Scena 27

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Erano in cinque, tutti vestiti di scuro. Quella creatura era molto più grande di come Lauren se l'era immaginata e fece fatica a passare dalla porta.

Gli uomini fecero fuoco prima che Lauren riuscisse a capire come fosse fatto il mostro, ma i colpi quasi non si sentirono, sovrastati dal ruggito della creatura. Steve schivò i proiettili e sollevò di peso Lauren, spingendola dietro il tavolo da poker.

Lauren non seppe se fosse stato più doloroso l'atterraggio brusco o il fatto che Steve volesse proteggerla.

La ragazza si risollevò con un grugnito e lanciò il coltello, avvertendo l'ormai dimenticata scarica di adrenalina correrle lungo la schiena. Il pugnale colpì l'uomo più vicino in mezzo al petto, lasciò cadere la pistola. Lauren scivolò sul pavimento fino all'arma, la impugnò con entrambe le mani e la puntò contro un altro uomo. Per un istante rimasero fermi, immobili. Lauren con un ginocchio a terra, la pistola sollevata di fronte a sé e gli occhi fissi in quelli dell'uomo, in piedi e con l'arma puntata su di lei.

Lauren respirò profondamente e sparò, nel preciso istante in cui anche lui faceva fuoco. Il rinculo della pistola le percorse il braccio facendolo scattare contro il corpo. Lauren si buttò di lato cercando di evitare il proiettile che la colpì di striscio a una spalla.

Erano troppi anni che non impugnava una pistola, che non sparava... Il dolore esplose, facendole lacrimare gli occhi. Non era riuscita a colpire l'uomo, però, e, appena lo mise a fuoco di nuovo, scacciando i puntini luminosi che le danzavano davanti agli occhi, sparò di nuovo, mandandolo a terra.

La ragazza si sollevò sul braccio sano e guardò Steve. Si aspettava di vederlo combattere e invece il ragazzo era paralizzato, fermo immobile e guardava quella strana creatura dritta negli occhi. Nei suoi di occhi, invece, si leggeva solo terrore. I cadaveri a terra erano quattro e il quinto uomo se ne stava appoggiato alla parete a guardare Steve con un ghigno sulle labbra.

Lauren riusciva a vedere i suoi respiri, sempre più agitati. Quella cosa, quel mostro, lo stava facendo morire di paura, letteralmente, in un modo che la ragazza ancora non capiva. Lauren si alzò e sparò tutti i colpi che le rimanevano verso la creatura. Il mostro ringhiò di dolore, distogliendo lo sguardo da Steve e fissandola, un odio profondo negli occhi cremisi. Lauren per un attimo credette di finire come Steve, paralizzata da una paura sorda per aver guardato quella cosa negli occhi, ma non successe niente. Lauren si chinò lentamente, senza rompere il contatto visivo e raccolse il proprio coltello. L'uomo appoggiato al muro non si muoveva, come se si aspettasse solo che Lauren cadesse a terra, in preda alla paura. Il potere del mostro, però, sembrava non avere effetto su di lei.

L'uomo guardò Lauren con disprezzo, poi si rivolse direttamente al mostro. << Non è lei il tuo obbiettivo. Fai quello che devi >>

Lauren avvertì un brivido freddo lungo la schiena. Aveva già sentito quella voce, da qualche parte, ma non sapeva dire esattamente dove. Quell'uomo, anzi no, quel ragazzo, emanava un odore di ruggine indicibile.

Steve, ancora lì, fermo e immobile, gli occhi sgranati e una lacrima silenziosa che gli rigava il viso, era pallidissimo. Sarebbe potuto sembrare una cadavere. Lauren non aspettò altro. Non poteva permettere che qualcun altro morisse. Scattò verso la creatura e si arrampicò lungo una delle sue braccia.

Si sentiva strana in quella situazione così surreale. Perché la creatura non attaccava lei? Perché quel ragazzo gli aveva ordinato di non farle del male? Una parte di lei sapeva che doveva cogliere l'occasione e attaccare. La pelle della creatura variava di punto in punto: in certe zone era squamata, in altre spuntavano piume nere come petrolio, in altre carne umana, ma coperta di cicatrici e tagli. Soprattutto, però, c'era del pelo, scuro e ispido come quello di un cane randagio.

Mentre si arrampicava, Lauren avvertì una strana sensazione di sporco e umido sulle mani e sulle ginocchia e si accorse di avere la pelle e i jeans coperti del sangue della creatura, di un rosso scuro e cangiante, esattamente come i suoi occhi.

Steve era ancora più pallido di prima e aveva cominciato a tremare. Lauren si chiese cosa stesse vedendo. Quali erano le sue paure? Le gambe del ragazzo cominciarono a cedere e Steve cadde in ginocchio.

<< Cosa stai facendo? >> gridò il ragazzo, staccandosi solo allora dal muro, come se avesse capito che cosa Lauren aveva intenzione di fare troppo tardi.

La ragazza non lo degnò di attenzione. Serrò la presa sul coltello e lo conficcò nella carne della creatura, dove teoricamente dovevano esserci le scapole. A contatto con la carne del mostro, la lama del coltello sfrigolò, sciogliendosi come se immersa nell'acido, poi la creatura crollò e Lauren riuscì a scivolare via un istante prima dell'impatto col pavimento.

IL QUINTO INGRANAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora