Madeira

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KARINA'S POV

-Possiamo parlare o devi tenere il broncio per tutto il tempo? Era da più di una settimana che non ti vedevo, penso tu abbia novità da raccontarmi.

-Che palle Giulia!

-Scusa se voglio interessarmi della vita della mia migliore amica ed aiutarla. Ma fai come vuoi autodistruggiti pure.

-Vaffanculo! Sì è messo a baciare un'altra... Era finita la partita e insomma avevo una mezza idea di come si stesse sentendo, ero scesa per consolarlo ma non gli servivo, c'era già un oca che lo faceva stare meglio con le sue labbra stratosferiche.

-E poi cosa ti ha detto?

-Niente, appena li ho visto sono andata a casa e mi sono fatta accompagnare subito da nonna in aeroporto per tornare qui. Così facendo ho suscitato anche la rabbia di Junior, gli avevo promesso un pomeriggio di giochi e invece...

-Ma sei stupida? Dovevi affrontarlo! Chiedergli una spiegazione. Magari quella si era appiccicata ma lui non voleva.

-Non ne voglio più sapere nulla, lo zio aveva ragione, è una storia difficile.

-Ma non impossibile Karina... vedrai che tornerà.

-Scusate il disturbo signorine ma io starei facendo lezione, se vi preme così tanto chiacchierare potere farlo fuori, grazie?

Ci zittiamo all'istante, ci mancava solo essere rimproverata dall'insegnante... ho la testa che mi sta per esplodere e faccio finta di ascoltare la lezione fino a quando non suona la campanella e con molta calma mi dirigo fuori in corridoio con Giulia.
Appena vedo Carlos in lontananza prendo la mia amica per il braccio e la spingo dentro il bagno.

-Ma che sei scema? Mi potevi uccidere

-c'era Carlos

-Ti prego è di una pesantezza assurda quel ragazzo quando non ci sei che fa paura. È ossessionato da te, tra poco fa dei santini con sopra la tua faccia... ma perché lo eviti?

Non avrei voluto, sul serio, ma il fatto è che non avrei dovuto rimettermi con lui per colmare quel vuoto. Era stato tutto un enorme sbaglio e ora dovevo  troncare subito prima che lui ci rimanesse male. Avrei fatto la figura della stronza, della dura ma dentro ho un casino che se la gente lo vedesse prenderebbe paura. Sto davvero tanto male, ho voglia di chiudermi in camera e piangere, come avevo fatto il giorno prima saltando scuola perché mia madre non c'era.

-Non  mi piace più Giulia.  Più cerco di farmelo piacere più mi disgusta... Devo lasciarlo ma non so come fare. Ho un casino enorme in testa, non so più niente ma ti prego non lasciarmi sola.

Sono sull'orlo di una crisi di nervi, sento gli occhi riempirsi di lacrime e il naso pizzicare. Non posso crollare, non qui.
Sento le braccia di Giulia attorno alla mia vita, l'abbraccio della mia amica mi fa sentire un pò meno sola ma quel buco sullo stomaco è tornato.

-Se vuoi gli spiego io la situazione, gli parlo io e gli dico che non é più come prima.

-No devo farlo io. Devo lasciarlo io, il prima possibile.

La campanella suona di nuovo, dobbiamo tornare in classe. Mi sciolgo dall'abbraccio con Giulia e mi rimetto a posto per andare in classe.

[...]

L'ultima campanella è suonata, è ora di tornare a casa. Guardo fuori dalla finestra e Carlos mi sta aspettando dal cancello, deve aver saputo che sono tornata. È questo il momento adatto per dirgli tutto, mi faccio coraggio e mi dirigo verso l'uscita.
Non ho la più pallida idea di cosa dovrei dirgli ma devo farlo. É l'unico modo per chiudere definitivamente col passato e ricominciare.

I don't like being alone || Real MadridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora