04. Una città in subbuglio

562 25 4
                                    

Dopo aver passato una giornata intera nella sua stanza a piangere e a pensare a lui, aveva deciso di non lasciarselo scappare, che l'avrebbe riportato al suo fianco anche se per farlo avrebbe dovuto rincorrerlo per mezzo mondo.
Lei e Mauricio sarebbero partiti quel pomeriggio per Lisbona, dove si sarebbero messi sulle tracce di Raimundo.
Non stava più nella pelle; aveva bisogno di vederlo, di abbracciarlo, di dirgli che lo amava nonostante tutto e tutti e che non poteva vivere senza di lui.
Aveva paura che lui non avrebbe capito, ma si sforzó di liberare la sua mente da questi tristi pensieri.

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Lisbona era in subbuglio: i rivoluzionari assediavano ogni angolo della città, la guardia civile cercava di sedare la rivolta con una violenza inaudita di cui venivano colpiti anche i civili innocenti.
In tutto questo disordine, gli sciacalli e i ladroni ne approfittavano per commettere i loro reati.
Raimundo era stato colto letteralmente alla sprovvista, ma cercó di mantenere la calma e arrivare sano e salvo all'albergo più vicino.

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Ripetè per l'ultima volta le faccende a Fe, si mise la giacca, la sciarpa, il cappello e i guanti.
Mauricio stava per portare i bagagli alla macchina, quando Onesimo e Hipolito Mirañar si presentarono alla porta con un espressione non tipica dei Mirañar: seria.
-donna Francisca ci dispiace informarvi che purtroppo non potrete andare a Lisbona.-
Francisca si stava spazientendo: qualunque fosse la ragione, non le importava; lei doveva trovarlo.
-la città è in subbuglio- continuó Onesimo
-e le autorità spagnole hanno dato ordine di chiudere le frontiere per evitare che i loro rivoluzionari arrivino fino a qui-.
Onesimo e Hipolito si scambiarono uno sguardo che non passó inosservato a Francisca
-c'è altro?- chiese loro, ancora per niente convinta della veridicità della loro storia
-purtroppo i civili rimasti feriti o uccisi negli scontri a fuoco sono molti e..- Hipolito non sapeva come continuare. Alla locanda era stato Onesimo a dare la notizia, ma ora sentiva che doveva essere lui, in quanto sindaco, a farsi coraggio e parlare.
-e? Non ho tutta la giornata, Hipolito- gli disse Francisca
-e anche un nostro vicino è rimasto vittima degli attacchi- Hipolito abbassó gli occhi, sapeva bene che non avrebbe retto lo sguardo di Francisca.
Mauricio guardó Francisca, temendo che la sua signora potesse svenire da un momento all'altro.
Si afferró alla giacca del suo capomastro cercando di controllarsi, qualche attimo prima che le forze la abbandonarono.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora