19. Una famiglia felice

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Raimundo era appoggiato con la sua schiena alla testata del letto e Francisca appoggiava la testa sul suo petto.
La stringeva con dolcezza, accarezzandole la schiena e dandole teneri baci sulla fronte.
-devi aver sofferto tanto- gli disse Francisca, stringendolo più forte.
-mai quanto te- rispose lui, baciandola sulle labbra.
-io aveva l'amore del bambino che sta giocando nella stanza accanto- gli disse, sorridendogli.
Non le fece dire altro; la desiderava troppo, la amava troppo. La bació appassionatamente e Francisca gli rispose con la stessa passione.

Andrès scese in salone e, non trovando nessuno, si diresse in cucina, dove Fe aveva quasi finito di preparare la cena.
-dov'è Francisca?- le chiese, sedendosi al tavolo.
-credo che sia nella sua stanza- disse con un sorriso malizioso la domestica
-non disturbarla- aggiunse.
Andrès era scocciato; aveva passato tutto il pomeriggio a giocare da solo perchè Francisca doveva parlare con il signore a cui era caduta per terra la giacca.
-bene, è pronto, hai fame?- gli chiese Fe
-sì, vado a chiamare Francisca- e senza dare il tempo a Fe di fermarlo, corse verso la stanza della Montenegro.
Era velocissimo, non riusciva a prenderlo; si precipitó nella stanza e, quando ormai la domestica temeva il peggio, trovó Francisca seduta vicino alla finestra e Raimundo in piedi, appoggiato alla colonna.
-è pronto!- urló Andrès.
Francisca gli sorrise, lo prese per mano e tutti e tre scesero a cenare.

-non mi piace- disse il bambino.
Francisca guardó gli spinaci che erano ancora tutti nel suo piatto
-e perchè no?- gli chiese
-perchè non mi piacciono- ripetè Andrès.
-gli hai mai mangiati?- ora parló Raimundo
-no..- rispose
-e allora come fai a sapere se ti piacciono o no? Sai, anche a me da piccolo non piacevano, ma perchè non li avevo mai mangiati. Appena li ho assaggiati, sono diventati il mio cibo preferito- gli spiegó Ulloa.
Andrès lo guardó poco convinto, ma decise di ascoltarlo e assaggió quello che aveva nel piatto.
-è buono- disse loro, sorridendo.
Francisca guardó Raimundo con lo sguardo pieno d'amore e ammirazione.
Li osservava da un po'; prima guardava Francisca e poi Raimundo, così, quando finì i suoi spinaci, Andrès parló
-perchè continui a guardarlo?- chiese alla Montenegro.
Francisca arrossì leggermente, non sapendo bene cosa dire.
-è perchè prima le stavo raccontando una storia e non ho fatto in tempo a dirle come finisce- intervenne Raimundo.
-anche io voglio che me la racconti! Per favore, per favore- Andrès non stava nella pelle per conoscere la storia. Si alzó dal suo posto e corse da Raimundo, lo prese per mano facendolo alzare e lo condusse al divano, dove Ulloa fu costretto ad inventarsi una storia per accontentare quel piccolo terremoto.
Francisca si sedette accanto a loro e passarono la serata a giocare insieme.
-credo che sia ora che tu vada a dormire signorino- gli disse a un certo punto.
-no, ancora un pochino- rispose Andrès.
-non se ne parla, domani devi andare a scuola- il bambino capì che non l'avrebbe avuta vinta, così salutó entrambi e andó nella sua stanza.
Appena rimasero soli, Raimundo si avvicinó a Francisca per baciarla, tirandola sempre più verso di se.
Senza rendersene conto, finirono per sdraiarsi sul divano, ma dovettero rialzarsi non appena sentirono il campanello della porta suonare.
Fe andó ad aprire ed entró Josè Primo.
-ebbene, qual è il motivo per cui non ci siamo potuti sposare?- chiese a Francisca.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora