48.Vuoto

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Non so dove, oggi ho trovato la forza di alzarmi, fare una doccia, rendermi presentabile con del trucco e dei bei vestiti e ora mi ritrovo qui. Sono ad una fermata dell'autobus immersa nella confusione di Roma e sinceramente vorrei poter schioccare magicamente le dita e comparire a Milano.

Almeno li potrei sentirmi a casa, potrei girovagare per i parchi, le vie trafficate e piene di vita, il posto felice di Michele... La mia mente si sofferma suo nome ed il mio stomaco ha subito una stretta.

Mi alzo dalla piccola panchina della fermata, salendo sul grande mezzo che ho davanti e sedendomi sul primo posto libero che vedo, senza liberare le orecchie dalle piccole cuffie bianche.

"ciao" una voce, una voce, mi riscuote dalle voci dei 5 seconds of summer.
Alzo lo sguardo e incrocio due occhi scuri e penetranti, ma mai quanto quelli verdi che sogno da due giorni a questa parte.

Dopo alcuni secondi in cui sono paralizzata, realizzo che devo rispondere al ragazzo che ho seduto di fronte con una frase di senso compiuto.
"ehi" riesco solo a balbettare. Metto a fuoco l'immagine del ragazzo e frugando nella mia memoria capisco. È il bel ragazzo che ho incontrato pochi giorni fa dal parrucchiere!

"ah, ora mi ricordo di te!" esclamo scuotendo la testa, come riprendendomi dallo stato di confusione momentanea.
"si sono io, piacere mi chiamo Riccardo" si presenta porgendomi una mano.

La afferro e lui stringe delicatamente la mia sorridendo, e rivelando due fossette inesistenti, che la mia mente figura, perversa e impazzita, al ricordo di quelle fossette.

"io comunque sono Ariana, piacere mio" ricambio il sorriso e tolgo le cuffie, ripiegandole nella tasca del giubbotto di jeans.
"oggi non sei con il tuo cavaliere?" la domanda colpisce dritta nel segno, provocandomi un dolore intenso al petto, sul lato sinistro, sotto il collo, no, ancora un po' più in giù, proprio lì, al cuore.

Improvvisamente a quella domanda sento un bisogno irrefrenabile di aria. Come se qualcuno avesse chiuso tutte le porte, finestre e fessure del mezzo. Sento la gola chiudersi e lo stomaco stringersi sempre di più in una morsa letale.

Punto i miei occhi scuri sulle scarpe della ragazza che staziona in piedi accanto a Riccardo, immersa nei suoi pensieri, mentre digita lettere sullo schermo del piccolo iPhone.

Inizio ad aprire e chiudere la bocca senza riuscire ad emettere alcun suono, riprendendomi poi dopo alcuni istanti di completa assenza.

"ehm...no..non...st..stiamo più assieme" balbetto e sento già le lacrime prepotenti farsi spazio nei miei occhi scuri che immagino lucidi come non mai.

"oh! Perdonami! Che sgarbato che sono, non volevo ferirti, scusami!" è impacciato il moro davanti a me, cerca di gesticolare qualcosa di incomprensibile, visibilmente affogato nell'imbarazzo.

"tranquillo" scendo dalla scomoda sedia rivestita di stoffa blu.
"ora devo andare" aggiungo e fisso sulle labbra il più bel sorriso che mi esce, falso, ma almeno un sorriso.
"oh allora ci si vede in giro" mi saluta Riccardo, con un gesto della mano.
Scendo con un altro gruppo di persone impazienti e nervose, e mi perdo nel caos della loro fretta di correre, nemmeno loro sapendo dove.

Passeggio per le vie senza una meta, un punto d'arrivo, un inizio. È tutto confuso, tutto misto e sbiadito. Come quando alle foto si aggiungono tanti effetti, da non far più riconoscere il momento catturato.

Foto...quella parola rimane impigliata in un angolo del mio cervello, senza più muoversi, anche se fingo di non capire i chiari segnali del mio subconscio, ci riesco benissimo.

Prendo le cuffie, tolte precedentemente e le attacco sl cellulare quasi scarico. Apro l'applicazione della musica e scorro fino alla 'O'. Qui controllo ogni canzone, fino a trovare quella che cerco.

'Out of the woods' rimbomba nella testa e un dolore struggente mi si propaga per il petto, senza permesso, senza ritegno, si impossessa di me, spezzando ogni cosa che trova e facendola cadere in mille pezzi, lasciando solo un grande e incolmabile vuoto.

Vuoto. Questo è l'aggettivo che più mi si addice da due giorni. Sono vuota, senza spirito, senza anima e vita. Quell'apparentemente semplice ragazzo dagli occhi smeraldo, è entrato nella mi vita, l'ha sconvolta, mi ha fatto provare nuove emozioni che non credevo possibili, cambiandomi e facendomi anche crescere interiormente.

Ora però, senza di lui, tutto quello che avevo dentro l'ha seguito, lontano da me, da tutto quello che mi circonda.
Le sue parole nella lettera mi rimbombano nella testa, l'avrò letta almeno un milione di volte, fino a saperla perfettamente a memoria. Non penso ci sia cosa più brutta che essere lasciati dall'amore della propria vita, ed esserne la causa.

Mi sento impotente, sento la mani legate, la difficoltà nel fare qualunque cosa, che non sia pingere o leggere quelle parole così dolci, che io non merito.

Con i miei pensieri da depressa, arrivo stranamente davanti ad un negozio di abbigliamento e decido di entrare, tanto per cercare di distrarmi. Osservo i vestiti da ragazze e accanto a loro quelli dei ragazzi. Pessima idea.

Ogni cosa che vedo, il mio unico pensiero è 'piacerebbe a Michele?' Oppure 'starebbe bene su di lui?' O anche 'come reagirebbe se indossassi quello?'.

Esasperata, decido di fuggire da quel luogo infernale, che fino a pochi mesi fa avrei definito paradisiaco. Proprio mentre sono sulla soglia del negozio, una mano calda e leggermente sudata mi afferra il polso stringendolo delicatamente, senza farmi troppo male.

Mentre nella mi mente si susseguono immagini di fossette, capelli neri ribelli e occhi verdi, il corpo di Cam si posa davanti a me, lasciando il mio polso, che torna a ciondolare accanto al fianco.

Osservo quel ragazzo che ho conosciuto per caso, per 'colpa' di Michele e che mi ha un po' salvato da tante situazioni in cui avrei voluto solo scomparire.

Mi sorride debolmente chiedendomi con la sua voce profonda e dolce "come stai?"

Una sola parola rimbomba nella mia mente. Più volte, rimbalza da un lato all'altro della mia anima, del mio corpo del mio essere. Solo quello può descrivere come mi sento veramente.

"vuota" sussurro.

Nota autrice:
Ehiii
Siamo proprio agli sgoccioli di questa storia! Scusate se il capitolo non è molto interessante, ma mi serviva come passaggio per arrivare al prossimo, che sarà il capitolo finale. Vi chiedo già da ora, vi piacerebbe un Sequel? Se si, commentate e dieti cosa ne pensate. Se vedo che siete in tanti, lo scriverò....altrimenti non penso, nei prossimi capitoli vi spiegherò meglio!
Un bacetto e alla prossima :-*

Feelings||Michele Bravi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora