"Ci vediamo all'uscita?" Propone il biondo fermandosi sul lato destro del corridoio. Osservo i suoi occhi scuri, la carnagione abbronzata e i denti bianchi perfettamente allineati, sembra disegnato per essere perfetto.
"Okay" mi allontano senza dire nient'altro e torno nella mia classe poco prima che la campanella segni l'inizio delle ultime due ore di lezione.
Trascorro il tempo a riflettere su quello che intendeva dire Michele, come risolvere le cose con Luca e se la nostra relazione è veramente arrivata al capolinea. Abbiamo sempre litigato molto e in modo pesante, ma stavolta mi sento davvero offesa, nonostante parte della colpa sia mia."Penso che sia qui per te" la voce di Virginia mi riporta sulla terra, facendomi notare che l'ultima ora è appena iniziata e che sullo stipite della porta c'è Michele che mi guarda. Metto alla rinfusa gli oggetti nello zaino, pregando che la professoressa sia in ritardo.
"Mi copri?" Chiedo prima di alzarmi alla mia migliore amica.
"Certo, ma sta attenta" ci abbracciamo velocemente e io raggiungo il moro sulla porta, guadagnandomi occhiatacce e battutine da tutta la classe.
"Cosa fai qui?" chiedo appena ci allontaniamo verso le scale d'emergenza.
"Lo sai" apre la porta e inizia a scendere gli scalini uno dopo l'altro alla velocità di una lumaca."Molto sportivo vedo" commento con un sorriso, ma tutto quello che ricevo in cambio è uno sguardo truce. "Come mai esci un'ora prima? Non sei un ragazzo" vado un attimo nel panico realizzando quello che sto per dire, ma mi riprendo velocemente "uno studente" mi correggo "perfetto?"
"Ho detto che stavo male" sbuffa "comunque non sono affari tuoi" si ferma improvvisamente e si volta, portando nuovamente le nostre labbra troppo vicine.
"Che vuoi fare?" Fisso le sue iridi verdi: sono meravigliose, di un colore pieno e brillante che potrei guardare per un tempo infinito senza smettere di apprezzarne le sfumature."Parlare" continua a camminare e solo una volta uscito dal cancello si volta verso di me. "Puoi immaginare da te di cosa" si passa una mano nei capelli.
"Dove andiamo?" Chiedo senza staccare gli occhi per un secondo dalla sua figura. Oggi è particolarmente bello, rifletto e finisco per perdermi nei miei pensieri inadeguati."C'è un bar qui vicino, possiamo prendere qualcosa" sembra riflettere sul senso della frase e non perde tempo a correggerai "e sbrigarci" rimango quasi offesa da quest'ultima affermazione.
"So che non ti vado giù, ma potresti almeno fare finta" ribatto pochi passi dopo, non riuscendo più a restare in silenzio.
"Hai perfettamente ragione, non mi piaci e non vedo perché fingere."
"Se davvero non ti piacessi non saremmo arrivati qui per colpa tua e di quel quasi bacio" sputo fuori, più per vedere la sua reazione, che non arriva.Dopo circa mezz'ora di camminata e numerosi tentativi di conversazione che io ho accuratamente evitato, Michele curva a destra ed entra in un piccolo bar vuoto, senza proferire parola. Quando passo però, mi tiene la porta facendomi sentire un po' meglio. A volte bastano piccoli gesti per far sorridere una persona.
"Ciao Mic, il solito?" Domanda una ragazza sulla ventina dietro il bancone, regalando al moro un sorriso invidiabile.
Lui rimane in silenzio e si limita ad annuire "allora non sei così amichevole solo con me" borbotto e alzo gli occhi al cielo. "Tu ragazza che bevi?" Sorride anche a me, ma con meno dolcezza."Cioccolata calda piccola, senza zucchero grazie" la cameriera dietro il bancone si lascia andare ad una risata contenuta. "Che c'è?" Alzo un sopracciglio, ma lei non guarda nemmeno me.
"Siete proprio anime gemelle" scherza e Michele emette finalmente un suono e ridacchia.Estraggo il portafoglio dalla tasca più piccola dello zaino, pronta a pagare la mia parte e magari anche quella del mio accompagnatore, ma lui mi ferma.
"Posso pagare io?"
"Almeno fatti restituire i soldi" sbuffo e cerco della moneta per non essere in debito o per non sembrare una mantenuta."Ehi" alzo lo sguardo verso Michele, che mi parla per la prima volta dopo minuti e appoggia la mano sulla mia "va bene così" sorride e inizia a bere nonostante la tazzina bollente.
STAI LEGGENDO
Feelings||Michele Bravi (in revisione)
FanfictionHo sempre amato il caos, mi sono sempre presa ciò che mi spettava e ho sempre vissuto il momento. Come diceva Orazio? Carpe diem no? Quella frase ormai mainstream in cui tutti fingono di vedere qualcosa, ecco, io credo di vederci me stessa. Tutto m...