La giornata trascorse con una tranquillità opprimente. Come ogni altro giorno, del resto. Jade si stese a pancia in su, sul proprio letto e fissò il soffitto. Ogni tanto schioccava la lingua, ogni tanto sbuffava, ma niente di più. Il pomeriggio più noioso da diversi giorni. A pranzo, Lauren e Amber non si erano fatte vive, e così lei era rimasta con Robin, che, ormai era chiaro, non era la persona più furba del mondo.
E adesso si avvicinava l'ora di cena, un altro noiosissimo giorno stava finendo. Guardò l'orologio digitale sul comodino. Segnava le sette. Mezz'ora. Ancora mezz'ora! Schioccò le dita, quasi controvoglia, sollevando un pugno d'acqua dal bicchiere sul tavolo. Come potere non era granché.
Riusciva a controllare l'acqua quindi quando pioveva non si bagnava, quando camminava dove c'era del fango non si sporcava ... ma non era emozionante come sarebbe potuto sembrare. Più che altro era divertente quando lo usava per gli scherzi. Ma a Lauren era meglio non farli.
I suoi riflessi erano anche troppo sviluppati. Se ti nascondevi dietro un angolo e le facevi paura, ti ritrovavi sicuramente con qualche livido. Ma Jade non ci prestava troppa attenzione: il bello era spaventarla.
Lauren, che quasi certamente era in biblioteca, o in camera sua, la Piccionaia, come la chiamava Jade, stava, molto probabilmente, facendo lo sciopero del silenzio.
Era dal giorno prima, dopo il litigio tra lei e Amber, che Lauren non le rivolgeva la parola.
E poi c'era Robin, che si era svegliato, a notte fonda, facendo un gran chiasso. Quel ragazzo era strano.
Jade riguardò l'orologio, alzando la testa e le spalle. Sette e un quarto. Roteò gli occhi e ricadde sul letto con uno sbuffo. La sfera d'acqua, ancora sopra la sua faccia, sgocciolò, bagnandole i capelli. Perché si bagnava, ora che stava usando i suoi poteri? Mosse le dita, simile a un burattinaio e la sfera si solidificò, cadendo sul suo palmo aperto sotto forma di ghiaccio compatto. Jade aprì la finestra che dava sull'esterno, facendo piovere dentro la stanza e lanciò la palla di fuori. Questa si infranse contro la ghiaia del vialetto con un rumore di vetri rotti. Jade sogghignò e chiuse la finestra, sbattendola e facendo tremare il vetro. Si infilò una felpa e tirò su il cappuccio. Non aveva fatto assolutamente niente, ma era stanca.
Guardò un'ultima volta l'orologio. Sette e venti. Strinse gli occhi e uscì dalla propria stanza con una mezza imprecazione. Si fermò di colpo davanti alla porta di Robin e sogghignò. Bussò forte, facendo vibrare il legno sotto i colpi.
Il ragazzo si affacciò allarmato, sistemandosi i vestiti, il volto stravolto. << Che succede? >> gracidò. Sembrava parecchio spaventato, con gli occhi sgranati e i capelli in disordine.
Jade sorrise. << È ora di cena ... quindi, mio prode compagno di pasti ... >>
<< E c'era bisogno di fare tutta questa confusione? >>
Jade si strinse nelle spalle con un sorriso innocente sulle labbra << Be', forse ero ansiosa di mangiare >>
Robin uscì dalla stanza, abbassandosi completamente la felpa. << Oppure eri ansiosa di dare fastidio >> grugnì.
Jade ridacchiò. << Lauren non mi parla, dovrò pur sfogarmi con qualcuno, no? >>
<< Mai provato a dare testate contro il muro? >> suggerì Robin, infilando le mani in tasca e avviandosi lungo il corridoio.
Jade gli stette dietro, evitando le porte aperte bruscamente dal ragazzo.
Amber era già a tavola e anche Lauren. La seconda sembrava aver appena smesso di gridare. L'altra era tutta rossa. Jade evitò battute sarcastiche e si sedette al proprio posto.
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IL QUINTO INGRANAGGIO
FantasiaIl mondo è popolato da milioni di razze diverse, una di queste è quella dei Derwin, creature pressoché immortali, dotate di poteri incredibili. Esistono centinaia di Derwin, ma la nostra lente d'ingrandimento va a un piccolo gruppo, cinque persone c...