17. Il matrimonio

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Il gran giorno era arrivato, ma per lei era una giornata come tante altre. Aveva appena finito di vestirsi e la sua mente non potè non pensare a lui e alle parole che si scambiarono in chiesa prima del loro matrimonio, perchè per lei quella cerimonia fu vera, si era sposata con l'uomo della sua vita e un pezzo di carta non avrebbe fatto nessuna differenza.

"Raimundo le porse il bouquet che le aveva fatto prepare e le disse:
-Finalmente, tu ed io, dopo aver aspettato questo momento per tutta la vita-
Francisca prese una rosa dal mazzo, la portó alle labbra e la mise nella tasca della giacca di Raimundo
-il mio cuore è sempre appartenuto a te, sei stato il mio unico amore, Raimundo-
-e tu la ragione della mia vita, il senso della mia esistenza; per questo, ovunque andrai tu, ci saró anch'io, perchè senza di te non sono nulla-
Lei gli accarezzó dolcemente la guancia
-non permettiamo che mai niente ci separi-
-mai- rispose lui."

Le mancava tanto, troppo, cercava di mettersi il cuore in pace, non lo avrebbe più rivisto, non sarebbe mai più stata tra le sue braccia, non avrebbe mai più baciato le sue labbra..
Qualcuno bussó alla porta della sua stanza, riportandola alla realtà.
Andrès entró, già pronto, elegantissimo.
-sei bellissimo- le disse, una volta che si era seduto di fianco a lei sul letto.
-tu invece sei triste- le rispose il bambino
-no, non è vero, sono solo un po' agitata, è normale- cercó di fargli cambiare idea
-se non vuoi sposarlo basta che me lo dici e io lo mando via- le disse.
Francisca non potè evitare di sorridere
-tu non manderai via nessuno, piccolino. Adesso vai con Fe a cercare Mauricio e fatti dare gli anelli, hai capito cosa devi fare in chiesa?-.
Andrès fece cenno di sì con la testa; gliel'aveva ripetuto almeno venti volte, avrebbe dovuto portarli e tenerli finchè don Anselmo non glieli avesse chiesti.
-bene, adesso vai, così finisco di prepararmi- Andrès le diede un bacio sulla guancia e uscì, lasciandole ancora qualche momento per pensare a lui.

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-quanto manca?- chiese impaziente
-poco, don Raimundo. Fra tre ore dovremmo essere a Puente Viejo- rispose il sindaco
-tre ore sono troppe, se la cerimonia comincia alle 10 non ce la faremo mai ad arrivare prima che finisca!- si sentiva inutile, era talmente arrabbiato che avrebbe preso a pugni qualsiasi cosa gli fosse capitata davanti. Non si sarebbe mai perdonato se non fosse riuscito a fermarla.

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In chiesa era tutto pronto: gli invitati, con Dolores Mirañar in prima fila, avevano preso posto, don Anselmo e Josè erano già sull'altare, mancava solo lei.
Mauricio scese dalla macchina, aprì la portiera per far scendere Andrès e Francisca, poi tutti e tre si avviarono verso l'entrata della chiesa.
Francisca mise il suo braccio destro intorno a quello del suo fedele capomastro e, con Andrès davanti a loro, si diressero verso l'altare.
La cerimonia procedeva regolarmente, arrivando al momento dello scambio degli anelli e delle promesse.
-vuoi tu, Josè Primo, prendere Francisca Montenegro come tua legittima sposa?-
-sì, lo voglio- disse, voltandosi leggermente verso Francisca per sorriderle.
-e vuoi tu, Francisca Montenegro, prendere Josè Primo come tuo legittimo sposo?-
Ci fu un attimo di silenzio; per un momento pensó di scappare via e di dimenticarsi di tutto e di tutti. Si voltó verso la chiesa, come se volesse cercare qualcuno; il suo cuore le aveva chiesto di girarsi per cercare Raimundo, sperando di vederlo seduto tra i banchi della chiesa, ma lui non c'era. Rassegnata, si voltó di nuovo verso don Anselmo e rispose
-sì, lo voglio-.
Il silenzio della cerimonia venne interrotto da uno sbuffo di Andrès, che per fortuna non notó nessuno, solo Fe, che era seduta accanto a lui.
Emilia, seduta in una delle file centrali, tiró invece un sospiro di sollievo. Non aveva ricevuto notizie da Hipolito, ma ormai ce l'aveva fatta, se quell'uomo era veramente suo padre, non sarebbe arrivato in tempo.
Don Anselmo intanto continuava a officiare la cerimonia;
-bene, se qualcuno ha qualcosa da obiettare, lo dica ora o taccia per sempre-
Dal fondo della chiesa qualcuno gridó
-io!- facendo girare tutti i presenti, compresi gli sposi.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora