ImpasseCapitolo 9
Il giorno dopo, Beatrice andò a scuola con un sorriso sul volto. Stare con Saul le faceva quell'effetto. In realtà non aveva ancora ben capito cosa provasse per lui, amicizia, odio, amore?
Non lo sapeva. Sapeva soltanto che aspettava con impazienza di andare a scuola per vederlo, ma ancora di più aspettava il momento in cui doveva andare a casa e poteva stringerlo forte sulla moto, mentre il vento le faceva volare i capelli. Aveva un buon profumo, Saul. Era un profumo tutto particolare, che Beatrice non aveva ben identificato, mischiato a del profumo di Armani che lei trovava dannatamente seducente.
D'altro canto stare vicino a Saul non era proprio la scelta migliore, lui anche sei lei stava imparando ad apprezzare i suoi difetti, non era una persona molto affidabile e non perchè lei non si fidava di lui, semplicemente perchè la sua brutta reputazione parlava per lui.
Saul era il bullo; Saul era quello cattivo; Saul era quello poco raccomandabile.
Ma Beatrice infondo sapeva che nonostante lui si nascondesse dietro quella facciata non era così. E l'aveva anche potuto vedere quando lui si era disperato abbracciato a lei per quella storia della droga.
Lei voleva conoscerlo, conoscere il vero Saul.
E con questi pensieri impressi nella mente Beatrice andò a scuola, cuffiette nelle orecchie e sguardo rivolto a terra, come suo solito.
Eleonora quel giorno era andata a scuola in moto con Leonardo, quindi lei si era ritrovata a fare la strada da sola. Ma non se ne dispiaceva troppo, infondo era giusto che Eleonora si divertisse con Leonardo, non aveva intenzione di fare la figura della migliore amica iper-possessiva e gelosa.
Aveva il casco che le aveva regalato Saul in mano, era nero con rifiniture bianche, la visiera era scura ed era dannatamente bello. Beatrice amava quel casco, forse non tanto per l'aspetto, ma per il semplice fatto che glie lo aveva regalato lui.
"Sto iniziando a ragionare come una stupida ragazzetta in calore."Pensò stizzita, infondo lei non era mai stata troppo fine e delicata, o romantica. Decisamente no.
Arrivò davanti al cancello di scuola, vide di striscio la figura di Saul in mezzo alla folla, era con Federico e altri ragazzi di cui non conosceva il nome, apparte Anis.
Le sorrise sghembo per poi tornare alla conversazione con i suoi amici.
Beatrice in realtà non aveva ancora ben capito quale fosse il rapporto di Federico e Saul. Da quel che si diceva in giro erano migliori amici, ma davanti a lei litigavano sempre come cane e gatto.
Ricambiò il sorriso e si diresse da Eleonora, che seduta sul solito muretto si scambiava ogni tanto la sigaretta con il suo ragazzo, facendo un paio di tiri a testa.
Beatrice alzò gli occhi al cielo. Quei due erano dannatamente smielati e propensi alle coccole in pubblico.
Lei di coccole non ne aveva mai ricevute, se non da sua madre, eppure viveva tranquillamente. Quei due sembrava che non riuscissero a stare lontani per più di mezz'ora.
-Buon giorno alla mia scazzata preferita! Nevrotica già di prima mattina?-Chiese sorridendo Eleonora, finendo la sigaretta e buttandola per terra, per poi schiacciarla con il piede.
-Ciao Ele.-Salutò sorridendo Beatrice, facendo finta di non sentire la battutina dell'amica."Io non sono nevrotica uffa, questa è la mia faccia"Pensò.
-Ehy Bea!-La salutarono Leonardo e Daniele.
-Ciao ragazzi.-Sorrise lei. All'improvviso si sentì tirare il polso e si girò, sicura di vedere la figura di Saul. Invece era Federico.
-Oh, ciao Fede.-Sorrise lei, cercando di mascherare la delusione.
-Ciao Bea. Senti...Possiamo parlare in privato?-Chiese Federico, guardando di striscio Eleonora, Leonardo e Daniele che dietro di loro stavano origliando spudoratamente.
-Si certo, andiamo.-Rispose Beatrice lanciando un'occhiataccia ai suoi amici. I soliti.
-Ecco...Mi chiedevo se questa sera ti andasse di uscire con me. Volevo andare al bowling!-
-Emh...-Beatrice guardò Saul più in là sorridere e parlare con Lucrezia.-Certo! Sarebbe un piacere.-Sorrise lei.-Mi passi a prendere tu?-Chiese.
-Certo, ti passo a prendere per le 20.00.-
-Però io sono una frana nel bowling.-Ridacchiò Beatrice leggermente in imbarazzo.
-Ti insegno io, gioco con la mia famiglia a bowling da quando sono nato praticamente.-Sorrise sornione il ragazzo, per poi salutarla con la mano e andarsene.
***
Quella sera Beatrice non aveva idea di cosa indossare. Non poteva mettere il vestito, era fuori discussione, stava andando a giocare al bowling e avrebbe dovuto indossare quelle scarpe orribili.
Optò per un leggins nero e una camica larga da bowling che non sapeva neanche perchè avesse nell'armadio. Legò i capelli in una treccia laterale, un po' di profumo ed era pronta.
Il campanello suonò puntuale e lei aprì la porta con un sorriso. Fede era raggiante come al suo solito. Indossava un paio di jeans neri, una polo bianca e un giacchetto in pelle che si abbinava al casco della sua moto.
-Pronta mademoiselle?-Chiese sorridendo, il ragazzo dagli occhi verde giada.
-Certo!-Sorrise lei per poi infilarsi il casco e salire dopo di lui sulla moto.
Arrivarono in dieci minuti e subito presero le scarpe. Quella sera non c'era molta gente ma perchè era ancora presto, entro un'ora o due si sarebbe di certo riempita.
-Sai almeno come tenere la palla?-Chiese Federico, pagando le coca cole che portarono al loro tavolo vicino alla sala da bowling.
-Credo di si.-Ridacchiò Beatrice finendo la sua bevanda e buttandola nel cestino.-Andiamo?-Chiese.
-Si.-
Entrarono nella sala e subito Fede si mise dietro di lei, aiutandola ad impugnare la palla e facendole vedere i movimenti. Ma la sua bocca era decisamente troppo vicino al collo; sentiva il suo fiato caldo- che sapeva della coca cola che avevano appena bevuto-sul collo. Era decisamente meglio l'alito di Saul, un misto di tabacco e menta. Beatrice si rimproverò mentalmente, perchè anche in una situazione del genere lei andava a pensare a Saul, che quel giorno non era andato neanche a salutarla.
Lanciò e riuscì a beccare metà dei birilli. Fede le sorrise incoraggiante. Lei si andò a sedere, aspettando che tirasse lui.
Sentì la porta della sala cigolare per il campanello posto sopra di esso e si girò a guardare. Sentì il sangue bollirle nelle vene.
Saul.
Con Lucrezia.
Continua...
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Impasse #wattys2016
RomanceOggi lo guardavo mentre parlava. Sa sempre usare le parole giuste, coinciso e diretto. Starei ore intere ad ascoltarlo, anche senza dire niente, e lo sai, per me sarebbe un'eccezione. Mi capita spesso di guardarlo, mi fisso sempre sulla porzione di...