06. Andrès

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Aveva ripreso a nevicare forte e la nebbia rendeva ancora più difficile la ricerca del punto esatto in cui aveva visto il bambino.
Dopo circa mezz'ora trovó il tronco spezzato di un albero, ma il piccolo non c'era.
-signora, siete sicura di averlo visto?- Mauricio temeva che il dolore e la stanchezza le avessero giocato un brutto scherzo.
-non sono pazza- rispose Francisca
-ho visto il bambino, mi ha chiesto aiuto! Evidentemente non è questo il tronco!- concluse, ben lontana dal volersi arrendere.
-se non vuoi aiutarmi torna alla Villa, ma non mi scocciare- lo guardó negli occhi e il capomastro fu incapace di dirle di no, la seguì.
Passarono altri venti minuti, la temperatura  era scesa ancora e ormai cominciava a fare buio.
Stava per perdere le speranze di trovarlo, quando lo sentì chiedere aiuto.
-è qui!- gridó Francisca a Mauricio, il quale si precipitó subito dal bambino.
Francisca si inginocchió accanto a lui, lo coprì con la sua giacca e cercó di riscaldarlo come potè.
Mauricio, con la sua forza, riuscì a spostare il tronco quanto bastó per liberare la gamba.
Il piccolo era esausto, così Mauricio lo coprì con il suo giaccone, ridando a Francisca la sua, e lo portó in spalla fino alla Villa.
Chiamarono il dottor Moliner che rassicuró una preoccupatissima Francisca: il bambino si sarebbe ripreso; la ferita alla gamba non era così grave come sembrava all'inizio. La Montenegro lo ringrazió ed entró nella stanza dove lo avevano sistemato per farlo curare da Lucas.
-ciao, posso entrare?- gli chiese Francisca, sorridendogli.
Il piccolo fece un lieve cenno con la testa e lei si sedette al bordo del letto.
-come ti chiami?- gli chiese
-Andrès- le rispose.
-e quanti anni hai?-
-otto- le disse timidamente.
-dove abiti?- continuó a domandargli
Andrès non rispose, si limitó ad abbassare lo sguardo e alzare le spalle.
-non lo sai?- concluse Francisca.
-no, non ce l'ho-.
-facciamo così: per questa notte resterai qui alla Villa, poi domani vedró che cosa fare-. Il bambino le sorrise debolmente, lei si alzó, gli rimboccó le coperte, gli diede un bacio sulla fronte e lo lasció riposare.
Andó nel suo studio e chiese a Fe di chiamarle Mauricio, il quale si presentó dopo pochi minuti.
-voglio che cerchi informazioni sulla famiglia del bambino- gli ordinó Francisca
-voglio scoprire se è davvero solo come dice- concluse.
La mattina seguente decise di portare personalmente la colazione ad Andrès.
Il bambino stava ancora dormendo e Francisca si fermó un momento ad osservarlo: i capelli mossi e scuri gli coprivano gran parte della fronte e quell'espressione rilassata riuscì a contagiare perfino lei.
Gli si avvicinó e lo sveglió con un tenero bacio sulla fronte.
-buongiorno, hai dormito bene?- gli chiese, mentre, come la sera prima, si sedeva accanto a lui sul bordo del letto.
-sì, grazie- le rispose lui, mostrandole un gran sorriso che non solo illuminó il suo viso, ma anche quello di Francisca.
-sono contenta. Ti ho portato la colazione, hai fame?- gli chiese, anche se conosceva già la risposta
-tantissima! Tanta così- rispose Andrès, allargando le braccia più che potè per far vedere a Francisca quanto era affamato.
La Montenegro non riuscì a trattenere una sonora risata che finì per contagiare anche il piccolo.
Mentre guardava Andrès fare colazione, le vennero alla mente le parole di Mauricio di quella mattina

"- il bambino ha detto la verità, signora. Ho chiesto in giro e nessuno mi ha saputo dire nulla di lui, almeno finchè non ho domandato a don Anselmo, che mi ha raccontato la storia: a quanto sembra, i genitori sono morti e lui si è ritrovato senza nessuno a vagare per i boschi e a chiedere qualcosa da mangiare agli abitanti del paese-.
-povero piccolo- fu tutto quello che riuscì a dire Francisca"

-Andrès- richiamó la sua attenzione
-ti andrebbe di restare qui alla Villa con me?- gli chiese
Il bambino non rispose, assentì solo con il capo e la abbracció forte, abbraccio, che Francisca ricambió all'istante

Non dimenticarmi - Francisca&RaimundoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora