JACKSON
Aveva mantenuto la promessa fatta a se stesso.
Non aveva riaperto il taccuino.
Più o meno...
Dietro la copertina, sulla prima pagina accanto ad una faccina sorridente con gli occhi a x c'era un indirizzo: Hoxton Market, Shoreditch.
Doveva liberarsene.
Doveva levarsi di torno la Moleskine.
Averla con sé equivaleva a tentare di respirare con un macigno sul petto.
Strinse il volante con una mano mentre con l'altra abbassava il finestrino e soffiava il fumo della sigaretta verso l'esterno.
Stava per rivederlo.
Stava per rivedere il giornalista.
Voleva insultarlo per essersi permesso di scrivere di lui come un fottutissimo strizzacervelli.
L'aveva baciato. Chissà cos'aveva scritto su quel momento che non contava niente. Era solo un bacio con uno qualsiasi fuori da un bagno che puzzava di disinfettante e di umidità. Squallido.
Lo odiava.
Odiava tutto di lui.
Odiava il loro incontro e odiava quel bacio.
Perché l'ho baciato? Perché l'ho seguito in bagno dopo averlo visto barcollare in mezzo ai clienti ubriachi del The Whisper? Stava cercando me...
Lo aveva baciato per gioco. Lo aveva baciato per sfida.
Calmati. Lo rivedi, gli dai la Moleskine e te ne vai. Te ne vai e ti dimentichi di tutto. Dimentichi lui, le sue parole e quella canzone.
Maledetto il giorno in cui, a sette anni, aveva iniziato a prendere lezioni di musica dalla signora Moore in quella casa che odorava di ammorbidente. Pianoforte e chitarra. Per colpa dell'anziana con una passione per gli abiti viola e i cappellini strambi, sapeva leggere la musica e il maledetto pentagramma con la melodia di Thomas.
Non cantare. Non cantare, Turner. Smettila.
Colpì stizzito il volante.
Fanculo!
Svoltò in Hoxton Market senza rallentare. Basse palazzine con le facciate ricoperte di mattoni circondavano la piccola piazza con al centro riquadri bianchi disegnati sulla pavimentazione per tracciare i posti aiuto.
Il quartiere di Shoreditch gli era sempre piaciuto. Vivo. Vibrante. Alternativo.
Adesso no. Adesso lo odio perché ci vive il giornalista...
Parcheggiò malamente e scese dalla BMW con il taccuino in mano, avvicinandosi alla porta che corrispondeva all'indirizzo. Era blu, incastrata tra una serie di finestre accanto ad uno studio di tatuaggi. Blu. Alzò gli occhi al cielo. Qualcuno lassù si stava prendendo gioco di lui.
'Posso guardare il cielo insieme a lui. Lo sa quanto è bello il cielo sopra l'Inghilterra?!'
Cercò tra i nomi in corrispondenza dei citofoni ma non c'era ombra del cognome Reed.
Trovò solo Hall, come l'Hall Publishers United per la quale Thomas lavorava.
Suonò. Attese. Niente.
Suonò con più insistenza senza ricevere risposta.
Imprecando si attaccò al pulsante, premendo con forza.
«Cerchi qualcuno?»
Quella voce dal tono trascinato lo fece voltare di scatto verso sinistra. Lasciò cadere la mano, guardando il ragazzo appoggiato alla parete di mattoni fuori dal tattoo parlour con una sigaretta tra le dita, la postura rilassata e l'espressione supponente di chi si reputa superiore al resto del mondo.

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You Make Me Ache I Crave You
RomanceQuesta è la storia di Thomas Reed il giornalista che vive di sogni e di Jackson James Turner, il fotografo che nei sogni non ci crede più. Questa è la storia di Zack Miller, l'artista che non ha paura dei suoi demoni rossi, e di Logan Evans, quello...