38. "non ce la faccio a stare lontano da te"

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Non aveva resistito a corrispondere il bacio di Raimundo, da sempre le era impossibile stargli lontano, ma non poteva cascarci ancora. Lo separó da lei bruscamente e gli diede uno schiaffo.
-non ti avvicinare mai più!- gli disse, prima di correre a chiudersi nella sua stanza.
Rimase qualche minuto seduto sul divano, a pensare. Non se la sarebbe fatta scappare, non un'altra volta.
Salì le scale e si fermó davanti alla stanza di Francisca. Bussó, ma non sentì risposta.
-Francisca sono io, per favore aprimi- disse sussurrando.
Dall'altra parte della porta, Francisca ascoltava in silenzio. Non si aspettava che rimanesse alla Villa per lei.
-so che mi stai ascoltando. Ti prego, perdonami. So che ho sbagliato, ma non potevo andare contro la mia famiglia. Ora mi rendo conto di aver sbagliato, ti amo, non punirmi ancora, non ce la faccio a stare ancora lontano da te- fece una piccola pausa, sperando che nel frattempo lei aprisse la porta, ma dall'altra parte non si mosse nulla. Sconsolato, si sedette appoggiando la schiena contro il muro, di fianco alla porta.
-vorrà dire che rimarró qui fuori finchè non ti deciderai ad aprirmi, resteró qui anche tutta la notte se sarà necessario- disse deciso.

Come poteva essere così testardo? La tentazione di aprire la porta era tanta, ma si era promessa di non cedere..e non lo fece. Dopo ore riuscì finalmente ad addormentarsi, per poi svegliarsi con le prime luci dell'alba.
Non riuscendo più a riaddormentarsi decise di prepararsi per scendere a fare colazione. Si lavó, si vestì e si pettinó. Appena aprì la porta se lo ritrovó davanti, ancora addormentato, appoggiato con la schiena alla parete.
Ancora incredula, si inginocchió vicino a lui e gli accarezzó il viso, cercando di svegliarlo dolcemente. Senza neanche pensarci, gli diede un tenero bacio sulle labbra, appena prima che Raimundo cominciasse a svegliarsi. Si alzó velocemente e se ne andó in salone; non voleva parlare con lui, almeno non di loro due.

-buongiorno- la salutó, non appena la vide seduta al tavolo a fare colazione.
-buongiorno- gli rispose distrattamente lei.
-ti ringrazio per avermi svegliato, quella parete è davvero scomoda- scherzó.
-smettila di dire stupidaggini e ascoltami. Dobbiamo trovare un modo per dire ad Andrès che è nostro nipote-
-dobbiamo proprio?- Francisca lo guardó perplessa -voglio dire, ci considera giá come la sua famiglia, perchè dobbiamo confonderlo?-
-non lo confonderemo, tutto il contrario!- protestó Francisca.
-e va bene, glielo diremo, ma nel modo giusto, non voglio che invece di essere una buona notizia diventi una catastrofe- Francisca lo fulminó con lo sguardo e tornó ad occuparsi della sua fetta biscottata con marmellata.

-ciao!- il piccolo Andrès si era appena svegliato e non poteva credere ai suoi occhi: Francisca e Raimundo nella stessa stanza dopo mesi.
Corse a salutare Raimundo e poi si sedette al suo solito posto accanto a Francisca.
-hai dormito bene?- gli chiese la Montenegro.
-sì, benissimo-
-beato te- aggiunse Raimundo, mentre cercava di farsi passare il male al collo dovuto alla scomoda nottata.
-hei senti, che cosa ti andrebbe di fare oggi?- chiese al bambino.
-possiamo andare a cavalcare!- propose Andrès.
-mi piacerebbe molto, ma ho la schiena e il collo a pezzi, magari possiamo andare a fare una passeggiata e poi fermarci da qualche parte nel bosco per fare un pic-nic- rispose Raimundo.
-tutti e tre?- chiese stupito il piccolo.
-sì, vengo anch'io- disse Francisca, sorridendogli.

Finito di fare colazione, Francisca ordinó a Fe di preparare tutto il necessario per la gita e quando fu tutto pronto, si incamminarono.
Francisca cercó in tutti i modi di restare lontana da Raimundo, ma a metà strada Andrès volle a tutti i costi tenere la mano ad entrambi, obbligandoli quindi ad avvicinarsi un po' l'uno all'altra.
-ho fame!- si lamentó il bambino. Francisca decise allora di fermarsi nella radura poco lontana e mangiare lì.
Finito di mangiare, Andrès si addormentó appoggiando la testa sulle gambe di Francisca, che intanto lo accarezzava dolcemente.
-è un miracolo- sussurró.
-già, ancora non ci credo- rispose Raimundo.
-sono sicura che a Tristan avrebbe riempito il cuore di gioia sapere della sua esistenza- il volto di Francisca si incupì, le mancava tanto suo figlio e i rimpianti per non avergli dimostrato quanto lo amasse la attanagliavano.
-sì, sicuramente sarebbe stato così- Raimundo allungó la mano verso Andrès per coccolarlo, ma involontariamente sfioró la mano di Francisca, che la ritiró bruscamente.
-mi dispiace Francisca, non volevo..- tentó di scusarsi.
-non importa- taglió corto la Montenegro.
-hai deciso che non merito un'altra possibilità, vero?- la voce di Raimundo era seccata, ferita.
-mi hai ingannata su una delle poche cose su cui non avresti mai dovuto mentirmi- disse sprezzante. Per tutta risposta, Raimundo si alzó, disposto ad andarsene.
-ti ricordo che anche tu mi hai ingannato, trattandomi come uno stupido nel giorno più importante della nostra vita, almeno, per me lo era- la guardó negli occhi per qualche secondo, poi se ne andó, lasciandola con mille dubbi che le riempivano la mente.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora