03. Nuove partenze

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Mauricio riuscì a farla rialzare da terra e la portó via dalla stazione. Non l'aveva mai vista così disperata: gli occhi arrossati per il pianto, lo sguardo perso, il dolore che si era impossessato di ogni centrimetro del suo corpo. Il capomastro non aveva intenzione di darsi per vinto; l'avrebbe fatta reagire in un modo o nell'altro.
Stavano tornando alla Villa, Francisca aveva ancora lo sguardo perso nel vuoto. Sentiva la voce di Mauricio, ma le sue parole sembravano così distanti che non si degnó nemmeno di girarsi a guardarlo.
-signora, so che il prossimo treno per Lisbona parte fra tre giorni. Se volete posso prendere due biglietti, uno per voi e l'altro per me, così potrete raggiungere don Raimundo-
A quell'affermazione, finalmente Francisca gli prestó attenzione
-Lisbona è grande, Mauricio- gli disse
-e se Raimundo se n'è andato, significa che non vuole più saperne di me- concluse, rassegnata.

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Il treno era partito già da qualche ora e lui cominciava a spazientirsi. Aveva bisogno di sgranchirsi le gambe, così fece una piccola passeggiata lungo il corridoio. Quando tornó al suo posto, guardó fuori dal finestrino e inevitabilmente si ricordó della sensazione che aveva avuto pochi istanti dopo la partenza; gli era sembrato di sentir pronunciare il suo nome, come un sussurro. "Non è possibile" pensó lui "è soltanto una speranza che cerca di farsi strada nella tua mente" si disse. Stava per cominciare una nuova vita, avrebbe conosciuto persone molto diverse da quelle a cui era abituato a Puente Viejo e forse, con un po' di fortuna, avrebbe superato la sua ossessione per quella donna che lo aveva conquistato da bambino e il cui ricordo non l'aveva più lasciato.

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Quella sera Francisca non aveva voluto la cena, così Fe e Mauricio ne approfittarono per passare la serata insieme. Stavano cenando e, irrimediabilmente, l'argomento principale era Francisca.
-non l'avevo mai vista così disperata- le commentó Mauricio
-è sempre stata una donna forte, anche nei momenti più bui è sempre riuscita a tirarsene fuori, forse perchè sapeva che don Raimundo sarebbe stato lì insieme a lei, ma ora sono preoccupato, molto-
Fe non poteva che dargli ragione. Quando erano tornati dalla stazione, le aveva fatto tanta tenerezza. Era stremata, sopraffatta dal dolore, le era persino venuta voglia di abbracciarla per cercare di consolarla, ma Francisca si era precipitata in camera sua, chiudendo a chiave la porta.

Non l'aveva vista per tutto il giorno seguente e stava iniziando a preoccuparsi sul serio. Con suo grande sollievo, la vide scendere le scale e dirigersi verso il salone, dove la cameriera stava spolverando i gli antichi mobili della Villa.
-la signora desidera qualcosa?- le chiese Fe
-sì, chiama Mauricio, ho bisogno di parlare con lui- e, senza aggiungere altro, si avvió verso lo studio.
Arrivata sulla porta, si giró verso la sua domestica e aggiunse
-sei avvisata: fra due giorni parto per Lisbona, quindi dovrai farti carico della casa fino al mio ritorno-

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora