Mentre saliamo le scale di casa mia, lui prova a iniziare un discorso, lasciandomi sorpresa.
«C'è almeno una materia che ti piace? Non per forza in cui vai bene, semplicemente che ti appassiona.»
Nessuno mi aveva mai fatto una domanda del genere nell'ultimo periodo. Eppure la risposta salta fuori dalle mie labbra ancora prima che io possa realizzare il tutto.
«Inglese» vorrei aggiungere che ce ne sono altre che mi piacciono, ma sono troppo impegnata a cercare le chiavi di casa.
«Come mai? Vorresti studiare all'estero?» Ignoro la domanda lasciando entrare Bravi in casa e sentendomi violata: un intruso nella mia zona protetta non è quello che volevo.Gli lascio togliere le scarpe e lo accompagno in cucina, dove mia madre lo intrattiene facendogli domande e complimenti, mentre io sgattaiolo in bagno. Mi risciacquo il viso e lavo le mani, per poi fermarmi un momento a osservare dalla finestra. Milano sotto di noi non si ferma un momento, una grande macchina sempre in movimento dalla quale vorrei solo scappare. Torno in cucina e mi siedo a tavola di fronte a Michele, con mia mamma alla destra che è intenta a versare gli spaghetti nei piatti.
Il pranzo trascorre stranamente bene, pensavo che Bravi sarebbe stato completamente fuori posto nel quadro, eppure è perfettamente inserito. Sembra che mangi con noi tutti i giorni, chiacchiera con mia madre e versa l'acqua per tutti con una nonchalance impressionante. Dopo aver rifiutato le mille offerte della padrona di casa e averle fatto i complimenti per il pranzo, Bravi mi segue in camera mia. Se potessi evitarlo lo terrei in salotto, ma purtroppo la tv è una e il telegiornale puntuale come la morte.
«Come mai l'inglese?» Chiede appena seduto sul mio letto, mentre osserva ogni particolare della camera.
«Mi servirà per viaggiare ed è una bella lingua» ammetto sedendomi davanti a lui, senza sapere bene da che parte cominciare.
«Dove ti piacerebbe andare?»
«Dal SudAfrica alla Nuova Zelanda al Peru alla Norvegia, vorrei andare ovunque» con sguardo sognante osservo la cartina sul muro, interamente marrone con delle chiazze colorate in corrispondenza dei luoghi che ho visitato.
«Per andare in questi posti dovrai prima diplomarti temo, quindi prima iniziamo e prima finiamo e possiamo parlare di viaggi no?» Indica con un cenno del capo il mio zaino che giace abbandonato sul parquet grigio e io mi costringo a raccoglierlo.«Che compiti hai per domani? Magari potremmo iniziare svolgendo quelli...»
«Si prospetta un pomeriggio di grande divertimento» sospiro per poi scrivere a Virginia per chiederle i compiti assegnati. Le ore successive trascorrono con una lentezza incredibile, tanto che penso il mio orologio da polso si sia rotto dopo un po' di tempo. Tutt'a un tratto però, mi fermo nel bel mezzo di una scomposizione per fare una domanda a Bravi «perchè hai accettato di fare il tutor? Insomma io avrei detto di no al tuo posto» i suoi occhi verdi mi scrutano, con una leggerezza che non avevo mai trovato prima in nessuna altro.«Mi piace aiutare quando posso e poi sono crediti in più per la mia maturità, mancano otto mesi e io devo fare il possibile» annuisco, anche se credo poco nella prima parte del discordo «dai abbiamo quasi finito» mi porge la penna che avevo lasciato cadere e io continuo a scrivere.
Quando finalmente il timer di due ore che avevamo impostato suona segnando la fine delle ripetizioni, chiudo il quaderno felice. «Ti accompagno alla fermata?» Nessuno riesce mai a uscire da casa mia senza poi non perdersi e per lui è la prima volta. Tutto sommato è stato gentile con me e non vedo perché non dovrei ricambiare.
«E tu?» Chiedo mentre è intento ad allacciarsi le scarpe. I capelli ricci corvini gli ricadono sul viso evitandogli di potermi vedere mentre lo osservo con cura. Sembra tutto così semplice per lui, così lineare e ordinato, perfino il modo in cui si allaccia le scarpe trasuda perfezionismo.
«Io cosa?» Alza lo sguardo e raccoglie lo zaino, chiedendomi poi dov'è mia mamma per andarla a ringraziare. Lei vorrebbe invitarlo a restare lì per sempre probabilmente, ma si trattiene solo perchè sa che io non apprezzerei.
«Cosa ti piace fare? C'è una materia che ti appassiona?» Domando senza preavviso mentre scendiamo le scale uno affianco all'altro senza sfiorarci ma sentendoci stranamente a nostro agio e dimostrandolo con i piccoli gesti.
«Cantare, vorrei fare questo nella vita. Ma mi piace molto la filosofia e temo che sarà questa la via migliore da prendere.»
«Sul serio?» Mi lascio sfuggire, non sembrava assolutamente una persona con una grande passione artistica, avrei piuttosto pensato a un pianificatore seriale che ha già passato il test d'ammissione a medicina.«Già, senti io non so ancora come ti chiami» ci fermiamo sotto al palo della fermata ricevendo qualche occhiata dalle anziane sedute sulla panchina accanto a noi, in attesa del tram. Ora che ci penso, ha ragione. Abbiamo passato la giornata a chiamarci per cognome e mentre si presentava a mia mamma io non c'ero.
«Ariana e tu?»
«Michele.»
«Ciao Michele»
«Ciao Ariana» sorrido e mi allontano a passi veloci, rendendomi conto che forse il pomeriggio non è stato così orribile come pensavo. Rientro in casa e trovo mia mamma seduta sul divano intenta a legge un libro dalla copertina colorata.
«Che carino quel Bravi, un vero e proprio dolcetto» sento l'imbarazzo farsi largo in me mentre sfilo le Adidas e annuisco appena. «Sicura di preferire Luca?»
«Mamma Luca è il mio ragazzo!» sospiro, per lei ogni occasione è buona per sminuirlo, non l'ha mai sopportato.«Le cose cambiano in fretta Ari» sorride e mi guarda con la sua espressione tipica da lo-so-perchè-sono-una-madre che non sopporto.
n/a:
Capitolo un po' di transizione in cui vediamo Michele e Ariana iniziare a conoscersi capire che entrambi hanno dei sogni e dei desideri a cui non vorrebbero rinunciare. Ariana inizia anche a notare che sono molto diversi ma che il mondo che circonda Michele sembra protetto d una patina di perfezione. Nel prossimo capitolo si vedrà per la prima volta Luca e non sarà un buon incontro.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vi invito a dirmi la vostra nei commenti.
xx
C
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Feelings||Michele Bravi (in revisione)
FanfictionHo sempre amato il caos, mi sono sempre presa ciò che mi spettava e ho sempre vissuto il momento. Come diceva Orazio? Carpe diem no? Quella frase ormai mainstream in cui tutti fingono di vedere qualcosa, ecco, io credo di vederci me stessa. Tutto m...