Impasse
Capitolo 31
Beatrice uscì dall'ospedale due giorni dopo. Certo, era ancora ammaccata e con il braccio rotto, ma stava bene.
Si vestì, indossando un maglioncino rosso scuro e dei jeans attillati, ai piedi delle vans bordeaux.
Prese il suo giacchetto in pelle ed uscì di casa con lo zaino in spalla.
Saul la stava aspettando appoggiato alla moto fuori dal cortile.
-Ciao piccola.-La salutò, baciandole la guancia.
-Ehy...-Salutò lei arrossendo lievemente. Saul riusciva a farla sempre arrossire, anche dopo due mesi di relazione.
Le allacciò il casco e poi salì sulla moto, subito imitato da Beatrice che si strinse forte a lui con un braccio solo, dato che l'altro era fuori uso.
Arrivarono dopo cinque minuti. Nel cortile della scuola c'era Eleonora che subito corse incontro a Beatrice abbracciandola forte con le lacrime agli occhi.
-Perchè non mi hai detto niente?! L'ho saputo solo questa mattina! Da Federico!-Urlò isterica continuando a stringerla forte. Beatrice mugolò di dolore e subito Eleonora si scostò, guardandola preoccupata.
-Non volevo farti preoccupare.-Sorrise lievemente Beatrice.
-Dov'è Cameron?! Io lo strozzo.-Ringhiò Eleonora cercando con lo sguardo il ragazzo.
-Non si presenterà per qualche giorno, credo.-Rispose Saul, ghignando. Beatrice si girò verso di lui stupita ed arrabbiata.
-Ci hai fatto a botte?!-Chiese.
-Beh, fare a botte è un parolone. E' una checca.-Ridacchiò Saul scrocchiandosi le nocche, leggermente scorticate per i pugni.
-Finalmente hai fatto una cosa buona.-Commentò acida Eleonora, incrociando le braccia al petto.
Saul fece finta di non sentirla e poi sfilò lo zaino di Beatrice dalle sue spalle e lo tenne in mano.
-Ma che fai?-Chiese sorridendo la biondina.
Saul alzò le spalle, arrossendo leggermente.
Beatrice gli baciò la guancia.-Grazie.-Mormorò.
-Ora capisco cosa provavi quando ti veniva lo sbocco mentre io e Leo flirtavamo.-Disse Eleonora ridacchiando.
Leonardo e Federico arrivarono insieme.-Ehilà!-Salutarono in coro.
-Piccoletta sei ritornata a scuola vedo.-Sorrise Federico scompigliandole i capelli.
-Si.-Sorrise lei. Saul guardò male Federico che tolse la mano facendo una finta tosse, imbarazzato.
Beatrice si guardò intorno imbarazzata dalla situazione. Nel farlo, però, vide una cosa che non le piacque per niente.
Prese la mano di Saul stringendogliela forte, continuando a guardare un punto in lontananza. Lo sguardo perso, ferito.
-Bea?-Chiese Saul confuso, tentando di capire cosa stesse guardando.
-S-Saul...-Mormorò lei con le lacrime agli occhi.
-Bea! Mi vuoi spiegare che ti prende?!-Chiese preoccupato prendendole il viso tra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi.
-Mio padre Saul. E' tornato.-Sussurrò.
Tutti sgranarono gli occhi, dato che avevano assistito alla scena.
-Dov'è?-Chiese Eleonora avvicinandosi alla migliore amica e stringendola a sè.
Beatrice indicò con la testa la figura di un uomo moro ma con gli stessi identici occhi della figlia che scendeva dall'auto e si dirigeva nella loro direzione.
-Resta con me, ti prego.-Sussurrò Beatrice con voce strozzata, arpionandosi al braccio di Saul.
Saul annuì e insieme andarono incontro all'uomo.
-Beatrice!-Salutò entusiasta l'uomo abbracciandola di slancio. La bionda rimase rigida come un pezzo di marmo e dopo una frazione di secondo si staccò, spingendolo via.
Lo guardò male.
L'uomo sospirò.-Beatrice, so che sei arrabbiata con me. Hai tutte le ragioni del mondo per esserlo. Ma gli impegni, il lavoro...Non ho avuto tempo.-
-...Tu non hai avuto tempo per tua figlia...-Sussurrò Beatrice con lo sguardo basso per non far vedere le sue lacrime.-Non una chiamata in due anni...E io volevo solo riavere indietro il mio papà.-
-Bea mi dispiace tanto...Mi piacerebbe rimediare. Sai, adesso hai due fratellini, vorrei tanto che vi conosceste.-
-Io non ho fratelli.-Sibilò gelida.-Nè tantomeno un padre. Noah! Lui è MIO PADRE. Lui mi vuole bene al contrario tuo!-Urlò. Saul la strinse a sè per infonderle coraggio.
-Beatrice ti prego, ragiona. Io sono il tuo vero padre. Vuoi sul serio buttare via il nostro rapporto? Io ti voglio bene.-
-Anche io te ne volevo, anche troppo. Tu non ti meriti nulla. Torna dalla tua bellissima e perfetta nuova famiglia! Infondo io sono lo scarto che hai buttato via insieme alla vecchia!-Urlò alzando il volto e facendo incontrare i loro occhi. Azzurro contro azzurro.
-Beatrice non ti permetto di parlarmi così! Non sei mai stata uno scarto per me!- Incominciò ad accalorarsi il padre, alzando leggermente i toni di voce.
-Io ti parlo come voglio invece!-Replicò urlando Beatrice.-Non ti è mai importato di farmi una telefonata per sapere come stavo, figurati educarmi! Non sei nemmeno venuto a trovarmi in ospedale quando hai saputo che mi avevano picchiata! Nonostante la mamma ti avesse chiamato implorandoti di venire, perchè ero traumatizzata ed avevo bisogno di te!-Urlò puntandogli il dito contro.
-...Come fai a...-
-Ho origliato! Ora ti prego di uscire dalla mia vita e non entrarci più. Hai fatto abbastanza.- Parlò infine.
Il papà abbassò lo sguardo, poi si girò e se ne andò.
Beatrice si sedette a terra, le sue lacrime diventarono un vero e proprio pianto disperato.
Saul la guardò dispiaciuto e si sedette accanto a lei, stringendola a sè in un forte abbraccio. Rimasero in quella posizione a lungo. In quel momento non gli importavano se non erano entrati in classe con i loro amici e avevano bigiato.
-Perchè è tornato proprio ora? Q-Quando stavo incominciando a soffrire di meno la sua mancanza, quando la mia vita stava finalmente incominciando ad essere bella grazie a te e Noah...Lui decide che devo riprendere a soffrire!-Balbettò tra le lacrime, con la voce soffocata dal tessuto della maglietta di Saul, dov'era appoggiata.
-Sono sicuro che le sue intenzioni erano buone...Quale padre non vorrebbe avere te come figlia? Sei perfetta.-Le sorrise lui asciugandole una lacrima con il pollice.
-Lui. Lui non mi vuole.-Mormorò Beatrice abbassando lo sguardo.
-Andiamo, ti porto a casa. Non sei nelle condizioni di rimanere qui a scuola.-Disse Saul aiutandola ad alzarsi e tenendola per mano mentre si dirigevano alla sua moto.
Arrivarono davanti alla villetta di Beatrice in poco tempo, la mamma stava parlando animatamente al telefono in giardino. Appena li vide mise giù.
Bastò uno sguardo. Uno sguardo pieno di angoscia e tristezza.
Le due si abbracciarono.
Le ferite non si erano ancora rimarginate, erano grandi ed avevano una sottile crosticina a ricoprirle. Il ritorno del padre di Bea riuscì a riaprirle tutte.
Le ferite che Noah tempo prima aveva incominciato a rimarginare si erano riaperte, più dolorose che mai.
Continua...
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Impasse #wattys2016
RomanceOggi lo guardavo mentre parlava. Sa sempre usare le parole giuste, coinciso e diretto. Starei ore intere ad ascoltarlo, anche senza dire niente, e lo sai, per me sarebbe un'eccezione. Mi capita spesso di guardarlo, mi fisso sempre sulla porzione di...