24. Appena in tempo

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Cercó di divincolarsi, di gridare per chiedere aiuto, ma Josè le aveva immobilizzato le braccia e le rendeva impossibile qualsiasi movimento.
Aveva dimenticato quell'orribile sensazione, quella che provava con Salvador tutte le volte che decideva di prenderla senza permesso.
Primo sentì un dolore lacerante alla testa, appena prima di cadere al lato di Francisca privo di sensi.
La Montenegro si rialzó il più rapidamente possibile, notando che il vaso che era sul pianoforte, ora era per terra in mille pezzi.
Alzó lo sguardo, trovandosi davanti Fe, tremante.
-gli ho aperto la testa!- disse con un filo di voce.
Francisca capì che la domestica aveva paura di averlo ucciso, così si avvicinó all'uomo e constató che il cuore batteva ancora.
-no, stai tranquilla, non è morto, è solo un po' intontito- le disse.
Le ordinó di chiamare Mauricio e il suo avvocato, doveva parlargli urgentemente.
-Fe- la fermó Francisca -grazie, di cuore- le disse.
La ragazza le sorrise, contenta di aver evitato una tragedia.
Cercó di ricomporsi il più velocemente possibile, ma lo spavento era stato enorme. Quando vide Mauricio, gli ordinó di portare Primo in una delle stanze e di non farlo uscire dalla Villa.

Andrès era scocciato: era da più di mezz'ora che la stava aspettando in salone, ma lei non era ancora uscita dallo studio dove stava parlando con "l'uomo che aveva sempre con sè una valigetta".
Finalmente uscirono, ma Francisca lo salutó velocemente e si diresse al piano superiore.

Trovó Primo legato a una sedia, ancora intontito dal colpo ricevuto.
-ho una proposta da farvi- cominció Francisca, guardandolo negli occhi.
-io non vi denunceró per quanto successo prima- fece una pausa -e voi in cambio ritirerete le accuse contro Raimundo-.
-sognatevelo!- rispose Josè.
-in questo caso preparatevi a passare il resto della vostra vita in carcere-.
Al sentire quelle parole, Primo cambió idea.
-va bene, ritireró la denuncia contro quel locandiere da quattro soldi, ma quello che ho vinto a vostro marito è un mio diritto e ho intenzione di prendermelo- aggiunse.
-non vi preoccupate, troveró il modo di saldare quel maledetto debito, fosse solo per non dovervi più vedere- detto questo, se ne andó.
-Mauricio, slegalo, deve andare a risolvere una questione molto urgente- ordinó al capomastro, che la aspettava fuori dalla porta.

Raimundo era intento a leggere il libro che gli era stato concesso di portare in prigione, quando sentì le chiavi girare nella serratura della porta della cella.
Due guardie entrarono.
-è il vostro giorno fortunato, signor Ulloa. Siete libero- disse una di loro.
-com'è possibile?- chiese.
-il signor Primo ha ritirato la denuncia, potete andarvene-.
Raimundo non era felice; Primo aveva messo in chiaro che ci sarebbe stato solo un motivo per cui avrebbe ritirato le accuse e quel motivo era Francisca.
Cercó di scacciare quel pensiero dalla sua mente, ma gli fu impossibile, nemmeno quando si trovó davanti alla porta della Villa.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora