JACKSON
Era colpa sua. Solo colpa sua.
Ritrascinare Reed in quel gioco pericoloso era stata un'idea malsana e adesso che si era scottato col fuoco, non esisteva modo di calmare il bruciore che provava.
Lo aveva visto. Era perso nel frastuono degli avvenimenti della vita e poi lo aveva visto.
Inaspettato, si distingueva per l'aurea lucente in mezzo ad un ammasso di esseri umani spenti.
Lo sponsor della serata era l'Hall Publishers United, ma non aveva pensato alla possibilità che lui partecipasse a un evento di tale spessore, e si sentiva uno schifo per averlo sottovalutato.
In quel giovane elegante che sfoggiava sicurezza non c'era traccia del giornalista insicuro, ed era rimasto a osservarlo da lontano, irretito dalla sua carica ipnotica.
Per la prima volta dopo tanto, a Jackson accelerò il cuore: lo stereotipo di relazione che cercava negli ultimi tempi assicurava un orgasmo, ma il cuore era tutta un'altra faccenda. Una faccenda della quale tu, Thomas, sembri esserne esperto.
Quando lo aveva visto, era in piedi davanti alla gigantografia dell'immagine che aveva scattato poco più di un anno prima in Africa, durante il viaggio che era stata la fuga frettolosa da una realtà trasformatasi in incubo. Era una delle fotografie preferite di Jackson, per tutto quello che simboleggiava. Per il mondo. Per quel bambino. Per me stesso... e ha colpito anche te, giornalista. Perché tu mi capisci...
Bello.
Elegante.
Il portamento quasi principesco.
Il lungo ciuffo dei capelli volutamente scompigliati, gli scopriva la fronte in un'onda che gli sfiorava lo zigomo destro. La barba era una leggera velatura che gli conferiva un'aria sofisticata e matura. Tutti gli uomini indossavano un completo classico, lui no. Portava una morbida camicia in seta nera sotto una giacca a un bottone. I pantaloni erano eleganti, ma dalla linea asciutta con il risvolto al fondo a scoprire un paio di Beatles Church's di pelle lucida.
Per Jackson era sconvolgente rendersi conto di conoscere anche i minimi dettagli di quello che era un estraneo. Sapeva che nel suo sorriso spontaneo e luminoso c'era tutto quello che stava cercando. Sapeva che i suoi occhi finivano in una punta dove le lunghe ciglia scure si facevano più folte e si accavallavano una altra. Sapeva che la voce gli si spezzava e si faceva roca quando diventava improvvisamente serio, e sapeva che per smorzare la risata rumorosa si copriva la bocca con la mano. Sapeva che aveva un buon odore che gli ricordava la primavera, il vento fresco che preludeva l'arrivo della bella stagione con un sottofondo dolce di tabacco. Sapeva che nel blu delle sue iridi limpide poteva riflettersi e vedere se stesso. Ma Jackson non voleva vedersi. Non più.
Assurdo quanto mi senta attratto da te, giornalista...
Jackson James e Thomas. Due sconosciuti che si erano forse involontariamente, forse no, segnati l'anima.
Quella consapevolezza preferiva segregarla in un angolo insonorizzato del suo cuore: aveva paura dell'attimo in cui i loro corpi sarebbero collisi e temeva la forza di quell'urto.
La passione cresceva tra di loro, la sentiva dentro e lottava per reprimerla. Non poteva lasciarsi andare, fregarsene delle conseguenze, del suo passato e delle ferite. No. Non poteva.
Aveva già amato e ne era uscito distrutto.
Jackson James Turner era forte. Ma non abbastanza da sopravvivere a Thomas Reed.
... e non abbastanza da stargli lontano, a quanto pare.
Aveva sperato che Reed decidesse di interpretare il ruolo che Jackson gli offriva e accettare il chiaro invito di cedere all'istinto di una notte di sesso senza regole, senza domande e per questo senza risposte. Con indosso le maschere avrebbero potuto fingere di essere qualcun altro e sfogare il desiderio, appagando la passione che si faceva tormento, ma Thomas aveva rovinato tutto con il suo volersi spingere oltre.
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You Make Me Ache I Crave You
RomanceQuesta è la storia di Thomas Reed il giornalista che vive di sogni e di Jackson James Turner, il fotografo che nei sogni non ci crede più. Questa è la storia di Zack Miller, l'artista che non ha paura dei suoi demoni rossi, e di Logan Evans, quello...