Iberis
Posò le sue labbra sulle mie.
-Sarà difficile, lo sai? Io non perdono facilmente.
Mi passai la lingua sulle labbra. In realtà non ce l'avevo neanche un po' con lui, ma volevo stuzzicarlo. Mi avvicinai nuovamente per fare in modo che le mie labbra incontrassero le sue, quando Justin sorrise e si allontanò da me. Si guardò attorno come se cercasse qualcosa e, dopo aver adocchiato di versi mobili, si diresse verso l'armadio alle sue spalle. Mi chiesi cosa volesse prendere, quello era un momento intimo tra noi, dopo tanto tempo e tanta sofferenza e lui lo stava rovinando. Aprì le ante del l'armadio, raccolse qualcosa che si trovava sul fondo e si voltò verso di me, nascondendola dietro la schiena. Mi sporsi per vedere cosa fosse.
-Ecco Quinn, questo è per farmi perdonare.
Sorrise, si inginocchiò davanti a me e mi porse la scatola che nascondeva. La aprii chiedendomi cosa contenesse e rimasi sorpresa quando dentro trovai dei cioccolatini.
-È cioccolata.
Dissi semplicemente.
-Che c'è? Non ti piace? Mi dici sempre che i regali che ti faccio sono costosi, così ti ho regalato questi, ma se non li vuoi li puoi buttare.
Si scusò un po' deluso, sedendosi accanto a me.
-No, mi piacciono tanto, è solo che... beh... hai detto che ti volevi fare perdonare, mi hai portato sul letto e io credevo che intendessi qualcosa di diverso dai cioccolatini.
Justin sembrò confuso.
-Preferivi una collana? Dei bracciali? Un nuovo coltello? Posso comprarti anche quelli.
Assunse un'espressione imbarazzata, credeva che il suo regalo non mi fosse piaciuto.
-No, mi piacciono i cioccolatini, ma mi aspettavo qualcosa di molto diverso.
Gli feci l'occhiolino sperando che capisse, ma niente. Gli diedi una gomitata e la sua espressione divenne ancora più confusa. Era dolcissimo quando non si rendeva conto delle situazioni in cui si trovava. Credevo che fosse diventato più esperto, ma mi sbagliavo era ancora il povero Justin che si confondeva ogni volta che gli si presentava una situazione che riguardava la vita reale.
-Qualcosa di diverso tipo che cosa?
Socchiuse le labbra e si mise l'indice della mano sinistra sul mento per pensare. Lo fissai per qualche secondo sperando che capisse, ma il suo sguardo presto di posò su di me in preda al panico, forse dovuto al fatto che non riusciva a comprendere cosa intendessi. Divertita dalla situazione gli saltai al collo facendolo sdraiare sul letto e posai le mie labbra sul suo naso. Dopo averlo cosparso di piccoli baci, scesi sulla sua guancia fino a raggiungere l'orecchio.
-Ah, adesso ho capito.
Dichiarò trionfante, sicuro di sé.
-Era ora.
Sussurrai al suo orecchio.
Mi sporsi per posare la scatola sul comodino e un momento dopo mi trovai sdraiata di schiena con Justin su di me che mi baciava. Posai le mani sulle sue spalle per tenerlo stretto a me.
E pensare che il giorno prima credevo che sarebbe morto. Da quando lui era accanto a me tutto era andato bene, non avevo più pensato alle pillole, allo psicologo o a tutti i miei problemi. Lui era la medicina di tutti i miei mali. Lo amavo tantissimo e sapevo che, anche se in quelle ore era stato strano, lui amava me. Ripensai a quando avevo avuto paura di perderlo e, involontariamente, una lacrima mi solcò il viso. Justin si fermò improvvisamente quando se ne accorse.
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Madhouse
Fanfiction-Benvenuta. Un uomo con giacca e cravatta che conoscevo ormai molto bene mi fece accomodare nel suo studio. -Stenditi e rilassati. Attraversai l'ampia stanza, adornata con mobili di legno e tappeti dai colori caldi, e mi stesi sul divanetto di pe...