Il suo avvocato non aveva buone notizie; purtroppo Raimundo aveva sbagliato e c'erano poche speranze di tirarlo fuori di prigione. Lei giuró a se stessa che non si sarebbe mai arresa.
Il giorno seguente, Francisca tornó in carcere a far visita a Raimundo; lo trovó più provato, stanco, segno che non lo stavano trattando con riguardo.
Ai suoi occhi, invece, lei era sempre più bella; indossava un vestito nuovo, color marrone, leggermente più corto degli altri e più attillato.
Appena rimasero soli, si avvicinó e la bació; gli mancavano le sue labbra, gli mancava lei.
-stai bene?- le chiese lui, notando che qualcosa non andasse.
-sì, solo che ieri sera mi ha chiamato il mio avvocato e mi ha confermato che ci vorrà più tempo del previsto- gli rispose.
-ti conosco, Francisca, e so che questo non è tutto quello che ti preoccupa- continuó lui, tenendola stretta.
-ieri è venuto alla Villa Josè- cominció -voleva propormi una specie di scambio: il matrimonio in cambio della tua libertà- disse.
-io naturalmente ho rifiutato, ma Raimundo, non c'è modo di tirarti fuori di qui- nel dire queste parole si separó da lui e cominció a camminare su e giù per la cella, rassegnata.
-se prova ad avvicinarti di nuovo a te, l'occhio nero sarà il minore dei suoi mali- giuró Raimundo.
-non dire queste cose- lo interruppe Francisca -tu non sei un criminale- gli ricordó.
-ho già permesso una volta che un uomo ti facesse del male e non lo permetteró di nuovo- le disse, prendendo le sue mani tra le sue.
Francisca gli accarezzó la guancia e lo abbracció, sentendosi finalmente al sicuro tra le sue braccia.Intanto, alla Villa, Fe cercava in tutti i modi di far fare i compiti ad Andrès, senza successo.
-che cos'hai?- gli chiese.
-sono preoccupato- le rispose, serio.
-e perchè?- Fe si sedette sulla sedia accanto alla sua.
-perchè Francisca è triste- le disse.
-bhe, tu non ti devi preoccupare, sono sicura che tutto si risolverà presto- cercó di consolarlo, ma il bambino non era stupido e si era accorto che la signora era troppo preoccupata per essere solo una cosa passeggera.
-dov'è adesso?- chiese alla domestica.
-starà tornando a casa, quindi vedi di finire i compiti prima che arrivi, altrimenti la farai arrabbiare ancora di più- gli disse Fe.Quando sentì la porta aprirsi e vide Francisca entrare, le corse in contro e la abbracció più forte che potè.
-anche tu mi sei mancato molto- gli disse la Montenegro, che non si era ancora abituata a ricevere tutto quell'amore da parte di un bambino.
-mi dispiace di non essere tanto alla Villa in questi giorni, ma devo risolvere una questione il prima possibile- spiegó.
-è per il signor Prumo? Perchè non lo mandi via e basta?- le chiese ingenuamente.
-non si tratta solo di lui- sorrise Francisca.
-allora è per il signore che c'era qui l'altro giorno. Perchè non è più venuto qui? Mi aveva promesso che mi avrebbe raccontato un'altra storia- si lamentó Andrès.
-Raimundo non puó venire qui perchè adesso è in un altro posto, ma ti assicuro che presto potrai farti raccontare tutte le storie che vorrai- gli assicuró.Josè Primo si presentó in prigione per parlare con Raimundo. Voleva aggravare ulteriormente la sua posizione e credeva di aver trovato il modo per farlo.
-buon pomeriggio don Raimundo- lo salutó sarcastico, Ulloa non rispose.
-che cosa volete?- gli chiese.
-solo proporvi un accordo. Io potrei farvi uscire da qui, ma voi, in cambio, dovrete lasciare la Spagna per sempre- spiegó.
-così voi potreste rendere la vita impossibile a Francisca? Mai!- rispose Raimundo, alzando la voce.
-povero Ulloa, quanto siete ingenuo. In un modo o nell'altro lei sarà mia moglie. Mi deve dei soldi che non ha e l'unico modo per risarcirmi è sposarmi, che vi piaccia o no-.
Al sentire queste parole, Raimundo gli si gettó addosso, tirandogli una serie infinita di pugni, finchè le guardie, allarmate, non intervennero per separarli.
Josè era soddisfatto: ora non avrebbe avuto nessuna possibilità di vincere il processo.
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Non dimenticarmi - Francisca&Raimundo
Roman d'amourSola, contro tutti. Dovrà lottare contro il destino e contro se stessa per ricominciare a vivere, aspettandolo.