I wish that I could wake up with amnesia
and forget about the stupid little things
like the way it felt to fall asleep next to you
and the memories I'd never can escape
cause I'm not fine at allla musica mi fa quasi male per quanto è forte, ma spero solo che riesca a coprire il dolore che sento, il vuoto, quel peso che non se ne vuole andare dal mio petto.
lo conosco da un mese appena eppure mi è entrato tanto nel cuore da rendermi felice come non ma mai, ma da farmi male come nessuno prima di lui.
c'è sempre il rovescio della medaglia, se metti il tuo cuore in mano a qualcuno potrà farlo sentire al sicuro, leggero, vivo, ma potrà anche spezzarlo in pochi secondi.
mi rannicchio sotto le coperte senza nessuna voglia di uscire, quando il cellulare inizia a vibrare e mi distrae dalla mia commiserazione.
leggo 'Lorenzo' e anche se a malavoglia, rispondo.dopo le formalità e qualche novità irrilevante, il moro si decide e inaspettatamente mi chiede di passare qualche giorno con lui a Roma. dice che partirà stasera e che gli piacerebbe avere compagnia.
dopo quello che ho visto ieri, Michele e la ragazza, non voglio restare a Milano ad ammirarlo mentre limona altre, quindi decido di fuggire come faccio sempre davanti ai problemi.
prego i miei genitori per lasciarmi saltare due giorni di scuola e con un po' di fatica li convinco, la difficoltà è fargli capire che Lorenzo non è un pazzo maniaco. parliamo per minuti e minuti che dopo un tempo infinito si trasformano in un ora e quaranta minuti.
ma alla fine è fatta, sono convinti a patto di vederlo prima della partenza.
ci metto poco tempo a preparare la valigia visto che saranno solo quattro giorni e il tempo avanzato lo passo a videochiamare Virginia che, dalla baita in montagna di Matteo mi saluta e dice che le mancherò in classe.
le sei arrivano prima di quello che pensavo e il campanello suona annunciando l'arrivo di Lorenzo, ovvero della mia libertà. i miei genitori lo accolgono e mentre io infilo le scarpe e finisco di truccarmi meglio che posso, lo tempestano di domande.
infondo sono comprensibili, vedere la loro figlia diciassettenne partire per quattro giorni con un ragazzo che non hanno mai visto non dev'essere facile, ma apprezzo il loro sforzo.
"okay direi che possiamo andare" sorrido al moro e saluto i miei con due abbracci calorosi, poi esco e chiudo la porta alle mie spalle. prima che possa dire una parola, Lorenzo va dritto al punto.
"ora dimmi che ti ha fatto Bravi".MICHELE's pov
Ogni secondo che passa la sento un po' più lontana, dentro di me si scatenano emozioni contrastanti. la sola idea del suo viso chiaro e i capelli castani che lo contornano dolcemente mi fa felice, mi stringe lo stomaco e mi alza automaticamente gli angoli della bocca.
poi però arriva prepotente il ricordo della nostra litigata, di quello che è successo a scuola, della chiamata e di tutto quello che abbiamo rovinato. come possono due persone che si amano tanto arrivare a soffrire entrambi e non chiedersi scusa?
perché se entrambi vogliamo stare insieme non ci riusciamo?
le domande non smettono di assalirmi fino a che il sole non tramonta tingendo il cielo di un rosa che lascia un vuoto ancora più profondo nel mio stomaco.
"che ti è successo?" la voce calda e morbida di Giulio raggiunge le mie orecchie facendomi automaticamente sentire rilassato. Ha sempre avuto questo sono di calmarmi nei miei momenti peggiori."abbiamo litigato e non penso si risolverà molto presto" sbuffo "mi ha visto baciare una ragazza senza motivo" mi passo una mano nei capelli e finisco per tirarli "perché sono un coglione Giulio?" il moro alza gli angoli della bocca e mostra il sorriso più sincero che abbia mai visto.
"me lo chiedo tutti i giorni Michele" si avvicina e io lo stringo a me senza pensarci due volte. lo abbraccio tanto forte da fargli male, voglio sentirlo con me, voglio sincronizzare il mio respiro con il suo."grazie di esistere" esce appena dalle mie labbra, tanto che non sono sicuro il ragazzo mi abbia sentito.
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Feelings||Michele Bravi (in revisione)
FanfictionHo sempre amato il caos, mi sono sempre presa ciò che mi spettava e ho sempre vissuto il momento. Come diceva Orazio? Carpe diem no? Quella frase ormai mainstream in cui tutti fingono di vedere qualcosa, ecco, io credo di vederci me stessa. Tutto m...