15. Un colpo alla testa

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-don Raimundo!-
Hipolito non credeva ai suoi occhi; era lui, senza ombra di dubbio.
Raimundo si giró verso di lui, ma non lo riconobbe.
-quindi voi siete disposto a testimoniare che questo signore è Raimundo Ulloa?-
gli chiese una delle guardie.
-assolutamente sì- rispose Hipolito.
Gli diedero un foglio in cui si certificava la sua identità e lo rilasciarono.
-grazie ragazzo- gli disse Raimundo, una volta usciti dalla caserma.
-figuratevi don Raimundo- gli rispose il nuovo sindaco di Puente Viejo.
-bene, che ne dici di dormire in qualche albergo e ripartire domani mattina?- gli propose Raimundo.
Hipolito aveva avuto la conferma che lui non si ricordava nulla, ma donna Francisca sì, e non poteva permettere che si sposasse senza sapere la verità.
-no, don Raimundo, è meglio se partiamo subito. Purtroppo con i controlli ci metteremo diversi giorni e io voglio arrivare in tempo per..- si interruppe, aveva deciso di non metterlo al corrente della situazione, perchè aveva paura della reazione che avrebbe potuto provocargli.
-va bene, come vuoi tu. Andiamo allora- gli disse Raimundo.

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Mancavano quattro giorni alle nozze e lei era nella sua stanza con la sarta e Fe a provare il suo vestito.
Lo aveva scelto rosa chiaro, lungo, non particolarmente scollato.
Fe e la sarta la riempivano di complimenti, ma a lei non importava; l'unico uomo per cui si sarebbe fatta bella non c'era più.
L'altro "uomo" della sua vita entró nella stanza, interrompendo la prova.
-sei bellissimissima- le disse Andrès, correndo ad abbracciarla.
-grazie, ma anche tu sarai bellissimo- gli rispose Francisca, invitandolo a provare lo smoking che aveva ordinato per lui.
-sembri proprio un principe, sai?- gli disse Francisca emozionata.
-sono più bello io di Josè?- le chiese il bambino
-tu sei il più bello di tutti!- gli rispose, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulla guancia.
-allora posso sposarti io se vuoi- le disse.
Adorava la sua innocenza, riusciva sempre a tirarla su di morale.
-tu hai ancora tanto tempo per sposarti- gli rispose.

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Erano in viaggio da due giorni e si erano fermati solo qualche ora per riposare in un albergo.
I controlli erano serrati e richiedevano moltissimo tempo, tanto che Hipolito stava cominciando a perdere le speranze.
-vi va di giocare a carte?- propose
-qui?- domandó Raimundo.
Hipolito assentì e cercó di prendere la valigia che aveva appoggiato sul porta bagagli sopra le loro teste.
-sei sicuro che non ti serva una mano ragazzo?- gli chiese Raimundo.
Hipolito gli disse di non preoccuparsi, ma ad un certo punto tiró con così tanta forza, che la valigia cadde addosso a Raimundo, facendogli picchiare la testa cadendo a terra..

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora