Assieme

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MARTIN'S POV

-Il pilota sta cominciando le manovre per l'atterraggio a Madeira, siete pregati di mantenere le vostre posizioni e allacciare le cinture.

Finalmente il comunicato della hostes che aspettavo. Sono di nuovo in un altro Stato, nel giro di una settimana ne ho girati tre:Spagna, Norvegia e ora Portogallo.
Sono partito dalla Spagna, dopo la fallita qualificazione alla segunda division, per tornare nella mia amata Norvegia,per staccare la spina dopo una stagione con più ombre che altro. Mi stavo godendo la mia vacanza con i miei genitori, i miei fratelli, i miei cugini e i miei vecchi amici quando al telegiornale, due giorni fa, hanno parlato della nipote di Cristiano Ronaldo e dei suoi amici che hanno  mandato in prigione la banda dell'amico di suo padre, ma la sua amica era in ospedale. Mi sono subito preoccupato e ho preso il primo aereo per andare da lei, ha bisogno di qualcuno che le stia accanto e io ho bisogno di lei.
Mesi prima mi aveva chiamato dicendomi cosa stava succedendo e che mi lasciava libero, solo amici per ora, sarebbe stato complicato avere una relazione e poi non voleva andassi in Portogallo per non mettermi in pericolo. Non ho tanta paura di perderla perché so che lei prova quello che provo io e la distanza non compromette questo sentimento, però mi manca stringerla a me, proteggerla...

L'aereo è  atterrato e mi affretto a uscire dall'aeroporto e prendere il primo taxi per portarmi in ospedale, di sicuro Karina sarà lì, non abbandona mai le persone che ama.
Arrivato al parcheggio scendo dal taxi e mi dirigo verso l'entrata quando un ragazzo mi ferma

-Sei Martin Ødegaard?

Domanda con un mezzo sorriso.Non so chi sia e nemmeno cosa voglia...poi ha pronunciato in modo osceno il mio cognome

-Sì sono io...

-Ok, grazie mille!

Dalla sua espressione capisco che è felice. Estrae il telefono dalla tasca e continua a camminare.
Bah, c'è un sacco di gente strana a questo mondo.
Entro in ospedale, spaesato... non mi piace questo luogo, è troppo triste e sa da disinfettante ovunque.
Cerco, molto goffamente, di capire quale sia la reception quando una mano si poggia sulla mia spalla. Karina, è il mio primo pensiero. Ma questa mano esercita troppa pressione per essere la sua. Mi volto e trovo un ragazzo a fissarmi.

-Martin Ødegaard?

Mi chiede togliendo la mano dalla  mia spalla e restando a fissarmi con gli occhi alquanto incazzati.
Non capisco cosa succeda oggi, tutti mi riconoscono e chiedono conferma di chi io sia. Ho capito però che qui nessuno sa pronunciare il mio cognome correttamente.

-Sì, sono io. È successo qualcosa?

Non ho neanche il tempo di finire la mia domanda che subito il suo gancio destro mi colpisce in piena mascella sbilanciandomi e facendomi finire a terra sbattendo la testa.
Mi fa un male tremendo la guancia, la nuca e ho le tempie che pulsano, il labbro che brucia e un sapore di ferro in bocca, deve avermi tagliato il labbro. Sono tutto frastornato e mentre cerco di riprendere piena coscienza il ragazzo mi solleva rimettendomi in piedi per poi picchiarmi di nuovo.

KARINA'S POV

Non ci credo, non può essere davvero lui. Il mio cuore ha un sussulto e mi dirigo correndo verso il piano terra.

-Signorina non si può correre nei corridoi! SIGNORINA!

Ignoro le voci delle infermiere che mi urlano dietro e mi dirigo verso le scale. Scendo quattro scalini alla volta per non perdere il mio appuntamento col destino.
Arrivo al piano terra e mi dirigo velocemente verso l'entrata quando vedo Lucas con un pugno alzato e con l'altra mano sorregge un ragazzo, il mio ragazzo!
Con il panico sulla faccia mi metto a correre per raggiungerli e vedo che Martin ha bloccato il pugno di Lucas. Martin... ha la guancia rossa, il labbro che sanguina e i capelli scompigliati, il mio bellissimo Martin.
Mi dirigo verso Lucas tirandogli pugni come una mitragliatrice. Mi guarda storta e lascia andare Martin.

I don't like being alone || Real MadridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora