29 || Amicizia

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Mi siedo al banco e attendo l'arrivo della mia fidata compagna. Dopo pochi minuti, come al solito in perfetto orario arriva e si lascia abbracciare con tutta la forza che ho in corpo.
"Virginia non sai quante cose ho da raccontarti" esclamo appena ci allontaniamo.
"Io anche, con Matteo è successo di tutto!" Ridiamo per la nostra agitazione, ma prima di riuscire a condividere questo fine settimana allungato, la professoressa è già nell'aula e ci minaccia di sbatterci fuori.

Al suono della campanella che annuncia la ricreazione, scendo per andare a comparare qualcosa da mangiare alle macchinette. Sulla strada mi imbatto in Michele e tutti e due sappiamo che non è un caso.
"Ciao" la mia voce non tradisce le emozioni e resta piatta.
"Ehi, senti non è che possiamo parlare un po'?" Mi guarda attentamente negli occhi e io mi lascio convincere dall'insieme del suo sguardo e della tenerezza che mi fa.
"Certo, andiamo in cortile?" Annuisce e mi lascia fare strada, mentre mi segue qualche passo indietro a causa della sua storta. Arriviamo all'aperto e ci sediamo su uno degli scalini dell'entrata, dove i pochi solitari che escono in novembre fumano una sigaretta o parlano al telefono.

"Prima di qualunque cosa, come stai? Ti hanno detto quando potrai togliere il gesso? I tuoi sono rimasti?" Mi rendo conto solo dopo poco di aver posto troppe domande insieme e sento le guance andare a fuoco.
"Bene grazie, potrebbe andare meglio ma tutto sommato sono stato fortunato, probabilmente toglierò il gesso tra tre settimane; i miei resteranno qui ancora una settimana, poi torneranno a Città di Castello. Come sai che sono qui?" Gli spiego che li ho conosciuti in ospedale e lui si stupisce del fatto che io sia andata a trovarlo.

"Sono stupito perché non pensavo mi avessi perdonato. Volevo parlarti di questo infatti. Mi dispiace Ariana, davvero, ho fatto il coglione. Tu mi piaci davvero e vorrei stare con te, senza quel bacio finto che hai visto dato solo per attirare la tua attenzione" si passa una mano nel ciuffo corvino e attira la mia attenzione sul suo viso.

"Non ti ho perdonato, chiariamolo. Non potevo non venire a trovarti...Comunque ci sono rimasta davvero male per quel bacio"
"Lo so e mi dispiace, ma non voglio che una stupidaggine fatta per finta rovini il nostro rapporto che era davvero reale" appoggia la mano sana sul mio braccio e mi guarda fin troppo intensamente.

Tornare insieme a lui significherebbe mettere da parte la mia dignità e fidarmi di lui al cento per cento. È un rischio ovviamente, ma forse dovrei semplicemente calmarmi e seguire i miei sentimenti.
"Possiamo fare una prova" sospiro dopo pochi minuti di riflessione
"Stavolta non finirà per una mia sciocchezza te lo prometto" sorride e con uno scatto mi stringe a se, con non poche difficoltà causate dal gesso.

"Grazie" bisbiglia pochi secondi prima che la campanella suoni e ci avvisi che è arrivato il momento di rientrare in classe.
Appena entro nell'aula torno da Virginia e le racconto tutto quello che è successo, me tre mi lei mi osservava con la frase 'te l'avevo detto' stampata sulla fronte.
"Che ti avevo detto? Hai fatto bene, è il ragazzo giusto vedrai" un attimo prima che il professore entri in classe mi abbraccia e io ricambio più emozionata del solito. Quando la mia vita è piena e mi sento in pace con me stessa sento davvero il bene che voglio alla mia migliore amica. Relegarla in una categoria come questa è quasi sminuirla visto che per me, Virgi è una compagna di vita, una certezza, una gioia.

"Grazie" ci scambiamo un'occhiata e un sorriso "dopo devi raccontarmi di Matteo!" Le ricordo per farle capire che anche io sono interessata a lei. Ho sempre paura di essere troppo concentrata su me stessa, di avere dei momenti di egoismo e penso che come tutti gli adolescenti mi capito. Rapportarmi con lei mi aiuta anche a capire che non sono il centro del mondo e che ci sono persone disposte ad ascoltarmi, ma che io dovrei ascoltare loro.

Feelings||Michele Bravi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora