Disastro

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KARINA'S POV

Ho raggiunto il tavolino quando mi blocco.
OH MERDA! NO! NO! NO!
Non ci posso credere, non può succedere a me! Un mese fa! Quasi un mese fa e a me non è neanc'ora arrivato il ciclo... doveva arrivarmi verso fine mese ma no. Sono sempre stata precisa come un orologio quindi vuol dire che... non può essere, non posso crederci.
Dallo shock mi cadono i fogli dalla mano e il loro contatto con il pavimento mi fa risvegliare. No, non può essere.
Faccio per chinarmi a raccogliere i fogli quando mi trovo già davanti il ragazzo che era seduto sui tavolini che mi porge i miei documenti.

-Tieni le tue cose. Tutto bene? Ti sei bloccata e sei impallidita all'improvviso.

-ehm si tutto ok... mi sono solo ricordata che dovevo fare una cosa molto importante... grazie per aver raccolto la mia roba.

-Di niente, sembrava dovessi morire da un momento all'altro. Comunque io sono Pedro, piacere.

Mi porge la mano ma io sono ancora scioccata e non capisco cosa voglia quindi non ricambio la stretta di mano.

-Karina? Sono la preside, ti mostro la scuola visto che sei nuova.

Mi volto e raggiungo la signora che mi stava parlando e lascio lì impiantato quel ragazzo.

-Grazie mille per darmi questa possibilità signora.

-Di niente, ma dovrai impegnarti molto. Io so che sei la nipote di Cristiano Ronaldo, pochissima gente lo sa. Mi informo su chi accetto nella mia scuola e non pensare che grazie alla tua parentela avrai la vita più semplice.

-No signora, voglio essere trattata alla pari di tutti e non si preoccupi che mi darò da fare come non mai.

-Perfetto

Comincia la visita mostrandomi l'aula magna e le altre aule del primo piano. È tutto molto luminoso e colorato, le aule sono ampie e i banchi pure, la lavagnia occupa tutto il muro dietro la cattedra e ci sono pure le terrazze, dato che il giardino non è poi molto grande. Mi porta ai due piani superiori e l'ambiente è lo stesso, le aule pure.
È molto carina come scuola ma ho altro per la testa, decisamente altro.

-Hai già scelto cosa voler fare dopo?

Mi risveglio dai miei pensieri e metto a fuoco la domanda.

-Sì, voglio fare medicina. Aiutare le persone.

-Ambiziosa come ragazza, mi piaci. Allora ti porto anche a visitare i laboratori.

I laboratori sono sotto la scuola, più bassi e più scuri di tutte le altre aule ma ben illuminati artificialmente. Sono ben attrezzati ed è un vero spettacolo per gli occhi. Mi piace molto tutto.
Saliamo le scale e la preside mi riporta in atrio.

-È molto bella come scuola e ben gestita, complimenti.

-Grazie cara. Ora goditi il mesetto di vacanze che rimane e poi impegnarsi mi raccomando.

-Certo signora.

La preside mi saluta e si dirige di nuovo nel suo ufficio mentre io esco dalla scuola.
Devo trovare qualcuno con cui parlare e Martin non è la persona adatta.
Sto per uscire dal cancello quando sento di nuovo la voce del ragazzo di prima.

-Quindi ti chiami Karina. Prima non hai finito di presentarti.

-Sì scusa ma ora devo andare, ho una cosa urgente che mi aspetta.

Lui non sembra sentire le mie parole e mi porge di nuovo la mano. La manica della maglietta si alza e scopre un tatuaggio sul suo bicipite, una specie di triangolo dentro un quadrato. Bah...

-Ok piacere ora devo andare.

Gli stringo la mano e sorride compiaciuto.

-Ciao, é stato un piacere, ci rivediamo a settembre.

Ritiro la mano, mi giro e me ne vado. Perché la gente non si fa gli affari suoi? E io cosa devo fare?

[...]

-Stai bene, Ka?

-Sì nonna, la scuola è molto bella e non ho fame.

Scappo in camera e controllo sul calendario. Già, due settimane di ritardo. Comincio a piangere. Andava tutto così bene, perché dovevo commettere la cavolata del secolo? Non posso rovinarvi la vita così.
Cerco di tornare un pò in me e prendo il telefono.

-Manco già così tanto? Ovvio, non si può restare lontane da me.

-Giulia...

-Ehy Ehy, perché piangi? Cosa succede? Martin non la ha presa bene?

-No...è che....sono incinta

Ecco l'ho detto...che schifo, tutto

-Cosa?

Giulia è alquanto scioccata, come non capirla. Sono scioccata pure io.

-Ho un ritardo di due settimane.

La mia voce non riesce a tornare normale, è sempre strozzata.

-Oh merda... non è detto, può succedere ma insomma, no! può essere uno sbalzo di ormoni. Non preoccuparti! Aspetta qualche giorno e magari fai il test ma non preoccuparti! Non succedono queste cose a te. C'è di sicuro una spiegazione.

Spero con tutto il cuore che abbia ragione.

-Sì, hai ragione. Ragione, non ho niente. Ok ok devo tranquilizzarmi. Grazie Giulia

Chiudo la telefonata un pò piú sollevata ma non del tutto convinta. C'è qualcosa, lo sento. Non ho mai avuto un ritardo.

Passo tutto il resto della giornata a giocare con Junior, chiamare mamma e pensare a cosa fare se dovesse andare tutto storto.

CRISTIANO'S POV

James ha chiamato, Lola è di nuovo all'attacco. Nessuno capisce che devono lasciarla a casa. Appena torno e devo fare il servizio per le nuove maglie la sistemo io.

Sto per alzarmi dal letto quando squilla il telefono.

-James? Ma è tardissimo lì, cosa succede?

-Bella vita a Miami eh? No, avevo chiamato per Lola... ha preso di mira Toni

-Cosa? Il povero tedesco? Nooo, il timidone. Sul serio Toni, con tutto il ben di Dio?

-Ormai ci ha provato con tutti, mancava Toni o Martin

-Oh no Martin no... comunque tenetela calda che ho già in mente come conciarla così impara a distruggere le nostre vite solo per un pò di celebrità.

Mi alzo dal letto ridendo per quello che ho in mente, so essere davvero diabolico.
Quando tornerò troverò anche mia nipote in spagna. Vuole salvare il mondo la carissima, e Junior, mi manca da morire mio figlio.
Esco per andare a fare un bagno progettando per bene ogni dettaglio.

I don't like being alone || Real MadridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora