03 || Luca

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Il giorno seguente passo la prima ora di scuola dietro l'edificio con Luca a fumare una sigaretta e parlare un po'. Ultimamente le cose non vanno alla grande tra di noi e ho pensato che chiarire sarebbe stata l'idea migliore. Non ho mai avuto un fidanzato vero prima di lui e quando sette mesi fa, alla veneranda età di diciassette anni, un ragazzo mi ha chiesto di uscire ho detto per la prima volta sì. Non so cosa mi abbia convinta, forse il ciuffo biondo che si tocca troppo spesso o quegli skinny neri uguali ai miei. Sentivo che la sostanza di cui era fatto, era la stessa di cui ero fatta io. Con delle limitazioni certo, Luca ruttava dopo aver bevuto una birra e amava le discoteche. Eppure insieme stavamo bene, non ci preoccupavamo di quello che la gente pensava e rispondevamo senza peli sulla lingua a tutti. Non è facile incontrare qualcuno che scappi dalle convenzioni sociali come faceva lui e io l'avevo trovato.

«Come sta andando al bar?» Chiedo, per sviare il discorso che ha iniziato riguardo alla mia ricerca di un posto di lavoro. Il piano era quello di farsi assumere entrambi e mettere via dei soldi per poi fuggire lontano, probabilmente a Copenaghen o Stoccolma. Luca è riuscito a farsi assumere in un pub irlandese nel centro della città, mentre io sono ancora alla ricerca di un impiego. Il problema è che con l'aggiunta delle ripetizioni di Michele Bravi non potrei certo trovare tempo per cercare e, se avessi fortuna, trovare dove lavorare.
«Bene dai, mi hanno dato il primo stipendio settimana scorsa» sorride mettendo in mostra l'anellino nero impigliato nelle labbra sottili. È in netto contrasto con la pelle chiara e gli occhi di ghiaccio, eppure è uno dei dettagli che amo di più di lui.

Ci separiamo poco prima che la campanella della seconda ora invada i corridoi, infilandoci nei rispettivi corridoi senza troppa fatica. Al termine del tragitto, accanto alla fotocopiatrice e probabilmente in attesa di qualche foglio, noto una figura troppo alta per non essere Bravi. Mi avvicino e capisco di aver azzeccato quando riconosco il nido di vespe nero che ha in testa e la camicia coreana che indossa.
«Leggermente in ritardo?» Ironizza appena mi vede, ecco perché lo sopporto, ha un senso dell'umorismo affine al mio. Ridacchio e annuisco, aspettando con lui che l'apparecchio grigio faccia il suo lavoro. «Il prof di chimica mi ha detto che domani hai una verifica, studiamo insieme in biblioteca?» Annuisco, anche se non ho la minima voglia di chiudermi in mezzo ai libri.

«Credi che finiremo per una certa ora? Ho da fare più tardi» ho assolutamente bisogno di tempo per cercare un lavoro e non posso permettere alla scuola di rubarmi tanta energia.
«Che media hai di chimica?» Gli mostro con una mano e tre dita alzate il voto che ormai mi accompagna da qualche mese.
«Se fossi in te non prenderei impegni finché il sole non sarà tramontato» ridiamo entrambi e io mi passo una mano nei capelli. Sto per dirgli che ho cambiato idea e non posso stare con lui, ma come un segno del destino la campanella suona richiamandoci nelle rispettive classi e lui cogliendo questo segno come un richiamo divino, scappa via.

-

Appena uscita da scuola mi fermo davanti al cancello ad aspettare Michele. Tutte le persone che escono mi lanciano delle occhiate e io imparo pian piano a fregarmene. Due anni fa probabilmente sarei andata in paranoia e me ne sarei andata, ora invece sento di essere finalmente sicura.
«Eccola» la voce che sento arrivare da dietro di me però, appartiene a qualcun altro. Le mani di Luca si posano sui miei fianchi e mi pizzicano appena facendomi ridere.
«Lascia stare la mia ciccia» mi sposto appena e mi volto per guardarlo negli occhi. Sono la parte più bella di ognuno, l'ho sempre pensato, espressivi, belli e pieni di emozioni.

«Senti che ne dici di pranzare insieme?»
«Ariana» prima che possa rispondere, Michele ci raggiunge squadrando entrambi.
«Ehi, Luca mi spiace ma io devo studiare per la verifica di chimica con Bravi» noto una smorfia sul suo viso, si conoscono?
«Dai è solo una verifica puoi anche non andare domani, stiamo insieme? Lo sai che poi parto per la gita amore» si passa una mano nel ciuffo biondo e io non resisto.

«Ho capito, me ne vado» sospira il moro che è ancora immobile a guardarci «ciao Ariana» si allontana senza voltarsi.
«Ecco guarda cos'hai fatto» faccio il broncio e guardo Luca con aria accusatoria.
«Ehi vuoi dirmi che avresti preferito stare con quel pesantone piuttosto che venire con me a mangiare una pizza?» si morde il piercing e io unisco le mie labbra alle sue come risposta.
«Tu si che sai come convincermi» ridiamo entrambi, poi intrecciamo le mani e ci avviamo verso la pizzeria dei suoi genitori.

n/a:

in questo capitolo abbiamo il primo incontro tra Luca e Michele che non sembrano andare d'accordo.

cosa ne pensate? ditemi nei commenti se la storia vi sta piacendo!

un bacio
C

Feelings||Michele Bravi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora