30 prima parte

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Forse lui ha capito, molto prima di me, che non è possibile tornare indietro sani e salvi dal punto in cui siamo arrivati.

David Grossman, 'Che Tu Sia Per Me Il Coltello'


***

JACKSON

Amava le ombre dell'autunno.

Anche i colori, certo, ma le ombre buie dell'autunno rendevano le luci ancora più luminose.

Le ombre dei rami spogli.

Le ombre delle foglie volteggianti nel vento.

Le ombre del fumo che usciva dai comignoli.

Ombre.

Inspirò l'odore caldo del tè e del cioccolato dei brownies.

Si schiarì la voce, abbandonandosi contro lo schienale. Il muso di Sammy era infilato tra i sedili anteriori, appoggiato alla coscia sinistra di Thomas seduto al posto di guida. Da quando erano saliti in macchina, un paio di ore prima, il Labrador non si era staccato nemmeno un secondo da lui.

Era mancato a tutti e due.

Tanto.

«Tutto okay, JJ?» lo riscosse la sua voce. «Stai meglio?»

«Sì, meglio», rispose con un accenno di sorriso.

Thomas ci aveva messo poco più di dieci minuti a chiudere l'appartamento e prepararsi per il viaggio. Indossava il suo bomber di denim foderato di shearling bianco, un paio di jeans neri, una felpa verde e un paio di Vans dello stesso colore. Chissà se dentro lo zaino, oltre ad un cambio e allo spazzolino da denti, ci aveva messo anche una Moleskine...

Grossman diceva: 'Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza. Sento di avere uno scopo'. Per questo non poteva credere che Thomas aveva smesso di scrivere.

«Sapevo che avremmo trovato traffico sulla M1» sospirò Thomas, rallentando nel notare l'incolonnamento di auto davanti a loro: «Avremmo dovuto prendere la M40.»

«È sabato mattina... credevo la gente restasse a casa a dormire.»

«Credevi male.»

Thomas non lo aveva guardato una sola volta da quando erano saliti sulla Bentley. Aveva sempre tenuto lo sguardo sulla strada, sui contorni della città che si disperdevano per lasciare il posto alla campagna. Si era offerto di guidare e Jackson non aveva esitato ad accettare la sua offerta.

Sbirciò nel sacchetto dei brownies. «Non ti sei messo abbastanza in tiro?» scherzò, notando che non ne aveva mangiato neanche uno.

«Non li mangio più i brownies, JJ», sentenziò, frenando.

«Ah. Non lo sapevo.»

Si voltò verso di lui e i suoi occhi sembravano trasparenti, colpiti dalla luce del sole che entrava dal parabrezza. «No, certo che no. Come potevi?»

Si guardarono per un lungo istante, poi la fila di macchine davanti a loro si mosse e Thomas tornò a prestare attenzione alla strada, accarezzando il muso di Sammy.

Non posso saperlo perché non c'ero...

Superarono lo svincolo per Kislingbury e Thomas sorpassò un camion con l'insegna di Sainsbury's. Teneva gli occhi rivolti alla strada ma il pensiero altrove, lontano da lì e da loro.

Jackson sentì le lacrime pungere e si voltò verso il finestrino.

La parlantina della speaker alla radio fu sostituita dalle note iniziali di una canzone dei One Republic. Estrasse dalla tasca del jeans il pacchetto schiacciato di sigarette e ne sfilò una leggermente storta: la rigirò tra indice e pollice, ridandole forma mentre la voce di Ryan Tedder accompagnava la melodia incalzante.

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