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"L'amore ti faceva male. Il sesso era più semplice, ma dovevi sdoppiarti, non portare con te quell'altro te stesso che era docile e fragile, dolce, insicuro. Col sesso potevi giocarci e fregartene. Col cuore no. Presto o tardi l'avresti rotto. Ma saresti cresciuto. Avresti imparato ad essere un uomo."

Charles Bukowski

THOMAS

L'attimo prima di un bacio.

Thomas guardò Jackson.

Guardò ogni particolare del suo volto, tutte le piccole cose che adorava di lui. La vena che gli pulsava sul collo quando gli batteva forte il cuore. Le fossette ai lati della bocca, quando sorrideva. Le piccole rughette agli angoli degli occhi. Il neo.

Jackson gli sorrise. Gli donò uno di quei sorrisi che meritava di essere nominato patrimonio dell'umanità per quanto era bello. E lo abbracciò. Un abbraccio soffocante, come lo erano stati i loro baci. Incastrò il volto nell'incavo del suo collo e si lasciò tenere forte da Thomas che cercò la sua mano per intrecciare le loro dita insieme.

Lo tirò dentro casa.

Richiuse la porta alle loro spalle con un movimento del piede e salirono le scale, gradino dopo gradino fino a quando raggiunto l'appartamento, lo spinse con urgenza contro il muro e si prese il suo respiro.

Si prese tutto di Thomas.

Con un bacio dimenticò la rabbia, la confusione, il dolore dei giorni appena vissuti. Cancellò ogni cosa come un'onda potente che si abbatte sulla spiaggia e non lascia più niente da raccogliere. Non un'orma. Non una conchiglia. Niente.

Jackson si portò via tutto, persino i pezzi rotti del suo cuore.

E lui si sgretolò tra quelle braccia che lo tenevano.

Continuarono a baciarsi e spogliarsi con gli occhi aperti, temendo che a spezzare il contatto visivo tra loro si sarebbero smaterializzati: pregustarono i morsi, le parole sussurrate sottovoce senza remore, senza imbarazzo, gli sguardi, i sorrisi, i pugni stretti, i graffi sulla schiena ed i corpi a formare archi.

Stavano per fare l'amore.

Stavano per farlo in modo voluto, sentito e desiderato.

Si volevano ed era un volersi che rasentava il dolore fisico.

Con le dita esplorò ogni centimetro della pelle di Jackson sotto la t-shirt bianca. Era così freddo.

Smettila di tremare, JJ. Non hai nulla da temere.

Era così dolorosamente bello e fragile. Gli toccò le labbra, sfiorandogliele, accarezzandole.

Sentì la bocca a cuore scendere lungo la sua mascella, le labbra piene scivolare sul collo insistenti fino a che non avvertì la sua lingua sulla sua gola.

Era una dolce tortura.

Voleva i suoi segni addosso.

Voleva marchiarlo ed essere marchiato.

La mano di Jackson gli afferrò i capelli. Tirò con violenza e quasi a Thomas parve di udire il suono del frantumarsi della sua volontà mentre la sua lingua gli s'insinuava prepotentemente tra le labbra trascinandolo giù, sempre più giù in un vortice. La sua bocca si sciolse sotto il ritmo di quel bacio che non aveva niente di delicato: era famelico, avido, bramoso. Un bacio che chiedeva e pretendeva di più, proprio come pretendeva attenzioni il suo corpo.

Quel corpo meraviglioso sul quale Thomas fece scorrere, sfiorandogli la pelle stirata sui muscoli tonici. Pelle pronta per essere baciata. Pelle perfetta per essere morsa. Pelle su cui c'erano molti tatuaggi che raccontavano la sua storia. Le rondini. La farfalla. I rami di felce. Due lettere speculari sulle spalle. Il braccio destro così spoglio in confronto al sinistro.

You Make Me Ache I Crave YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora