Scena 31

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Steve si appoggiò contro la porta sbattendosi entrambe le mani sulla faccia e scuotendo la testa.

Con un gemito di sconforto Steve si raddrizzò e andò verso l'armadio.

<< Tu si che ci sai fare! >> borbottò, incrociando il proprio sguardo nello specchio appeso all'anta dell'armadio. Imprecò a denti stretti e si tuffò nell'armadio.

Con una mano si tenne stretto al bordo dell'armadio mentre con l'altra cercò di tirare giù da una gruccia una camicia leggera. Questa, però, sembrò scivolare via dalle sue dita, spinta da una forza invisibile. Odiava quella casa, quasi quanto lei odiava lui, se non di più.

<< No, no, è mia. Stupidissimo armadio ... >> Steve tirò con tutte le sue forze e, appena prese il possesso della camicia, cadde indietro, atterrando a sedere sul pavimento, la stoffa sgualcita in una mano.

Quasi ringhiando si infilò la camicia, la abbottonò e aprì la porta. Lauren era appoggiata alla parete, un piede contro il muro. La ragazza stava fissando le porte del corridoio quasi con nostalgia.

A guardarla gli veniva male. Riviveva quei terribili minuti davanti a quella creatura. Non aveva raccontato tutta la verità a Lauren, ma come avrebbe potuto? Come avrebbe spiegato?

<< Sei pronto? >> chiese Lauren staccandosi dalla parete e sorridendogli.

Steve annuì. << Certo >>

<< Pensavi a quello che hai visto, vero? >>

Steve la guardò di sbieco << Sì >>

Lauren sorrise e gli indicò il corridoio. I due ragazzi si incamminarono verso la porta per le scale.

Lei parlò senza guardarlo, ma era tutt'altro che sovrappensiero << A volte se si raccontano le proprie paure, queste spariscono >>

Steve la guardò << Con te funziona? >>

Lauren non rispose, superò Steve, scendendo le scale, camminando svelta fino a un'altra porta, percorrendo un corridoio stretto ed entrando nella sala da pranzo.

<< Il fatto non è se ci possiamo fidare o meno di lui, è se verranno cercarlo oppure no! >> stava dicendo Amber con veemenza.

Lauren aprì piano la porta, così piano che nessuno si accorse di lei e Steve, appena entrati.

Robin si alzò, fulminando Amber con lo sguardo << Lui è mio amico! Non permetterò che ... >>

Steve si sedette il più lontano possibile dai due << Se dovete dirmi qualcosa fatelo e basta. Posso badare anche da solo a salvarmi la pelle >>

Lauren si sedette tra Steve e Robin, la schiena dritta e i muscoli tesi.

Amber gli sorrise, fingendosi d'accordo << Credo che a stare qui ... >>

Robin la fissò << Vuoi che io stia qui, vero? >>

Amber si appoggiò allo schienale e incrociò le braccia sul petto << Sì >>

Robin tirò fuori un cipiglio convinto << Allora anche Steve sta qui >>

Il diretto interessato appoggiò i palmi delle mani sul tavolo, alzandosi << Non voglio elemosinare la vostra stupida ospitalità! >>

Robin lo fissò, sorpassando Lauren con lo sguardo << Tu non stai elemosinando assolutamente nulla, Steve! Io ti devo un favore, nemmeno piccolo, e non posso permetterti che qualcuno ti cacci >>

Jade entrò in quel momento e si sedette accanto a Amber, sorridendo << E poi questo qui non farebbe male a una mosca, Scintilla. Guardalo, non è il tipo di persona che gira sempre con un coltello a portata di mano ... >>

Steve inarcò un sopracciglio e la fissò << Ti da fastidio? >>

Lauren si alzò e prese uno dei vassoi di carne che coprivano il tavolo. << Smettiamola di litigare. Dovevamo parlarne dopo cena, ma prima lo facciano meglio è, no? >>

Tutti gli occhi si fissato su di lei.

<< Lo stai difendendo? >> domandò Amber, interdetta << Lo conosci a malapena! >>

Lauren serrò la mandibola e le scoccò un'occhiataccia << Forse non lo conosco più di quanto tu conosca Robin... >>

Amber storse il naso << Avrai passato sì e no dieci minuti con lui, in altri due stavate per picchiarvi ...>>

<< E con questo? Solo perché ci conosciamo da poco non vuol dire che non possiamo fidarci l'uno dell'altro, no? >>

Amber continuava a non essere convinta.

Lauren sbuffò e mise in bocca un pezzo di carne.

<< Facciamo cosi: se farà danni di qualsiasi tipo lo butti fuori e te la prendi con me. Mi sembra insensato condannare Steve prima che abbia fatto qualcosa, giusto? >>

Amber e Robin la fissavano sbigottiti.

Jade sorrise, compiaciuta, contemplando il lavoro di Lauren. << Allora ... Io oggi pomeriggio esco >> disse, cambiando argomento senza preavviso.

Amber alzò gli occhi al cielo << Oh, Jade, non è veramente il momento! >>

Steve guardava Lauren di sottecchi come se dovesse cercare di capirla ma non volesse farsi vedere.

<< Ma non sto scherzando! >> Ribatté Jade, la bocca piena e le mani su una fetta di pane.

Amber la osservò, senza capire se la stesse prendendo in giro oppure no << Ci sono omicidi ogni giorno, la nostra razza è sull'orlo della crisi, l'assassino è ancora nei paraggi e tu ... Tu vuoi uscire? >>

Jade si strinse nelle spalle << Be', si. Sarò al sicuro, con un altro Derwin. Sapremo badare a noi stessi >>

<< E chi sarebbe? >>

Jade sorrise con malizia << Ve lo farò conoscere, presto. Voglio invitarlo ... >>

Amber chiuse gli occhi, innervosita << Se dici "a restare da noi" ti brucio. Potrei anche farlo letteralmente >>

Jade alzò gli occhi al cielo << volevo dire "per cena" >>

Lauren sorrise, incuriosita. Non le sarebbe dispiaciuto incontrare Sebastian, proprio per niente.

<< Bene, allora >> bofonchiò Amber, mettendosi finalmente a mangiare.

Nessuno fiatò per il resto del pasto, ma Lauren sentì perennemente su di se lo sguardo di Steve. Credeva di non essere visto, forse, mentre la osservava lentamente, prendendosi tempo. Alla fine si alzò da tavola e uscì per prima dalla stanza, senza votarsi, per non far vedere quanto fosse diventata rossa.

IL QUINTO INGRANAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora