Provò a riaddormentarsi, visto che in realtà il sogno era durato appena mezz'ora, ma, di nuovo, ci riuscì solo dopo parecchio tempo. Non riusciva a spiegarsi perché la ragazza avesse il volto di Lauren. Aveva imparato, nel corso degli anni, a non ignorare i sogni, ma se ne dimenticò non appena chiuse gli occhi, cadendo in un sonno buio e agitato.
Robin si risvegliò piano, sentendo la mattina entrargli negli occhi e nella bocca, facendogli abbandonare definitivamente il sonno. Si stropicciò gli occhi, respirando profondamente e buttò lo sguardo all'orologio: segnava le sette di mattina. Si accorse solo allora di essere andato a letto senza cambiarsi e i vestiti che, ora, erano tutti sgualciti. Si cambiò in fretta e si avvicinò alla finestra. Fuori pioveva e soffiava un vento forte che piegava i rami degli alberi. Andò alla porta, la aprì, ma prima di uscire, questa volta, si assicurò che il corridoio fosse vuoto, poi si diresse verso la cucina. La sala da pranzo era deserta, ma c'erano dei lievi rumori che venivano da dietro la porta, dalla cucina.
Indugiò un attimo prima di entrare. Amber gli aveva sconsigliato di aprire la porta, ma finora non aveva seguito i suoi consigli, quindi ignorò anche quello. La cucina era provvista di un tavolo di legno dal ripiano tutto macchiato e graffiato e di diversi elettrodomestici, tutti piuttosto vecchi. Prodotti di antiquariato, più che altro. Alle pareti erano appesi dei pensili dagli sportelli di legno. Seduta su uno sgabello, appollaiata sul bordo, appoggiata al tavolo, c'era Lauren.
Aveva un libro aperto davanti e una marea di fogli coperti da una calligrafia fitta, accanto a una ciotola stracolma di cereali immersi nel latte. Sembrava aver cancellato completamente il ricordo della sera prima, quando era stravolta dalla rabbia. Ora aveva gli occhi ben spalancati e una penna ben salda tra le dita. Quando Robin entrò, la ragazza smise di scrivere, ma non alzò lo sguardo. Appoggiò la penna e rilesse qualche riga, buttando un'occhiata alla pagina aperta del libro.
Robin fece un passo timoroso all'interno della stanza e borbottò un << Buongiorno >>
Lauren alzò appena gli occhi, giusto quel poco che bastava per vedere chi fosse. << Buongiorno >> rispose, con una tranquillità che tradiva rabbia e rancore.
<< Da quanto sei sveglia? >> chiese Robin.
Lauren socchiuse gli occhi e riordinò i fogli, sistemando in cima alla pila la penna. << Circa un'ora >> Lauren rimescolò per un secondo nella ciotola con il cucchiaio, poi ne mangiò controvoglia un po'.
<< E le altre? >>
Lauren deglutì e riappoggiò il cucchiaio << Amber si sveglia presto e va nel bosco o nel giardino. Jade dorme fino a tardi, fa sempre le ore piccole >>
<< E tu invece? >>
<< Io? Io mi sveglio presto e mi trovo qualcosa da fare >>
<< C'è qualcosa da mangiare anche per me? >>
Lauren lo squadrò con diffidenza poi annuì e gli porse una scatola di cereali che Robin prima non aveva notato.
<< Dentro l'armadietto ci sono delle ciotole di riserva e il latte è nel frigo >>
Robin si avvicinò all'armadio e prese una tazza sbeccata, messa molto meglio delle altre. << Grazie >>
Nel frigo c'era poco e niente: qualche bottiglia di latte, dei barattoli di gelato e della frutta. Robin si versò il latte e si sedette dalla parte opposta del tavolo rispetto a Lauren.
Con cautela si allungò verso la scatola di cereali, ma la ragazza li spinse bruscamente nella sua direzione, senza degnarlo di attenzione.
Robin prese la scatola e versò una manciata di cereali nella tazza.
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IL QUINTO INGRANAGGIO
ФэнтезиIl mondo è popolato da milioni di razze diverse, una di queste è quella dei Derwin, creature pressoché immortali, dotate di poteri incredibili. Esistono centinaia di Derwin, ma la nostra lente d'ingrandimento va a un piccolo gruppo, cinque persone c...