Scena 1

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Amber Barnes era seduta sulla spiaggia, a debita distanza dall'acqua. La vicinanza col mare la terrorizzava, ma il suo rumore, mentre s'infrangeva sulla terraferma, le metteva calma e tranquillità. Passò diverse volte le mani sulla sabbia, sentendo i granelli fini e pallidi solleticarle la pelle sensibile tra le dita. Il sole caldo di fine agosto illuminava la spiaggia e una brezza carica di salsedine sollevava da terra le foglie secche che in anticipo di mesi erano cadute dai rami degli alberi e ora infestavano la battigia. Era stata una bella estate fino a qualche settimana prima, quando un vento freddo aveva scosso la tranquillità, anticipando di pochi giorni piogge tiepide che si erano abbattute sulla terra con violenza sempre maggiore, quasi una punizione mandata per quelli che non facevano che cospirare e organizzare tradimenti.

La conseguenza era stata semplice: tutti coloro che per scappare dall'afa di città si erano rifugiati nelle spiagge, erano tornati a casa, lasciando le coste deserte e silenziose.

Ad Amber Barnes piaceva quel tratto di costa: l'acqua era più pulita, nemmeno con un tempo buono c'era troppa gente e se guardavi bene sotto lo strato di onde, riuscivi a vedere i riflessi delle scaglie di piccoli pesci. L'unico ospite della spiaggia durante la stagione estiva, oltre alla ragazza e a qualche raro passante, era un vecchio pescatore che teneva la sua barca sgangherata attraccata a un piccolo molo di legno che si protendeva in mare. Il pontile, tra le sue assi e i suoi piloni, ospitava un nido di gabbiani.

Il rumore delle onde che si infrangevano con calma contro la battigia si ripeteva all'infinito, scandito dallo stridio dei gabbiani che si rincorrevano alti nel cielo. A parte loro, la spiaggia era deserta. Amber era abituata alla solitudine, le piaceva anche, ma a volte l'unica cosa che desiderava era qualcuno con cui parlare o con cui stare. Un'onda enorme si alzò sopra le altre e si infranse sulla spiaggia con un gran fragore. Amber la osservò e la sua mente balzò inaspettatamente alla propria paura per l'acqua. Alla sua età una persona non avrebbe dovuto avere paura di niente o quasi, eppure l'acqua le suscitava un profondo terrore e tutte le volte che ci si trovava troppo vicino sentiva le orecchie tapparsi e una strana sensazione afferrarla per la bocca dello stomaco. Forse era qualcosa impossibile da affrontare, da combattere, da vincere, eppure si slacciò le scarpe, le appoggiò accanto allo zaino e si alzò. I piedi nudi le affondarono nella sabbia fresca. Il sangue cominciò a pulsarle rumorosamente nelle orecchie. Camminò cauta fino a quella linea più scura dove le onde fermavano la propria conquista e battevano in ritirata, stando in punta di piedi, cercando di evitare la striscia di conchiglie rotte, memoria lampante delle burrasche dei giorni precedenti. Rimase ferma, a pochi centimetri dalle onde che rotolavano sulla battigia. Una si spinse nella sua direzione e la ragazza fece un salto indietro per evitarla. L'acqua sfrigolò nell'orma lasciata dai suoi piedi, fumando come su tizzoni ardenti, appena tolti dalle fiamme. Quando l'onda si ritirò, sulla sabbia, al centro dell'orma annerita dal fuoco, comparve una conchiglia. Amber aspettò che l'onda successiva se ne andasse, sperando che non se la portasse via e raccolse la conchiglia. Era di un rosso pallido e sulle mani di un qualunque essere umano sarebbe stata incandescente, ma sulle sue era appena tiepida. Nel palmo della sua mano, sembrava pulsare come un piccolo cuore. Amber sorrise lievemente e si girò, ripensando al suo nuovo ritrovamento e ignorando l'ombra che le si stava avvicinando.

Andò a sbattere contro un ragazzo, alto, magro, i capelli scuri. Era vestito con un paio di jeans chiari e una maglietta bianca a mezze maniche che sembrava averne passate tante. Aveva un paio di occhiali da sole scuri dalla montatura sottile. Erano storti, però, come se gli fossero scivolati durante lo scontro con Amber. La ragazza si spostò, per lasciarlo passare, ma lui si mosse nella sua stessa direzione. Amber fece di nuovo un passo di lato, l'altro la imitò.

<< Ogni tanto sarebbe utile decidere? Magari possiamo farlo insieme >> chiese lui, sbuffando spazientito. << Bisogna sapere dove andare, nella vita >>

IL QUINTO INGRANAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora