22 || Cielo stellato

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Quando apro gli occhi osservo dei mobili, delle pareti e annuso un profumo che non mi appartengono. Per qualche istante non capisco dove sono e inizialmente mi spavento. Ci metto qualche minuto a rimettere insieme i pezzi della nottata trascorsa e quando capisco che sono a casa di Lorenzo mi alzo per cercarlo

Prendo il cellulare dal pavimento e leggo 14.35. Sobbalzo e mi dirigo nella camera di Lorenzo, dove mi vesto velocemente con i primi indumenti che trovo nella mia valigia. Infilo le mie amate adidas e cerco Lorenzo al cellulare senza risultati.
Decido così di aspettare, mi siedo sul divano e mi fermo ad osservare la stanza, quando la voce di Calum e le dolci note di Borken Home (5 Seconds of Summer) mi risvegliano. Afferro il cellulare e premo il pulsante verde per rispondere.
"Ehi, la bella addormentata nel bosco si è svegliata!" mi esplode nelle orecchie la voce di mia mamma.
"Ciao mamma, come va? Mi sono svegliata da poco, quindi sono un po' frastornata" mi spiega come va e come ha trascorso la giornata, poi mi passa papà che ha nella voce una nota di tristezza che non ho mai sentito prima.

"Tutto bene?" La domanda mi esce spontanea dalle labbra, ma lui non dice nulla di particolare e mi passa la mamma. Dopo la strana telefonata con loro, mando un messaggio a Virginia e uno a Cameron un po' più scherzoso. Non mi fido a mandargli già messaggi da amici, ma non voglio eliminarlo dalla mia vita per dei giorni, quindi esordisco con una battuta stupida.

Dopo neanche mezz'ora di solitudine non del tutto disprezzata, sento le chiavi girare nella serratura e la figura di Lorenzo mi si presenta davanti.
"Ehi! Finalmente ti sei svegliata, hai bisogno di un oki?" Scuoto il capo confusa.
"No, perchè? Sono solo un po' frastornata..."
"Ieri sera abbiamo bevuto un po', ma non eravamo ubriachi, solo un po' sopra le righe" ci guardiamo per poco ed entrambi scoppiamo a ridere. Lorenzo mi dà una pacca sulla spalla, che mi fa quasi finire per terra.
"sii delicato" dico ridacchiando.
"oh principessa" ribatte lui con un sorriso.

La giornata trascorre tranquilla e quando il sole sta ormai scivolando dietro i palazzi più alti di Roma, prendiamo la stessa metro della sera precedente e decidiamo di prendere delle pizze e portarle al Cinetown. arriviamo dopo neanche mezz'ora davanti alle rampe che come l'ultima volta sono vuote se non per i ragazzi di ieri, che sono intenti a provare una mossa particolare che comprende un salto con la tavola e una rotazione che a me sembra impossibile.

più ci avviciniamo, meglio distinguo delle lanterne di carta colorato, con all'interno candele, posizionate per tutta la pista da skate. è uno spettacolo stupendo, che mi lascia senza fiato per un momento.

Raggiungiamo gli altri e io mi avvicino istintivamente ad Emil, che mi accoglie con un sorriso rassicurante.
"Come stai?" Chiede facendomi cenno di accompagnarlo ad una delle rampe più basse.
"Un po' meglio, sto iniziando a staccarmi dalla mia vita a Milano" sospiro e mi immobilizzo quando lui mi porge lo skate.
"Tu come stai? Comunque non pensare che faccia questa rampa! Non so neanche andare dritta in pianura" rido, ma lui rimane fermo indicando la tavola.
"Fidati, ti divertirai" mi guarda negli occhi e io mi sento un po' a disagio "prova, se non ti piace non insisterò più!" Accetto, tanto non ho molto da perdere e su una rampa così bassa il massimo che posso fare è slogarmi qualcosa.

"Comunque io tutto bene" sorride e mi guarda per chiedermi il permesso, io annuisco e lui mi da una leggera spinta che mi fa scivolare lungo il legno. Per un momento vorrei urlare, ma mi limito ad aprire la bocca inspirare con forza. Quando arrivo dall'altro lato, appoggio il piede e mi do una spinta, così da tornare accanto ad Emil.
"Bravissima" mi fa un piccolo applauso facendomi ridere "vuoi continuare?" Annuisco e ci provo ancora qualche volte, fino a che la mia goffaggine non ha la meglio e io finisco per terra.

"Stai bene? Che pessima idea! Tutto okay? Avrei dovuto aiutarti" sento l'agitazione nella voce di Emil e questo mi fa sorridere.
"Tranquillo sto bene" sbuffo una risata "ho solo preso una botta" mi fa leggermente male la schiena, ma sono riuscita ad atterrare sul mio fondoschiena che ha ammortizzato il colpo.
"Sicura?" Si siede accanto a me e mi controlla la spalla spostando la felpa "scusami, ma voglio solo assicurarmi che non ti siano entrate delle schegge" annuisco e mi appoggio completamente al terreno, osservando il cielo.

Il biondo fa lo stesso e ci ritroviamo in una situazione quasi romantica, se fossimo due fidanzati.
"Che bello" mi lascio sfuggire mentre ammiro le numerose stelle e la luna, ancora più visibili dalla zona un po' periferica con poche luci.
"Già" dice a voce bassa e immagino il sorriso che gli illumina il volto.

Rimaniamo lì immobili ad osservare la bellezza dell'universo, fino a perdere la concezione del tempo.

Feelings||Michele Bravi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora