DUCUNT VOLENTEM FATA NOLENTEM TRAHUNT
Probabilmente molti dettagli di questa storia sono frutto della fantasia del ragazzo che me l'ha raccontata.
L'ho trovato di notte, febbricitante, pallido, agitato.
Aveva suonato al campanello di casa mia e, dopo il primo impulso di sbattergli la porta in faccia, dopo averlo guardato meglio, dopo aver sentito quella strana sensazione dentro, l'ho fatto entrare.
Ripeteva un nome e mi guardava con gli occhi lucidi di febbre e lacrime.
L'ho fatto stendere sul divano del mio salotto e gli ho portato qualcosa che gli facesse abbassare la febbre.
Delirava. Parlava di come era riuscito a trovare lei.
Durante la notte la febbre si è abbassata e il ragazzo ha smesso di mormorare in quel sonno agitato dov'era caduto.
La mattina, appena sveglio, ancora stanco e debole, mi ha guardato negli occhi, mi ha ringraziato e mi ha detto di avere una grande storia per me.
Mi raccontò di una ragazza scesa da un treno. Mi raccontò della persona che stava aspettando.
Per quanto desiderassi sapere di più, lo vidi pallido e molto stanco e gli consigliai di riposare. Ci sarebbe stato tempo per raccontare.
A pomeriggio, quando ha riaperto gli occhi, gli ho portato qualcosa da mangiare.
Ha iniziato di nuovo a raccontare , scusandosi per aver cominciato da metà della storia.
A mano a mano che parlava mi sentivo rapita dalle sue parole. La sua era una storia inverosimile, assurda per una persona razionale, ma, più parlava, più un insopportabile dubbio s'insinuava nella mia mente. Ero così sbalordita... Alla fine pensai fosse solamente un ragazzo che era caduto e aveva battuto la testa, dimenticando tutto e inventandosi quella storia assurda.
Lo guardai sorridendo e gli chiesi se si fosse inventato tutto. Lui scoppiò a ridere. Gli ci vollero alcuni secondi per calmarsi, guardarmi attentamente e chiedermi se stessi scherzando.
Io non fiatai.
Lui mi guardò negli occhi e sorrise, confuso, sbattendo le palpebre. Mi disse che non sarebbe stato in grado di inventarsi una storia del genere, mi giurò che tutto quello che avevo sentito era successo veramente, che molte delle cose che mi aveva raccontato le aveva vissute sulla propria pelle, in prima persona. Gli chiesi, incredula, perché lo stesse dicendo a me, ma lui non rispose e si limitò a sorridermi malizioso, incrociando le braccia sul petto, sfidandomi a capirlo da sola. Gli proposi di rimanere in casa mia per un'altra notte, decidendo di fidarmi di quel completo sconosciuto come mai mi ero fidata di qualcuno. Quella notte non chiusi occhio, tormentata da quella storia assurda e dal legame che, evidentemente, aveva con me.
Non riuscivo a capacitarmi di come tutte quelle cose fossero successe davvero, di come tutte quelle persone fossero esistite sul serio.
In fondo la magia esiste solo nei libri, nella fantasia, non nel mondo reale, giusto?
Sarà meglio raccontare la storia del ragazzo, da dove è cominciata.
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IL QUINTO INGRANAGGIO
FantasyIl mondo è popolato da milioni di razze diverse, una di queste è quella dei Derwin, creature pressoché immortali, dotate di poteri incredibili. Esistono centinaia di Derwin, ma la nostra lente d'ingrandimento va a un piccolo gruppo, cinque persone c...