Ecco fatto

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KARINA'S POV

Siamo finiti a casa dello zio. Sul tavolo della cucina dalla nonna c'era un biglietto dove diceva che erano tutti e due a guardare la partita da Cristiano.
Siamo seduti sul divano con nonna più tranquilla del solito, Junior che è seduto sul tappeto con Cristiano al suo fianco e io seduta tra le braccia del mio norvegese.
Ormai è finito anche il secondo tempo supplementare quando Carvajal la mette dentro al 119' esimo. Zio urla felice, nonna e Junior pure.
Poco dopo l'arbitro fischia la fine Madrid 3 Siviglia 2. Guardo terrorizzata Martin e lui mi stringe la mano per darmi forza. 

-Karina, sarebbe solo come rimandare l'inevitabile. Devi dirlo prima o poi e prima lo farai meglio sarà per te e per noi.

Ha ragione dovrò dirglelo prima o poi.
Mi alzo, spengo la tv e mi ci piazzo davanti.

-Mmh

Mi schiarisco la voce. Sto facendo una pazzia ma dovrò farlo.

-Io devo dirvi una cosa. Una cosa molto importante... ecco io... sono incinta.

Mia nonna mi guarda con una faccia spiritata, mio zio cade di peso sul divano e Junior continua a giocare. Era quello che mi aspettavo, un disastro totale.
Cristiano si gira verso Martin

-Disgraziato! Tu....

-No zio, è stata colpa nostra. NOSTRA! Era la prima volta e....

-Ok ok, non voglio sapere i dettagli!! Deduco che vogliate tenerlo.

-Sì, io voglio tenerlo e a Martin va bene quello che voglio io. Quindi lo terremo.

-Ok... wau, non so cosa dire. Insomma siete giovani ma... devi dirlo a tua madre.

-Con calma, molta calma.

Mia nonna mi sta guardando ancora spiritata. Mi aspetto una strigliata di testa.

-Nipotina mia, credevo fossi più responsabile. Vieni qui.

Allarga le braccia per abbracciarmi e io mi fiondo tra quelle piangendo.
Martin si sente in più e in colpa per come sono finita nei casini, lo capisco da come è messo e come mi guarda.

-Piccola mia... È pur sempre un dono di Dio e secondo me fai bene a tenerlo. Guarda me, stavo per abortire un campione di calcio. Ti aiuteremo piccolina e rimarrai qui a Madrid!

Continuo a piangere come uno schifo tra le braccia di mia nonna. Mi aspettavo una sgridata più che altro, la mia cara nonna. Mi sento troppo in colpa per aver deluso mio zio.

-Dai su andate a letto che sarete stanche e domani mattina noi due abbiamo allenamento. Potete dormire qui.

Mi asciugo le lacrime, mi alzo, prendo per mano Martin e ci dirigiamo fuori.

-No grazie, non voglio disturbare oltre. Ciao.

-Karina, non sono arrabbiato o deluso ma non me lo aspettavo... è uno shock... ti sta bene la maglia del Madrid comunque.

-Grazie zio. Ciao.

Gli do un bacio in guancia e usciamo per andare a casa.

CRISTIANO'S POV

-Allora Toni, hai fatto come ti ho chiesto?
I miei compagni sono tornati dalla Norvegia con la coppa e le medaglie anche per noi assenti. È bello vincere trofei con la squadra e la cosa ci unisce ancora di più.
Ho fatto il servizio fotografico il giorno della partita e ho visto Lola, la solita donna. Il giorno dopo ho avvisato Toni su quello che volevo fare e oggi, tre giorni dopo, mettiamo in azione il piano.

-Sì sì. Le ho chiesto di aspettarmi finito il servizio fotografico per la terza maglia, poi faremo il resto.

Scoppiamo tutti a ridere e finiamo di vestirci.

Facciamo il servizio e usciamo. Toni entra nello stanzino e cinque minuti dopo esce.

-Fatto. Le ho detto di aspettarmi nuda e al buio che queste cose mi eccitano un sacco.

-Perfetto Toni, ora raga andiamo da Florentino.

Tutti assieme ci dirigiamo nell'ufficio di Perez per portargli una notizia clamorosa. Davanti alla porta Sergio bussa e il presidente apre la porta. Parla Sergio in qualità di capitano di tutta la squadra.

-Presidente, noi abbiamo finito i servizi ma la fotografa ci ha mandato a chiamarlo perché le vuole parlare.

-E dove sarebbe? Non poteva venire qui lei?

-È nello stanzino del servizio, ha detto che le servivano consulti per le foto.

Afferma Sese in tono autoritario mentre alcuni dietro di me trattengono a stento le risate.

-Va bene, ora arrivo. Perché nessuno sa fare il suo lavoro da solo?

Noi lentamente ci dirigiamo negli spogliatoi aspettando il passaggio di Florentino.
Lo spagnolo passa ed entra nello stanzino. Noi lo seguiamo e lasciamo la porta un pò aperta per origliare. È tutto buio ma al centro c'è la luce della fotografa accesa.

-Finalmente ti sei lasciato andare carinissimo

Perez continua a camminare avanti un pò sconvolto.

-Non fare il timidone, parla. Mi hai chiesto tu di aspettarti.

Lola esce dall'ombra e si piazza sotto il lampione, ha solo un copri vestaglia molto leggero.
Perez la vede e rimane sconvolto.

-Tu sei pazza. Sei licenziata!! Non ti voglio mai più qui! Cerchi di addescare tutti! Vattene

Perez urla e si dirige velocemente verso l'uscita. Noi ci diradiamo correndo verso lo spogliatoio.

-Grazie Cris, sembra sia riuscito alla grande.

-Di niente Toni. Ho sempre grandi idee io.

Gli do una pacca sulla spalla e gli schiaccio il cinque.

-Su scansafatiche, cominciamo l'allenamento.

-Va bene Zizou!

Rispondiamo in coro e ci dirigiamo verso il campo.

KARINA'S POV

-Ok nonna, ora vado e dico tutto a mamma.

Disperata mi dirigo in camera e digito il numero di mia madre sul display. Via il dente via il dolore.

-Amore! Da quanto non ti sento! Come va a Madrid?

-Tutto bene. Il 5 settembre comincio scuola, la ho già visitata ed è molto bella.

-Sono contenta. E Martin come sta?

-Impegnato con gli allenamenti  lì come va?

Passiamo dieci minuti a parlare di cose varie e non le dico che la sua unica figlia ancora sedicenne è incinta.

-Allora devi dirmi altro?

-No, tutto bene. Sto benissimo.

-Va bene, ciao amore.

Chiudo la chiamata. Non sono riuscita riuscita a dirlelo, non riuscivo a distruggere il suo entusiasmo. Non ci sono riuscita, ma dovrò. Un giorno la pancia crescerà e non potrò più tenerle nascosta questa cosa. Per ora però non riuscirei a rovinarle la vita. Ora scendo per pranzare e poi andrò da Martin.

I don't like being alone || Real MadridDove le storie prendono vita. Scoprilo ora