molti ostacoli. L'unica cosa che concede loro il privilegio di "andare avanti" é il fatto che dopo tutte le loro peripezie, sia...