05 || Conseguenze

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Appena suona l'ultima campanella mi precipito fuori dalla classe per sfuggire alla punizione assegnatami dalla preside. mentre scendo le scale spintonando chiunque mi si fermi davanti, il telefono vibra nella tasca posteriore dei miei jeans, così lo estraggo e leggo.

mamma: non provare a tornare a casa. se sei in punizione sarà per un buon motivo.

Finisco la rampa e mi appoggio al muro sconsolata, non avendo più speranze uso l'ascensore per salire al piano della VA e aspettare che Michele esca. Non appena lo vedo gli tendo una sorta di agguato e afferro il suo braccio con fin troppa forza.
"Ma che fai?!" Sbotta voltandosi e rilassando i muscoli quando mi vede.
"Scusa" sbuffo e gli faccio notare che mi sono offesa.
"Non sapevo fossi tu" continua a scendere le scale, mentre io rimango ferma sul pianerottolo come un'idiota. Lo seguo a debita distanza e raggiungo poco dopo di lui l'ufficio della preside.

"Bene, la gentile signora qui presente vi mostrerà cosa fare. Buon lavoro ragazzi" disse lasciandoci soli con la bidella che poche prima ci aveva scovati in corridoio. La vecchia ci mostra lo sgabuzzino dove tiene i detersivi e i panni posati sul grande carrello munito di secchio e scopa.
"Da dove cominciamo?" Domanda Michele appena restiamo soli al primo piano, si vede che gli costa caro parlare con me, anche se non capisco il motivo di questo astio.
"Da qui" indico la IIIB e mi avvicino con uno straccio e un detersivo per il banco fra le mani. "Si può sapere che ti è preso?" non mi risponde, si limita a pulire il pavimento.

Continuo quindi a strofinare le superfici di legno e mi sento in dovere di parlare "insomma non ci siamo visti un giorno e tu hai già capito che mi odi? non mi sembrava..." mi fermo prima di dire qualcosa di cui poi potrei pentirmi.
"Non ti sembrava cosa?" Termina di pulire la fine della classe e si avvicina anche troppo a me, lasciando solo un banco a dividerci.
"Lascia perdere, era una cazzata" mento allontanandomi da lui per ripassare un banco già pulito in precedenza.
"L'hai già pulito quello" mi segue fino all'angolo destro dell'aula e si ferma davanti a me, fermandomi con le spalle al muro.

"Lo so" sbuffo "ora fammi passare" lo spingo e lui si sposta immediatamente, non pensavo sarebbe stato così facile ma ne sono felice.
"Luca" dice facendomi fermare immediatamente dopo pochi passi.
"Luca cosa?" sgrano gli occhi e torno di fronte a lui, curiosa di scoprire finalmente che problema abbia.
"È colpa di Luca se non ti ho più parlato" eh? Cos'ha detto? "In passato ho avuto dei problemi con lui" non approfondisce l'argomento, io passo i seguenti minuti a tartassarlo alla ricerca di una risposta, ma lui sembra essere uno scrigno impossibile da forzare.
"Pensi di dirmelo una volta per tutte?" Sbotto, facendo un passo verso di lui che è di schiena. Michele si gira con un scatto e avvicina le labbra alle mie, facendomi immediatamente sentire a disagio. Prova a baciarmi, ma fortunatamente riesco a spostarmi e fargli toccare solo la mia guancia. "Senti giovane, mettiamo le cose in chiaro: io non sono un trofeo che si vince battendo Luca, o peggio ancora un modo per vendicarsi. Risolvete i vostri problemi da soli, non voglio entrare in questa stupida faida" mi allontano ed esco dall'aula raggiungendo l'ascensore.

"Dove vai ora?" Mi segue trascinandosi dietro il carrello.
"Al piano di sopra a pulire, vieni?" Entra anche lui nel cubicolo di metallo e mi osserva dal lato opposto. Nonostante lo stupore non sembra particolarmente colpito dalla mia reazione, pensavo si sarebbe offeso e invece per l'ennesima volta mi ha dimostrato di essere maturo. Peccato abbia rovinato tutto con quel tentato bacio.
"Pensi davvero che sia così semplice baciarmi? Non bastano certo degli occhi verdi e un bel carattere" sorrido appena e le porte si aprono in tempo per lasciarmi andare via.

Feelings||Michele Bravi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora