37. La verità

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Ormai mancava poco, vedeva la Villa in lontananza. Non si puó dire che stesse correndo, ma il suo passo era tutt'altro che lento. Don Anselmo, dietro di lui, cercava affannosamente di reggere il passo, ma Raimundo era troppo veloce e a un certo punto il parroco dovette chiedergli di rallentare.
Per fortuna era riuscito a raccontargli tutta la storia senza che lui se ne andasse o lo interrompesse prima e sapeva che ora avrebbe dovuto ripeterla davanti a donna Francisca.
Raimundo bussó ripetutamente alla porta, finchè Fe non gli aprì.
-che cosa ci fate qui? Come avete fatto a..- Raimundo la spostó dalla porta ed entró, precipitandosi nel salone, dove Francisca stava leggendo un libro con in mano un bicchiere di brandy.
-che modi sono di entrare?- lasció il libro sul tavolino e si alzó.
-chi ti ha fatto entrare?- disse fissando Raimundo.
-devo parlarti, è importante- poi, vedendo che Francisca stava per cacciarlo, aggiunse -riguarda Andrès-.
Sentendo il suo nome, Francisca si fermó, dando la possibilità a Raimundo si spiegarsi.
-sedetevi- indicó il divano ai due uomini, che si sedettero immediatamente, don Anselmo, esausto, ancora prima di Raimundo. Francisca si sedette nella poltrona accanto.
-sono curiosa di sapere che cosa avete da dirmi riguardo Andrès che io non sappia già- dalle sue parole traspariva un'ironia che stava cominciando a spazientire Raimundo.
-smettila Francisca! È una cosa seria- le disse.
-vedete signora, il fatto è che ho saputo una cosa che..bhe mi è stato detto, ecco..- don Anselmo non sapeva più da che parte incominciare. Raimundo notó la sua difficoltà e decise di prendere la parola.
-correggetemi se dovessi sbagliare, don Anselmo- il prete rispose con un cenno d'intesa e Raimundo cominció a raccontare.
-da quello che mi hai raccontato, hai trovato Andrès tutto solo nel bosco e hai deciso di portarlo a vivere qui, è esatto?-
-sì, lo sanno tutti- Francisca stava per perdere la pazienza. La spaventava qualunque cosa volessero dirle che riguardasse Andrès e il loro targiversare non la stava aiutando.
-posso chiederti perchè l'hai fatto? Voglio dire, perchè non hai lasciato che se ne occupasse don Anselmo o chunque avesse le competenze per farlo, invece che portarlo qui?-
-che razza di domanda è? Ho deciso di tenerlo qui perchè era solo, come me- le ultime due parole le uscirono come un sussurro, ma abbastanza chiare da essere capite dai due uomini.
-non so perchè tu mi stia facendo queste domande, ma non ho intenzione di perdere altro tempo con te, fuori, tutti e due!- Francisca si alzó e indicó la porta. Anche Raimundo si alzó, ma si fermó di fronte a lei.
-è tuo nipote, nostro nipote- disse, guardandola negli occhi.
-non è possibile- disse con un filo di voce.
-posso spiegarti tutto, ma devi sederti e ascoltarmi-.
Una volta tornati entrambi seduti, Raimundo continuó il racconto.
-circa due settimane fa, don Anselmo ha ricevuto una lettera anonima in cui è spiegato tutto- mentre Raimundo parlava, il prete tiró fuori dalla tasca la lettera che aveva ricevuto.
-tieni Raimundo, leggila- gli disse.
-caro don Anselmo, se vi scrivo è perchè devo confessarvi un segreto che non riesco più a tacere, nonostante io l'abbia giurato.
La madre di Andrès (il bambino che ora vive con donna Francisca) lavorava al Jaral per don Tristan, ma un giorno decise di andarsene, senza dare spiegazioni. Cercai di informarmi in paese, ma mi dissero che se n'era andata, che era tornata da sua madre. Quando la rividi per caso a Munia, due anni fa, scoprii che aveva avuto un bambino, ma che non si era sposata. Mi è bastato qualche secondo per capire che poteva essere solo il figlio di don Tristan, ma lei mi fece giurare di non dirlo a nessuno. Nel paese di sua madre era riuscita a far credere a tutti di essere rimasta vedova, così lei e suo figlio non avevano dovuto subire le offese dei paesani.
Disgraziatamente, il calesse su cui viaggiava con il bambino ha avuto un incidente e lei e l'uomo che guidava sono morti, mentre Andrès è riuscito a uscirne illeso e a rifugiarsi nel bosco, dove l'ha trovato donna Francisca.
Quando nei giorni seguenti Mauricio chiese informazioni sul bambino nessuno seppe rispondergli, perchè nessuno sapeva che fosse il figlio della ragazza che aveva lavorato al Jaral. Non ho detto fino a questo momento perchè quando ho saputo che era al sicuro con sua nonna non mi sembrava necessario rompere il giuramento, ma ora credo che tutti e tre abbiano il diritto di sapere la veritá-.
Una lacrima scendeva sulla guancia di Raimundo, mentre quelle che riempivano gli occhi di Francisca avevano cominciato a inumidirle le guance già da qualche minuto.
Non riusciva a rimanere seduta neanche un secondo di più, fece per salire le scale, ma Raimundo la prese per un braccio e la fermó.
-aspetta, forse adesso non è il momento adatto per dirglielo-. Odiava dargli ragione, ma questa volta ne aveva da vendere; sconvolta com'era lo avrebbe solo spaventato.
-glielo diremo insieme nei prossimi giorni, d'accordo?- Francisca annuì e Raimundo le sorrise.
-se non vi dispiace, io andrei, sono molto stanco- don Anselmo si congedó e li lasció soli.
-ancora non ci credo- Francisca aveva ricominciato a piangere, più felice che mai e Raimundo, senza pensarci, la prese per i fianchi e la bació.

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora